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Zelda: Tears of the Kingdom ha la grafica bellissima, come ci dimostra un piccolo maiale

Cerchiamo di capire perché dire che "The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è tecnicamente brutto" sia un'affermazione senza senso.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   22/05/2023
Zelda: Tears of the Kingdom ha la grafica bellissima, come ci dimostra un piccolo maiale

Qualche tempo fa abbiamo avuto modo di giocare A Pig Quest per Commodore 64. Si tratta di un platform game sviluppato dall'italiano Antonio Savona, illustrato dal disegnatore Mauricet, grande appassionato di videogiochi dell'epoca 8-bit, e pubblicato a inizio 2023 dopo più di due anni di sviluppo. Una delle sue caratteristiche migliori è indubbiamente l'aspetto visivo. Se dovessimo esprimere un voto gli daremmo senza indugi un bel 10, tra sprite grossi e ben animati, una grande varietà nelle ambientazioni e nei nemici e tanti oggetti degli scenari ottimamente disegnati.

A Pig Quest (lo trovate qui) prenderebbe 10 nella grafica non perché al mondo non esiste niente di tecnicamente più avanzato, ma perché esprime il massimo che si sia mai riusciti a fare su Commodore 64, quindi all'interno di un contesto ben preciso che è la piattaforma su cui gira. Parafrasando: chi lo ha fatto è riuscito a spremerla come mai nessuno prima d'ora e, cercando, è difficile trovare qualcosa di meglio.

Chi dicesse che A Pig Quest è brutto graficamente dimostrerebbe di non capirne molto di come funzionano i videogiochi, perché semplicemente escluderebbe dal discorso alcuni riferimenti imprescindibili per dare una valutazione assennata. Un giudizio deve tenere conto delle condizioni in cui qualcosa accade, in relazione a quanto le stesse siano determinanti per il risultato stesso. Ad esempio, se guardando A Pig Quest ci mettessimo a discutere del fatto che nel gioco manca il ray tracing, dimostreremmo di essere un pochino fuori fuoco rispetto all'oggetto che stiamo valutando. Semplicemente staremmo avanzando una pretesa impossibile per screditare qualcosa di altrimenti eccezionale.

Ora, se al maiale, che per la cronaca si chiama Frank Further, sostituiamo Link, il discorso non cambia non di una virgola. The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è un gioco tecnicamente meraviglioso, al contrario di quanto affermato polemicamente da David Jaffe, perché, nel contesto della piattaforma Nintendo Switch, non si è mai visto di meglio. Oltretutto è anche sbagliato dire che sia costato poco a livello produttivo, perché comunque il motore esegue delle operazioni molto complesse, mantenendo sempre (o quasi) un buon livello di dettaglio.

Quindi, quantomeno dal punto di vista dell'ottimizzazione, il lavoro che c'è dietro deve essere stato enorme, lavoro che non tutti possono permettersi di fare (pensate solo alle complicazioni derivanti dalla gestione dell'unione degli oggetti con l'Ultramano). Continuare a valutare l'aspetto tecnico dei giochi solo per come appaiono, ossia per il colpo d'occhio, senza tenere conto dei sistemi che i motori devono gestire in tempo reale mentre si gioca è uno dei drammi di questo settore.

Concludendo, se nel contesto "Nintendo Switch" The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom sfrutta al massimo la piattaforma, è naturale che si esprimano apprezzamenti nei suoi confronti, a prescindere dall'esistenza di giochi per altri hardware più belli da vedere. Lo sappiamo, è una grandissima banalità, ma evidentemente qualcuno la ignora, visto il dibattito surreale nato intorno al gioco.