Se la mania per le corse ad alta velocità sembra non passare mai di moda, è l'utilizzo delle ruote a subire, in quest'ultimo periodo, un forte decremento. Campi magnetici invertiti, sospensioni dal suolo dovute a particolari motori ultra potenti, dominio assoluto della gravità: ecco i presupposti che rendono le gare sempre più interessanti, sebbene prive di qualsivoglia realismo. Grazie all'indubbia fama raggiunta da Wipeout infatti, nessuno si stupisce più nel veder guidare simili futuristici mezzi in contesto videoludico; manca ad oggi però, e non ci stancheremo mai di esserne delusi, l'anello di congiunzione tecnico che renda questi mezzi riproducibili nella realtà, in barba alle numerose industrie di pneumatici. Ecco che Repulze si va ad affiancare, seppur con qualche novità, alla nutrita schiera di titoli ispirati al capolavoro Studio Liverpool, in maniera certamente meno palese rispetto al recente Flashout 3D ma con alcuni richiami sicuramente inconfondibili.
Ma un gioco intero mai?
Nell'analisi di Repulze, partiremo per una volta dalla fine: il gioco appartiene infatti a quella odiosa categoria di titoli rilasciati "a rate". In questi casi, come noto, in maniera del tutto priva di senso viene rilasciato dagli sviluppatori un "pezzetto" di gioco con il primo acquisto e poi, con calma e con il giusto tempo, le restanti parti mediante successivi upgrade pianificati.
Il problema è però che spesso tali aggiunte secondarie sono in realtà nient'altro che pezzi fondamentali di gioco, modalità importantissime che ne allungano di molto la longevità e comunque la varietà generale. La loro mancanza, in fase di analisi, si fa sentire eccome e la promessa di aggiornamenti futuri assume in certe occasioni anche il sapore della beffa. Tornando al titolo in questione, di fatto con il download iniziale si acquisterà solo una modalità Time Trial. Ottimamente realizzata, ben implementata con l'online, ma pur sempre una sola modalità di gioco. In pratica per i perfezionisti del tempo migliore, la scelta non poteva essere più azzeccata, grazie all'assenza di gare competitive con più navi in pista. Assieme alle altri navi, non si potranno più utilizzare power up e armi (non avendo bersagli), al di fuori di un turbo, la cui modalità di raccolta ci è sembrata un po' bizzarra. In sostanza, lungo ogni tracciato sono disseminati dei portali rossi e verdi, alcuni appaiati, altri messi in posizioni ben precise ma senza un apparente di criterio. Lambendo o attraversando tre volte il portale dal giusto colore (indicato dai triangoli in alto), si accumulerà una carica di turbo. L'obbligo di passare dai portali è certamente la novità più grossa che differenzia Repulze da Wipeout ad esempio. Tuttavia, non riusciamo a capire il senso di questa scelta. Proviamo ad azzardare due ipotesi, la prima legata al mantenimento di traiettorie più corrette sulle quali si trovano i portali, oppure in senso negativo, obbligando il giocatore ad uscire dalla giusta parte di tracciato per cercare di sfiorarli.
In entrambi i casi, il risultato è una feature scialba, inutile, che poteva essere sostituita da altre modalità certamente più divertenti. Per il resto, il gameplay vero e proprio di Repulze non stupirà di certo: navi antigravità (con un level design non bellissimo ma almeno originale), piste articolate (anche in questo caso, come in Flashout 3D, niente curve a gomito o troppo strette, ma sono presenti numerosi "giri della morte"), controlli molto precisi sia con gli accelerometri sia con le frecce digitali, merito anche del recente piccolo aggiornamento. Da segnalare il riavvio automatico degli ultimi 5 secondi in caso di frontali troppo violenti. Sempre secondo tradizione, per sbloccare altre navi e altre piste si dovrà procedere vincendo i riconoscimenti di ogni gara, contrassegnati da 3 stelle, che possono variare dal tempo minimo da battere al numero di urti ricevuti ecc. Molto buono infine il lavoro svolto dal punto di vista tecnico, grazie alle navi molto ben definite ma soprattutto ad una grande fluidità ad ogni velocità.
Conclusioni
Repulze promette bene, può anche sedurre i fan del genere già al primo incontro, ma in brevissimo tempo finisce inevitabilmente con il ridursi ad un corposo antipasto di un pranzo che non si sa quando avverrà. Destinato ai veri maniaci del perfezionismo cronometrico, per tutti gli altri si tratterà di un gioco in cui girare, da soli, per moltissimo tempo. L'ennesimo "acquista e spera" dunque che, seppur con bassissimo investimento iniziale, non possiamo certo giudicare come se fosse un titolo completo.
PRO
- Time Trial molto ben fatto
- Veloce e fluido
- Controlli impeccabili
CONTRO
- C'è solo il Time Trial
- Niente competizioni dal vivo
- Non si capisce il senso videoludico dei portali colorati