L'iper saturazione del mercato videoludico, tra uscite a raffica e diffusione dei contenuti, è un fatto ormai noto, tanto che molti sviluppatori faticano a guadagnare soldi dal loro lavoro. Ragionando sull'argomento su X, il game designer Okuda Kaku ha condiviso la sua frustrazione riguardo al rapporto tra sviluppatori e content creator. Secondo lui, i giochi, in alcuni casi, sono diventati più redditizi per i content creator che per gli sviluppatori degli stessi.
Soldi da condividere
"Un famoso streamer ha giocato al gioco che ho creato, ma nonostante la sua trasmissione abbia ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni in una sola notte, non ha incluso un link al mio gioco nella descrizione del video e non ha avuto alcun impatto positivo sulle vendite. Hanno solo avuto un assaggio gratuito del mio gioco, hanno fatto un po' di soldi facili e basta. Questo è ciò che ho sperimentato ultimamente, quindi spero davvero che si possa fare qualcosa al riguardo. Seriamente", ha postato Okuda.
A quanto pare, lo streamer in questione aveva circa 2 milioni di iscritti all'epoca. Pur riconoscendo che non c'è nulla di intrinsecamente sbagliato nel fatto che i content creator mostrino contenuti al loro pubblico, l'interaction designer Takayuki Fukatsu ha suggerito che il problema risiede nelle piattaforme di social media che rafforzano un sistema che valorizza la quantità sulla qualità.
"In una società governata dai social media, è molto più efficace in termini di costi e lavoro mostrare quotidianamente capolavori che hanno richiesto 3 anni per essere realizzati, piuttosto che lavorare sodo per 3 anni per realizzare un capolavoro da soli", ha postato, riflettendo sul problema in senso più ampio.
Come possibile soluzione a questo problema, ha suggerito che più piattaforme di livestream dovrebbero introdurre un sistema di condivisione dei ricavi in base al quale il 5% del denaro che un content creator guadagna trasmettendo dovrebbe andare ai suoi sviluppatori. Tuttavia, ammette che ciò sarebbe piuttosto difficile da implementare poiché non esiste ancora un'organizzazione nell'industria che possa sostenere una tale iniziativa (qualcosa in stile SIAE, per intenderci).
Alcuni utenti concordano, ma hanno suggerito che, ad esempio, quella del link ai giochi non è la soluzione, perché molti guardano gli streaming per intrattenersi e non comprano giochi a prescindere. Quindi, un dazio a favore degli sviluppatori sarebbe la soluzione ideale.
Secondo lo sviluppatore Nama Takahashi, più content creator dovrebbero dividere i loro playthrough o stream di giochi in brevi "episodi" e caricarli uno per uno nel corso di alcuni giorni per creare attesa e motivare i giocatori ad acquistare il gioco. Ciò aiuta anche a prevenire lo spoiler dell'intera esperienza non appena il gioco viene lanciato, che per certi generi è semplicemente deleteria, in termini di vendite. Pensate al crollo dei giochi narrativi dovuto alla loro apparizione su YouTube e affini al momento stesso del lancio.
Comunque sia, è difficile trovare una soluzione che vada a beneficio di tutti. Ma, come suggerito da Fukatsu, diventerà sicuramente importante rivalutare questi sistemi che favoriscono la quantità sulla qualità e attuare delle modifiche che non lascino per strada chi svolge il grosso del lavoro per tutti.