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PS5 e Xbox Series X, perché l'aumento dei prezzi dei videogiochi sarebbe una pessima idea

Cerchiamo di capire perché l'aumento dei prezzi dei videogiochi su PS5 e Xbox Series X potrebbe essere una pessima idea per l'industria.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   05/07/2020

L'aumento dei prezzi dei videogiochi per PS5 e Xbox Series X sarebbe una pessima idea, almeno stando a quanto scrive Paul Tassi su Forbes, che fornisce almeno quattro motivi per evitare di far crescere di almeno 10 dollari il prezzo generale dei giochi tripla A.

Tassi inizia la sua analisi affermando che è vero che i prezzi dei videogiochi sono fermi da anni e che portarli da 59,99 dollari a 69,99 dollari rappresenterebbe comunque una crescita inferiore all'inflazione avuta dal 2005 , anno in cui il prezzo si è stabilizzato, a oggi.

La verità però è che in questo lasso di tempo il mercato non è stato immobile e che il mancato aumento dei prezzi è stato compensato in diversi modi. Il primo, e più evidente, è l'affermarsi del mercato digitale, che non ha visto alcuno sconto sul prezzo dei giochi al lancio pur aumentando considerevolmente il margine per i publisher e i produttori hardware, per via dell'assenza di costi quali la stampa e la distribuzione.

Il secondo motivo è che ormai i giocatori sono abituati a un sistema di prezzi flessibili, con giochi molto grossi quali PUBG e Overwatch venduti al lancio per cifre inferiori a quelle del prezzo base dei tripla A e con colossi quali Fortnite, League of Legends o Call of Duty: Warzone giocabili gratuitamente. Di fronte a uno scenario così sfaccettato, un aumento di prezzo potrebbe contrarre le vendite invece che farle crescere, spingendo molti giocatori a rivolgersi al mercato free-to-play.

Il terzo motivo riguarda i sistemi di monetizzazione alternativi. DLC e microtransazioni nei giochi a prezzo premium sono stati giustificati per anni con la scusa del mancato aumento dei prezzi. Titoli quali i FIFA e proprio gli NBA 2K fanno più soldi con le microtransazioni che con le vendite vere e proprie, quindi come giustificare l'aumento di prezzo a fronte del mantenimento di modelli economici così rapaci e aggressivi?

Infine c'è da sottolineare la sempre maggiore diffusione di servizi quali l'Xbox Games Pass, che per una cifra contenuta pagata mensilmente danno accesso a una grande quantità di giochi. Molti li vedono come il futuro dell'industria videoludica, come lo sono diventati per altre forme d'intrattenimento (pensate a Netflix per il cinema e a Spotify per la musica).

Insomma, in uno scenario del genere l'aumento dei prezzi appare ingiustificato e potrebbe essere addirittura controproducente.