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Niente più NES e SNES Mini: strategia natalizia o Virtual Console in arrivo su Nintendo Switch?

Cosa può significare l'intenzione di cessare la produzione di NES e SNES Mini da parte di Nintendo.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   13/12/2018

Fa alquanto discutere la recente affermazione di Reggie Fils-Aime sulla volontà di interrompere la produzione di NES e SNES Mini dopo il Natale 2018 e ancora di più fa pensare la motivazione addotta per questa decisione. Non è la prima volta che emerge una cosa del genere: il NES Mini venne pensato inizialmente come prodotto a tiratura limitata, ma la richiesta si è rivelata talmente ampia da spingere Nintendo a rivedere il progetto iniziale e far ripartire la produzione, anche perché si stavano verificando delle aberrazioni sul mercato che portavano la gente a spendere cifre insanguinate per poter acquistare la mini-console da veri e propri approfittatori che avevano scientificamente lucrato sulla scarsità prevista di scorte, acquistandone degli stock per poi rivenderli a prezzi fuori controllo. Il ritorno ufficiale sul mercato ha portato a un nuovo boom di vendite e lo stesso fenomeno si è verificato anche per lo SNES Mini, a dimostrazione di come questa idea della rievocazione nostalgica miniaturizzata abbia decisamente funzionato, cosa ribadita anche dalla pronta risposta di Sony con la sua PlayStation Classic.

Da una parte, è normale che la produzione di oggetti di questo tipo si interrompa, da parte di una compagnia che comunque è specializzata nella vendita di console e videogiochi nuovi, dunque la concentrazione deve tornare massima intorno a Nintendo Switch, anche in termini di produzione e logistica, cosa comprensibile. Tuttavia, si sollevano diversi interrogativi con questa decisione: prima di tutto, per quale motivo chiudere un segmento di mercato che sembra essere florido e ancora lontano dalla saturazione? Perché è normale che delle mini-console non possano essere vendute all'infinito, ma è assai probabile che ci sia ancora una domanda potenziale molto ampia da soddisfare. Inoltre, la decisione presa è definitiva anche per eventuali altre piattaforme? Ovvero, non vedremo mai veramente il vociferato Nintendo 64 Mini, che pure è già emerso più volte nelle voci di corridoio?

Il presidente di Nintendo of America ha giustificato la decisione affermando che "il modo in cui gli utenti potranno continuare a fruire dei nostri contenuti classici sarà attraverso il servizio Nintendo Switch Online", cosa che apre ulteriori ipotesi e interrogativi. Il fatto è che Nintendo Switch Online, per il momento, conta su questo aspetto solo attraverso l'app con i giochi NES, che effettivamente sta ottenendo un ottimo supporto con l'introduzione costante di nuovi titoli all'interno del catalogo per gli abbonati al servizio. Si tratta però solo di una parte di quei classici che gli utenti hanno dimostrato di apprezzare ancora e togliendo di mezzo anche lo SNES Mini non si rileva un corrispettivo metodo moderno per poter giocare ai titoli classici di tale console. L'idea ottimistica, allora, è che dietro le parole di Fils-Aime ci sia la volontà di estendere l'emulazione delle console classiche Nintendo oltre il solo NES.

L'argomento Virtual Console su Nintendo Switch rimane tutt'ora avvolto dal mistero: a lungo si è pensato che tale funzionalità sarebbe stata presente all'interno della nuova console, poi con il lancio di Nintendo Switch Online, ma finora la compagnia nipponica ha parlato solo di NES, ovvero una piccola frazione di quella meravigliosa macchina per il retrogaming che era stata messa in piedi con Wii e Wii U e ancora non si riesce a capire la reticenza di Nintendo nel riproporre una caratteristica così universalmente apprezzata anche all'interno di una console così popolare come Nintendo Switch. Ecco che allora una mossa così definitiva da parte della compagnia potrebbe significare la volontà di puntare su una nuova Virtual Console da proporre all'interno della console attuale, forse facendola rientrare sempre nel sistema di plus collegati all'abbonamento a Nintendo Switch Online, magari mantenendo un misto tra titoli gratuiti con aggiunte mensili e store digitale da cui acquistare altri giochi.