In questi giorni abbiamo provato Medal of Honor: Above and Beyond, in arrivo l'11 dicembre con l'ovvia recensione, e possiamo finalmente condividere una parte delle nostre impressioni sul titolo creato per l'ecosistema virtuale Oculus dagli esperti di sparatutto in prima persona di Respawn Entertainment. Un nome, quest'ultimo, che combinato con quello dello storico brand creato da DreamWorks Interactive non può che generare aspettative elevate che devono però tenere conto di come realizzare un gioco pensato esclusivamente per i visori virtuali non sia cosa facile, anche quando il budget è quello di un publisher come Electronic Arts.
Le prime impressioni
Pur trasformato dalla realtà virtuale in qualcosa che guarda al futuro, il nuovo Medal of Honor ci riporta alle gloriose radici della serie, in piena Seconda Guerra Mondiale, e ci mette nei panni di soldati americani impegnati su più fronti. Si parte con un breve tutorial in Tunisia, si continua con un classico campo d'addestramento e si piomba nel pieno dello scenario europeo, dietro le linee dell'esercito tedesco che sta vincendo la guerra e ha una presa forte sull'intero territorio francese. Ma la resistenza sopravvive ed è pronta ad aiutarci a sabotare le operazioni dell'esercito Nazista offrendoci i servizi di specialisti in missioni di infiltrazione, intelligence e sabotaggio, tutte attività che fanno parte di un single player svelato a sorpresa e che si è rivelato essere decisamente ricco e sfaccettato. Un vero colossal, in parte anche dal punto di vista tecnico.
Sia chiaro, su uno schermo standard il colpo d'occhio della realtà virtuale risulta comunque deludente, ma è tipico di questa tecnologia. Indossato un visore quello che si manifesta dall'altra parte dello specchio offre una resa radicalmente diversa e nel caso di Medal of Honor: Above and Beyond mette subito in chiaro il perché della necessità di un PC per giocarlo, anche se non è escluso un porting per i visori autonomi, e mette subito in chiaro come un budget elevato sia in grado di restituire un'esperienza virtuale ben diversa da quelle a cui siamo abituati sia nel numero che nella qualità degli asset.
L'atmosfera, tra l'altro, trae beneficio da una buona illuminazione, dalle fiamme credibili e da un fumo corposo che contribuiscono alla spettacolarità di bombardamenti, combattimenti aerei e cittadine semi-distrutte, tutte componenti di una campagna che contrariamente a quanto temuto si presenta come un pilastro di un'esperienza virtuale ricca, sfaccettata e venata da un'atmosfera ironica in stileQuella Sporca Dozzina che si sostiene anche su dialoghi in inglese di buona qualità e musiche a metà tra l'eroico e lo scanzonato.
Non tutto, lo diciamo subito, è allo stesso livello qualitativo. Quando l'orizzonte visivo si estende in lontananza i compromessi sull'intera scena diventano a dir poco evidenti, ma sono situazioni sporadiche che lasciano per gran parte del tempo a scenari spesso in grado di sorprendere per qualità, nonostante qualche incertezza. Il sangue, per esempio, non è realizzato molto bene e i modelli dei soldati nazisti non sono paragonabili a quelli dei nostri compagni. Inoltre sulle prime abbondano scene fin troppo brevi, tanto da dare alla campagna un ritmo a singhiozzo, e che mostrano qualche compromesso tecnico di troppo. Ma il tenore dell'esperienza cresce costantemente per qualità, complessità e varietà, trasformando segmenti frettolosi in frammenti collegati di sequenze più articolate che lasciano sempre più spazio al combattimento in tutte le sue forme. D'altronde Medal of Honor è uno sparatutto e l'azione non manca di certo.
La giocabilità, dalla campagna al multiplayer
In Medal of Honor: Above and Beyond l'azione è importante, anche quando siamo a bordo di un camion, siamo incastrati nella torretta di un bombardiere o quando corriamo attraverso una villa o una base. Non mancano suggestive sequenze investigative, con tanto di enigmi sfiziosi e resi coinvolgenti dalla realtà virtuale, ma in generale Garand, mitragliatori da postazione, bombe e granate di ogni genere la fanno da padrone tra agguati, assalti e fughe a bordo di veicoli. Tra l'altro sono tutti elementi che si condensano già nelle due missioni, le uniche di cui possiamo parlare ma che ci hanno dato ampio modo di godere dell'ottimo impatto dei colpi e della resa più che buona delle armi che includono anche fucili a pompa ricaricabili con una mano e fucili da cecchino con mirino telescopico. Purtroppo riprodurlo nella realtà virtuale è difficile, tanto da averci portato a scartare il combattimento a grande distanza, ma in generale si spara decisamente bene, si rischia spesso e non mancano occasioni per salvarsi la pellaccia sul filo, con un lauto premio in scariche di adrenalina potenziate dall'essere davvero nel mezzo dell'azione.
Quanto sopra si moltiplica in multigiocatore, appagante grazie all'ottimo gunfighting e grazie a mappe che sono pensate per esaltare i riflessi, parte integrante di un'esperienza VR che include la possibilità di agguantare granate al volo e lanciare coltelli. La modalità più semplice e concitata è il deatchmatch in solitaria, mentre entra in campo la strategia nella variante a squadre, grande classico degli sparatutto militari. Risulta importante invece il sonoro nella modalità Mad Bomber che riprende il classico bomb defusal ma lo rende velocissimo, permettendo a tutti di piazzare bombe ma anche a tutti di trovare quelle degli avversari, sfruttando anche l'udito, per disinnescarle. Parliamo invece dell'aggiunta di esplosioni di vario genere alla modalità Re della Collina passando a Blast Radius, l'altra modalità inedita che affianca Domination in un duetto di varianti basate sul controllo.
In un titolo virtuale tutto azione, e che rinuncia inevitabilmente al teletrasporto, le cose possono farsi stancanti, anche da seduti. Ma non mancano tutte le opzioni classiche per ridurre l'affaticamento. Inoltre non abbiamo quasi mai avvertito nausea o vertigini. Inoltre la curva di apprendimento della campagna è bilanciata e rende piuttosto semplice prendere dimestichezza con il gameplay, esclusa l'interazione con gli oggetti dello scenario e dell'equipaggiamento. Questi possono essere infatti agguantati a una buona distanza, cosa funzionale a consentirci di raccogliere munizioni al volo nelle situazioni più concitate, ma questa impostazione grossolana si traduce in un'evidente mancanza di precisione. Capita infatti di prendere un patata invece di una cura, una cura invece di una granata, una granata al posto di un'arma e via dicendo.
Inoltre, tralasciando il ragdoll vecchio stile che comunque strappa qualche risata lanciando corpi in ogni dove, i nemici arrivano spesso a ondate con una cadenza prefissata che genera un po' un effetto da tiro a segno del luna park. Ma con l'ampliarsi delle missioni e l'aumentare del coinvolgimento non ci si fa troppo caso. Anzi i momenti da cinema 4D sono una parte importante in un'esperienza virtuale che ci porta sulle montagne russe quando ci piazza su un aereo in fiamme o su una moto lanciata a folle velocità. Anche qui ci sono alti e bassi e spunta anche qualche problema di tracking, ma la suggestione raggiunge spesso livelli elevati, abbastanza da far sospirare un appassionato di film di guerra vecchio stile. Lo stupore maggiore, comunque, resta legato alla cura degli scenari e ci colpisce quando intravediamo un ventilatore accesso dalla finestra di una casa arredata minuziosamente o quando siamo nel mezzo di una scena corale piena di personaggi, di animazioni e di battute.
Medal of Honor Above and Beyond si presenta come un'esperienza VR completa di tutto, dal multiplayer adrenalinico con tanto di customizzazione fino a una campagna i cui due primi capitoli sono già piuttosto lunghi e decisamente ricchi per varietà. Restano da valutare bilanciamento, longevità complessiva della campagna e prospettive a lungo termine, ma il colossal in stile Quella Sporca Dozzina sembra esserci tutto, seppur con qualche incertezza e qualche rallentamento probabilmente però legato al fatto che la versione provata non è ancora quella definitiva.
CERTEZZE
- Un colossal militare, dall'atmosfera alla messinscena di buona parte del gioco
- Buona varietà di situazioni
- Gunfighting soddisfacente, anche in multiplayer
DUBBI
- Ritmo iniziale altalenante
- Alcuni elementi sono meno curati di altri
- Sistema di interazione con gli oggetti decisamente spreciso