In una campagna di crowdfunding di un videogioco, spesso e volentieri l'originalità di un'idea conta meno del modo in cui quest'idea viene presentata.
Quello di Fist of Awesome è soltanto uno degli innumerevoli esempi, ma un divertente filmato di presentazione, una buffa grafica in pixel art e una premessa narrativa nonsense hanno permesso allo scozzese Nicoll Hunt di dar vita a un discreto seguito attorno a quello che tutto sommato sembrava essere fin da subito un beat'em up come tanti altri. Dopo un divorzio finito in malo modo con il suo ex-partner Andrew Smith (assieme avevano realizzato l'ottimo Hard Lines), Hunt si è potuto dedicare a quella che fin da ragazzo era la sua grande ambizione: creare un beat'em up indimenticabile. Dopo aver terminato Fist of Awesome possiamo dire con certezza che no, l'autore al suo sogno non ci si è neanche avvicinato.
Fist of Awesome è un beat'em up vivace e pieno di humour, ma anche fin troppo ripetitivo
Il pianeta degli orsi
Come dicevamo, in Fist of Awesome bastano pochi secondi per essere travolti da una trama assolutamente fuori di testa, ricca di humour e che fa del citazionismo estremo il suo cavallo di battaglia. Protagonista è Tim Burr, un boscaiolo con barba e camicia a quadri d'ordinanza, che tutto d'un tratto si ritrova con la sua casa in fiamme e la sua famiglia rapita. In pieno stile Ritorno al Futuro, tutto quel casino è dovuto apparentemente a un evento avvenuto nel passato, a causa del quale gli orsi sono evoluti e hanno schiavizzato gli umani, diventando a tutti gli effetti la razza dominante. Ultimo ingrediente in questo calderone di pura irrazionalità è la mano parlante che accompagna Burr per tutta la sua avventura e gli permette di mollare dei destri poderosi.
Da questo punto di vista Hunt è riuscito a dar vita a una storiella leggera ma efficace, che tra dialoghi volutamente ridicoli, giochi di parole ed evidenti riferimenti non manca mai di strappare qualche risata a denti stretti. Strizzando chiaramente l'occhio a Il Pianeta delle Scimmie, l'ingarbugliarsi del continuum spazio-temporale è un pretesto perfetto per portare il protagonista a visitare epoche storiche nella loro versione alternativa: come sarebbe il Medioevo se al posto degli umani ci fossero orsi senzienti? E la metropolitana di Londra? Tra orsi vestiti da Boba Fett, cervi indemoniati, Men in Black con la pelliccia e strip club gestiti da animali, l'autore si è dato alla pazza gioia, non risparmiandosi neanche per quanto riguarda citazioni al mondo pop e ad altri videogiochi, da Portal a Ritorno al Futuro, da Zelda a Game of Thrones. Il tutto viene rappresentato attraverso uno stile grafico in pixel art estremamente buffo e vivace, ma a spiccare è soprattutto la componente sonora, da un lato grazie alle musiche chiptune di Echolevel, dall'altro grazie a un campionamento di suoni realizzato a voce dallo stesso autore, con effetti sonori e gridolini assolutamente esilaranti. Peccato che gran parte dell'esperienza si riduca bene o male a quanto appena detto, perché tolte le battute e i cammeo quel che resta è un beat'em up tutt'altro che divertente. Il sistema di controlli parte da un'idea interessante, e anziché ricorrere ai soliti tasti virtuali, l'autore ha preferito un'interfaccia trasparente e intuitiva: scorrendo un dito nella metà sinistra dello schermo si può spostare il protagonista nelle varie direzioni, mentre la parte destra viene utilizzata per attaccare; a seconda che si faccia un tocco, si tenga premuto o si faccia scorrere il dito in una direzione, il proprio alter-ego esegue un attacco normale, un colpo speciale o un salto.
Combinando i vari input si può così eseguire uno Shoryuken, afferrare un nemico e lanciarlo contro i suoi compari, provare un calcio volante o infierire su un avversario steso a terra. Sfortunatamente non è raro eseguire un colpo anziché un altro, e nonostante il sistema funzioni nel complesso piuttosto bene, siamo parecchio lontani da quei controlli rivoluzionari e dinamici che l'autore scozzese aveva promesso nei mesi passati. La poca varietà di attacchi e le combo risicate si scontrano con due grosse problematiche: la prima riguarda uno scarso lavoro di bilanciamento, a causa del quale eliminare ciascun nemico richiede un numero abbondante di colpi, rendendo l'esperienza frustrante e ripetitiva soprattutto quando ci si trova a dover affrontare i gruppi di avversari più gremiti. A ben poco serve salire di livello e potenziare le caratteristiche del personaggio, visto che la differenza di danno inferto è del tutto inconsistente. Il secondo grosso difetto lo si nota nella quasi totale mancanza di originalità e diversità tra i nemici, se non per un semplice fattore estetico: tutti gli avversari seguono più o meno lo stesso schema d'attacco, e nessuno di questi, boss compresi, spinge chi gioca ad adottare una strategia piuttosto che un'altra. Dovendo quindi ripetere in continuazione gli stessi attacchi, la noia, inutile dirlo, ci mette poco ad arrivare. Gli obiettivi sbloccabili o la presenza di una modalità Arena in cui usare uno qualsiasi dei personaggi e dei nemici non bastano a risollevare un beat'em up che è ripetitivo e poco stimolante, stiracchiato in molte sequenze e incapace di offrire una sfida intrigante dal primo minuto al boss finale.
Conclusioni
Nonostante l'impegno dello sviluppatore, Fist of Awesome si limita ad essere un buffo omaggio ai beat'em up dell'era 16-bit, ma non riesce ad andare oltre. Le premesse senza senso, i dialoghi ricchi di humour e le citazioni sparse qua e là riescono senza dubbio a strappare un sorriso, ma la mancanza di varietà e il gameplay ripetitivo e noioso pesano parecchio sull'esperienza complessiva.
PRO
- Tanto humour e citazioni ovunque
- Ottima grafica in pixel-art e suoni divertenti
CONTRO
- Diventa ripetitivo in tempi record
- Potenziamenti poco incisivi
- Tasso di sfida quasi inesistente