Dalle origini del videogioco a oggi, il genere hack & slash ha attraversato diversi confini andando a fondersi con la strategia, sfociando nel picchiaduro e mescolandosi a più livelli con il gioco di ruolo. Ma con Drox Operative l'apprezzato genere compie un balzo cosmico portando il gameplay tipico del genere nello spazio. Non mancano ovviamente i drop di qualità crescente, stash, livelli, potenziamenti di ogni genere e tonnellate di nemici da massacrare in sequenza. Inoltre la visuale rimane quella usuale, isometrica, ma non ci sono terreni o dungeon a fare da sfondo, bensì una coltre di stelle, con i punti di riferimento che sono rappresentati da soli, pianeti e anomalie spazio-temporali. Le partite del titolo creato da Soldak si svolgono, infatti, all'interno di sistemi solari generati casualmente che rappresentano scenari da completare in successone. Livelli popolati non solo da mostri ma anche da razze, inizialmente neutrali, intenzionate ad espandere il proprio dominio.
Una possibile evoluzione del genere
Al classico gameplay da hack & slash, in Drox Operative si aggiunge, dunque, una componente strategica che ci consente di perseguire anche obiettivi pacifici influenzando i rapporti diplomatici tra le razze che si contendono un sistema solare. Queste hanno un "carattere" che ne determina il comportamento e ciò significa che talvolta non è possibile scendere a patti, vista l'attitudine aggressiva di alcune fazioni. Ma quando gli attori coinvolti nella disputa spaziale sono disposti a ragionare è anche possibile, lavorando sulla diplomazia, ottenere la vittoria senza passare per la distruzione delle forze rivali. Per influenzare i rapporti diplomatici è possibile sia usare gli scambi, basati sugli oggetti ottenuti massacrando nemici, sia difendere i pianeti di una fazione, sia tentare azioni di spionaggio, sabotaggio o propaganda. Un'altra interessante attività è senza dubbio quello di completare le varie missioni ottenibili nei pianeti alleati. Queste possono andare dalla colonizzazione di un pianeta, espletata automaticamente stazionandovi sopra, fino all'annichilimento di un'intera razza. Ma le possibilità di azione non mancano nemmeno quando tutte le razze di una partita sono in pace. La galassia, infatti, è sempre piena di nemici generici, di predoni e di alieni furibondi che si aggirano tra anomalie e vecchie stazioni spaziali per abbatterci e depredarci. La complessità cresce quando una fazione comincia ad aggredire i vicini e le altre, di rimando, chiedono il nostro aiuto.
Intervenire significa, ovviamente, crearsi dei nemici ma, nel caso delle compagini meno diplomatiche, anche la mancanza di intervento può essere considerata un'offesa capace di deteriorare i rapporti. Trovare un equilibrio, dunque, non è sempre facile. Inoltre quando i nemici si fanno troppo numerosi la sopravvivenza diventa una questione ardua, soprattutto quando il livello della nostra astronave è ancora basso. Ma la morte è parte integrante del gameplay, come in qualsiasi hack & slash, e include il respawn corredato da un malus ai punti esperienza. Inoltre, salendo di livello, l'uso della forza diventa sempre più conveniente, anche se con il crescere del livello cresce anche la difficoltà e non è detto che distruggere tutto quello che si muove sia la via più soddisfacente e funzionale. Senza alleati, infatti, non è possibile effettuare scambi o accettare nuove missioni e questo limita le entrate finanziarie costringendoci, tra l'altro, a ronzare attorno a una stazione di ricarica degli scudi per sopravvivere, visto che non essendoci forze alleate a difenderci.
In ogni caso, la presenza di una componente strategica amplifica notevolmente gli orizzonti di gioco anche se si basa su meccaniche semplici e in buona parte casuali. Ci troviamo, insomma, nei panni di semplici mercenari in un micro universo spaziale che in buona parte si gestisce autonomamente. Inoltre il dinamismo del contesto e la varietà delle situazioni sono controbilanciati da una mancanza piuttosto rilevante. Avere come ambientazione sistemi spaziali generici e tutti simili, infatti, porta a una carenza evidente in termini di varietà e di possibilità esplorative. Le mappe, ovvero i sistemi solari che compongono una galassia, sono zone ovali circoscritte al di fuori delle quali c'è il nulla cosmico. L'unica cosa che cambia è la disposizione dei pianeti presenti nei diversi sistemi che finiscono per assomigliarsi sia all'interno della stessa partita sia quando creiamo una nuova galassia. Ma Drox Operative, pur essendo meno coraggioso di quanto non appaia sulle prime, riesce comunque a portare un'impronta di originalità nel genere e apre prospettive interessanti per il futuro, evidenziando come MOBA e simili siano solo una delle possibili evoluzioni dell'RPG in chiave action.
Piccole importanti differenze
L'ambientazione spaziale, che implica l'uso delle astronavi, comporta alcune differenze anche in relazione alle meccaniche hack & slash. Mine, proiettili balistici e laser guidati rispettano i canoni del genere e funzionano bene grazie alle tempistiche azzeccate. Inoltre la percentuale di colpi critici o fuori bersaglio non è legata solo alla mira ma anche a un tiro di dado virtuale come per gli RPG e gli hack & slash fantasy. Ma alla formula classica vanno aggiunte le traiettorie di movimento delle navi, necessariamente meno libere di quelle di un personaggio di Diablo & co, che possono essere sfruttate per sfuggire ai colpi dell'avversario o attirarlo su una mina atomica. Inoltre anche se la formula è vicina a quella dei classici del genere, con tanto di cooperativa a quattro e scambi di oggetti, non lo è altrettanto la gestione dell'equipaggiamento e delle abilità. Nel titolo targato Soldak non ci sono, infatti, le classiche skill ma le possibilità di azione dell'astronave vengono determinate da una serie di dispositivi da installare nei rispettivi slot del vascello. Questi spazi sono condivisi con gli altri elementi dell'equipaggiamento, come il rivestimento dell'astronave: questo comporta un'estrema libertà ma ci obbliga anche a scegliere se puntare su un maggiore numero di armi, sull'incremento della manovrabilità o sulla solidità della difesa.
Ma c'è un altro limite che coinvolge gli armamenti ed è una barra di energia che, una volta esaurita, ci impedisce di fare fuoco. Inoltre, per montare componenti sempre più potenti è necessario installare anche fonti di energia ausiliare che vanno anch'esse ad occupare slot di equipaggiamento. Questa impostazione garantisce una discreta varietà e, al contempo, impedisce che la nostra astronave si potenzi troppo rapidamente. Niente di rivoluzionario, sia chiaro, ma la scelta risulta decisamente funzionale nel regalare longevità a un titolo che, una volta esauriti gli scenari strategici, si affida quasi completamente al potenziamento delle astronavi attraverso livelli e migliorie all'equipaggiamento. Le mappe, comunque, pur essendo inevitabilmente povere, hanno alcuni elementi di cui tenere conto. Si parte dal pozzo gravitazionale degli astri, che rallenta le astronavi diventando un elemento rilevante per il gameplay, per arrivare a numerosi fenomeni spaziali, sparsi per la mappa, che possono nascondere oggetti di grande valore, nemici in agguato e anomalie che ci portano in spazi interdimensionali pieni di nemici. In ogni caso sono le meccaniche il punto centrale del titolo che non concede nemmeno troppo spazio alla grafica. Non che Drox Operative sia brutto da vedere: la grafica è tecnicamente povera e le astronavi non sono particolarmente ispirate, ma luci, esplosioni e laser sono curati e sono senza dubbio gli elementi più importanti vista la preponderanza dei combattimenti. Inoltre i requisiti hardware minimi, ovvero Pentium 4 e GeForce 2, sono a dir poco esigui.
Conclusioni
Sito ufficiale
19,63€
Livelli, combattimenti e nuovi oggetti rappresentano il cuore di Drox Operative che alla radice è un hack & slash duro e puro. Ma l'ambientazione spaziale, l'aggiunta di un contesto dinamico, le opzioni diplomatiche e la maggiore libertà in relazione all'equipaggiamento sono elementi in grado di distinguere il titolo dalla massa. Nonostante comportino anche alcuni problemi. Abbastanza, insomma, da giustificare i circa 20 euro chiesti da Soldak che pur essendo pochi in relazione ai cosiddetti tripla A, rappresentano ormai il prezzo standard nel caso delle produzioni indipendenti di livello medio/alto.
PRO
- Tutte le meccaniche degli hack & slash
- Estrema customizzazione dell'equipaggiamento
- La componente diplomatica aggiunge profondità...
CONTRO
- ...ma non quanta avremmo sperato
- Varietà ambientale davvero limitata
- Grafica anonima
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- OS: Windows 7
- CPU: Core i7 920
- RAM: 6GB
- GPU: GeForce GTX 570 GLH
Requisiti minimi
- OS: Windows 98/ME/2000/XP/Vista/7
- CPU: 1.5 GHz Pentium 4 (o equivalente)
- RAM: 256MB
- GPU: GeForce 2 (o equivalente)
- HD: 200MB di spazio libero
Requisiti consigliati
- OS: Windows 98/ME/2000/XP/Vista/7
- CPU: 2.0 GHz Pentium 4 (o equivalente)
- RAM: 256MB
- GPU: GeForce 3 (o equivalente)
- HD: 200MB di spazio libero