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Questa batteria sembra uscita da Fallout e ci promette che non dovremo ricaricarla mai

Betavolt svela una batteria rivoluzionaria, che promette 50 anni di elettricità senza ricariche. Smetteremo davvero di usare i caricabatterie in futuro?

NOTIZIA di Luigi Cianciulli   —   13/01/2024
Questa batteria sembra uscita da Fallout e ci promette che non dovremo ricaricarla mai

Che l'assenza dei caricabatterie, nelle recenti confezioni degli smartphone, abbia anticipato un futuro in cui la necessità di ricarica diventa obsoleta?

Una startup di Pechino, Betavolt, ha presentato una batteria rivoluzionaria in grado di generare elettricità per 50 anni senza richiedere ricariche o manutenzione.

La loro batteria nucleare, all'avanguardia nella miniaturizzazione dell'energia atomica, ha già superato la fase di test pilota e sarà presto disponibile su larga scala per dispositivi commerciali come telefoni e droni.

Il comunicato stampa di Betavolt enfatizza come queste, una volta sul mercato, potranno soddisfare le esigenze di alimentazione a lungo termine in svariati contesti, tra cui l'aerospaziale, l'equipaggiamento di intelligenza artificiale, la strumentazione medica, i microprocessori, i sensori avanzati, i piccoli droni e i micro-robot.

Cella nucleare

Il design stratificato assicura che la batteria non prenda fuoco o esploda in risposta a forze improvvise e può operare in un ampio range di temperature, da -60°C a 120°C
Il design stratificato assicura che la batteria non prenda fuoco o esploda in risposta a forze improvvise e può operare in un ampio range di temperature, da -60°C a 120°C

La prima batteria nucleare di Betavolt ha una potenza di 100 microwatt e una tensione di 3V, ma l'azienda mira a produrre una batteria da 1 watt entro il 2025.

La dimensione compatta consente l'uso in serie per aumentare la produzione di energia.
Betavolt riesce a farci proiettare in immaginari scenari di utilizzo, come smartphone che non richiedono più ricarica e droni in grado di volare ininterrottamente.

La batteria opera tramite la conversione dell'energia rilasciata dalla disintegrazione degli isotopi in elettricità, un processo esplorato per la prima volta nel XX secolo. Inizialmente sviluppata da scienziati dell'Unione Sovietica e degli Stati Uniti per applicazioni in veicoli spaziali, sistemi subacquei e stazioni scientifiche remote, la tecnologia delle batterie termonucleari venne poi abbandonata perché risultava costosa e ingombrante.

La batteria nucleare di Betavolt misura solo 15 millimetri cubi e il suo design stratificato, secondo quanto afferma l'azienda, offre garanzie sulla sicurezza, evitando rischi di incendi o esplosioni in risposta a applicazioni di forze improvvise.
Inoltre, la batteria è progettata per operare in una vasta gamma di temperature, da -60 a 120 gradi Celsius.

Passo in avanti non da poco

Il funzionamento della batteria si basa sulla conversione dell'energia rilasciata dalla disintegrazione degli isotopi in elettricità, un processo esplorato nel XX secolo
Il funzionamento della batteria si basa sulla conversione dell'energia rilasciata dalla disintegrazione degli isotopi in elettricità, un processo esplorato nel XX secolo

Nel comunicato stampa, Betavolt Technology esprime fierezza per il suo progetto.
Questa innovazione energetica gioca a grosso favore della Cina nella nuova onda di rivoluzione tecnologica figlia dell'intelligenza artificiale.
L'impegno per miniaturizzare e commercializzare le batterie nucleari è parte del 14° piano quinquennale, progettato per rafforzare l'economia della terra del Dragone tra il 2021 e il 2025.
Allo stesso tempo, istituti di ricerca negli Stati Uniti e in Europa stanno lavorando allo sviluppo di simili tecnologie.

Betavolt assicura che la batteria a energia atomica è sicura, priva di radiazioni esterne e che è adatta per dispositivi medici come pacemaker, cuori artificiali e coclee nel corpo umano.
L'azienda sottolinea altresì l'aspetto ecologico dell'energia atomica, certificando che dopo il periodo di decadimento, i 63 isotopi contenuti si trasformano in un isotopo stabile di rame, non radioattivo e senza alcuna minaccia o inquinamento per l'ambiente.