Che il boom di Kickstarter abbia rimodellato il modo degli sviluppatori indipendenti di finanziarsi, presentare un progetto e interagire con la community è fuori discussione. Eppure, se in molti hanno voluto inseguire questa finta Eldorado per avviare una propria campagna di crowdfunding, diversi team hanno scoperto sulla propria pelle come la fiducia degli utenti e l'esposizione data da Kickstarter comporti anche una serie di responsabilità e complicazioni. Uno dei casi più evidenti è Star Command, gioco mobile sviluppato dai giovani ragazzi di War Balloon, la cui epopea ha attraversato due raccolte fondi gestite malamente, alcuni posticipi e drastici ridimensionamenti.
Il progetto proposto inizialmente era il sogno di ogni trekker: un ambizioso simulatore di Enterprise, in cui il giocatore gestiva la vita di un equipaggio in una nave spaziale, esplorando galassie e affrontando pirati, negoziando con nuove civiltà e riproducendosi con razze aliene. Una sorta di FTL presentato però con una vivace grafica da tycoon game. Peccato che gli autori abbiano sottovalutato (ancora una volta) la mole di lavoro e risorse richiesta da un progetto di questo tipo, e così le enormi promesse e ambizioni del progetto originale non sono state mantenute, se non in microscopica parte.
"Ma è un pezzo di ferraglia!"
L'avventura spaziale di Star Command viene introdotta da un editor abbastanza sempliciotto con cui il giocatore può decidere l'aspetto del Capitano della propria nave. In realtà le opzioni disponibili si contano sulle dita di una mano, spaziando appena dal sesso al colore della pelle, da poche pettinature a qualche pelo facciale.
Successivamente si passa alla scelta del nome e del colore della propria nave stellare, nonostante al primo avvio sia disponibile un unico modello: per accedere a navi più spaziose e resistenti è necessario portare a termine il gioco almeno una volta, ma arrivati a quel punto si ha difficilmente voglia di rigiocare l'intera campagna a un livello di difficoltà maggiore o con un mezzo di trasporto più grande. Una volta saliti a bordo viene subito chiesto di costruire stanze, assumere nuovi membri nell'equipaggio e dare a ciascuno di loro un particolare incarico: i soldati dalle tute rosse possono posizionarsi ai cannoni della nave oppure difenderla da eventuali abbordaggi; i tecnici, vestiti di giallo, sono in grado di riparare i danni subiti, mentre gli scienziati in blu curano i propri alleati. Il Capitano fa un po' da jolly e può ricoprire ogni ruolo, ma anche se le sue statistiche sono sensibilmente più elevate rispetto alla media, il gioco termina nel momento in cui viene ucciso.
Un tutorial guida passo passo alla gestione della nave e del proprio equipaggio, ma proprio quando ha inizio il primo combattimento spaziale con una nave aliena, il giocatore viene lasciato senza una guida, costretto a intuire in maniera completamente autonoma come funziona il sistema di combattimento. Ad ogni arma (blaster, laser, mitra) viene associato un differente minigioco di riflessi e tempismo, ma sarà necessario qualche tentativo a vuoto prima di decifrarne l'interfaccia e sparare finalmente il primo colpo. Basta proseguire appena un po' nella trama per rendersi conto che tutte le promesse fatte da War Balloon non sono presenti nel gioco, e che l'intera campagna non è altro che un susseguirsi di scontri tutti uguali e di difficoltà crescente. I rapporti diplomatici con altre razze aliene sono ridotti al minimo e finalizzati al progredire nella storia, mentre il senso di esplorazione si limita a una sequela di checkpoint che portano da un pianeta all'altro fino al combattimento finale. Nonostante i minigiochi eliminino quelle poche velleità simulative rimaste a Star Command, le battaglie spaziali rappresentano quindi l'unico vero momento vivace e divertente nell'intero pacchetto: bisogna schivare i colpi in arrivo, passare al contrattacco, inviare i soldati a intercettare gli alieni che salgono a bordo, spostare i feriti in infermeria e intanto riparare le parti di nave danneggiate, stando però attenti a non essere risucchiati fuori nel caso di una falla nella parete.
Peccato che gli sviluppatori si siano lasciati andare ad enormi scivoloni di design e cattivi esempi di bilanciamento: l'intelligenza artificiale dei tecnici si preoccupa di riparare esclusivamente i danni che si trovano subito adiacenti, ignorando completamente un incendio pochi passi più in là; stesso discorso per i soldati, che sparano a vista ma non possono essere inviati all'inseguimento degli aggressori. Inoltre i vari membri dell'equipaggio non possono cambiare professione all'istante, rallentando l'azione e creando momenti spesso frustranti: se si vuole trasformare un tecnico in un soldato, magari per rinforzare le proprie difese, bisogna inviarlo verso la stanza dei motori, aspettare che indossi la tutina gialla e rigirarsi i pollici mentre lo si vede tornare in posizione. Come se non bastasse, la curva di difficoltà impenna da un momento all'altro rendendo i livelli più avanzati fin troppo frustranti, ma paradossalmente per vincere basta spostare l'intero equipaggio in un'unica stanza e aspettare che gli alieni vengano abbattuti man mano che entrano dalla porta d'ingresso. Finché il Capitano resta in vita non importa quanti danni subisce la nave, a dimostrazione ulteriore del lavoro di game design frettoloso o superficiale. A chiudere in bellezza, si fa per dire, c'è l'eccessiva precisione richiesta dal sistema di controllo dell'equipaggio: se su iPad capita spesso di toccare la casella sbagliata, sul piccolo schermo di iPhone diventa una sfida a dir poco chirurgica.
Conclusioni
Il gioco che è arrivato su App Store pochi giorni fa, lo dichiarano gli stessi autori, "contiene solo il 30% dell'idea iniziale", e si vede. Finto senso di eplorazione, trama superficiale, rapporti diplomatici del tutto assenti, limitata crescita del proprio equipaggiamento e poche opzioni di personalizzazione sono soltanto alcune delle pecche del progetto. Star Command però non è tanto il risultato di promesse non mantenute e ambizioni troppo grandi. Il prodotto di War Balloon è un ripetitivo susseguirsi di combattimenti tutti uguali tra loro e poco entusiasmanti, che non richiedono un approccio strategico e che sono spesso troppo frustranti. I prossimi aggiornamenti introdurranno nuovi nemici, missioni ed elementi di gameplay, ma allo stato attuale siamo lontani anni luce dalla profondità di un FTL o, comunque, dalla varietà che ci si aspetterebbe anche dal più semplice dei simulatori di questo tipo.
PRO
- Comandare una nave stellare è sempre fantastico
- Potete dare ai personaggi il nome dei vostri amici e vederli risucchiati nel vuoto cosmico
CONTRO
- Simulazione superficiale
- Combattimenti mal bilanciati e privi di spiegazioni
- Esperienza complessiva molto ripetitiva