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PlayStation Stars: Sony ha “preso ispirazione” dai Rewards di Microsoft per il suo programma fedeltà?

I principali attori dell'industria dei videogiochi si guardano, si annusano, quindi si copiano senza troppi problemi, quando vedono che è il momento giusto di farlo.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   14/07/2022

L'industria dei videogiochi è nata da un furto. Nolan Bushnell lanciò il primo coin-op di Atari, Space War, copiando Spacewar! di Steve Russell. Quindi creò Pong rubando l'idea a Ralph Baer, dopo averne visto un prototipo a un convegno di Magnavox (fatto confermato anche in tribunale). Lanciato Pong e raggiunto il successo, si affacciarono sulla scena decine di altri produttori che lanciarono i loro... Pong, in barba ad Atari.

Ogni successo videoludico dalla nascita dell'industria in poi è stato copiato più e più volte: di giochi con personaggi che mangiano o prendono oggetti in labirinti si riempì il mondo dopo Pac-Man (nei primi anni '80 non fu lanciata console senza un Pac-Man, per dire). Space Invaders ispirò innumerevoli imitatori. Super Mario Bros. rese sexy i platform game e così via fino ai giorni nostri, in cui Sony ha lanciato il suo programma di fidelizzazione degli utenti, chiamato PlayStation Stars, che a molti ha ricordato subito il programma Rewards di Microsoft, simile nella concezione, anche se molto diverso nella pratica.

In entrambi i casi, comunque, si parla di attività e ricompense che hanno come finalità quella di fidelizzare l'utenza verso un certo marchio, roba che non è stata certo inventata dal mondo dei videogiochi, ma che evidentemente qualcuno ha considerato necessario importare anche dalle nostre parti. Microsoft? No, Nintendo, che da anni ha dei programmi fedeltà ben rodati, quindi se vogliamo, questa volta sono gli altri ad aver guardato alla casa di Mario. Probabilmente andando a ritroso nel tempo scopriremmo anche altre iniziative simili... ma che importa?

Gli attori più ricchi dell'industria videoludica si guardano, si annusano, ogni tanto fanno finta di ringhiarsi addosso, spesso si accoppiano cercando di dare il meno possibile nell'occhio e in ogni caso si copiano senza troppi problemi, perché alla fine ciò che gli interessa è di investire in qualcosa che funzioni a livello di ritorno (economico, d'immagine, di quel che volete). Puntare su prodotti (in senso lato) già testati da altri è sempre comodo e ti risparmia il rischio di dover fare tu da cavia per l'intera industria. Che poi, in ultima istanza, è un modo di dare al proprio pubblico qualcosa che si è già dimostrato gradevole per altri, quindi ha senso farlo.