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Un ritorno amaro

Dopo un lungo periodo di pausa forzata, la serie di basket di Electronic Arts ritorna sul mercato con NBA Live 14

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   09/12/2013

Che qualcosa non stesse andando per il meglio in quel di EA Sports per quanto riguarda il comparto basket era ormai ben noto, considerando la travagliata situazione della serie NBA Live e la difficile genesi di questo capitolo. Sono passati quattro anni dall'ultima uscita nella serie, in seguito alla quale abbiamo assistito a ben due cancellazioni di giochi dallo sviluppo ormai avviato, con NBA Elite 11 e NBA Live 13 entrambi eliminati in corso d'opera, segno evidente di grossi problemi riscontrati già in fase di costruzione dei titoli. Tutto questo ha portato alla situazione di monopolio assoluto per il genere da parte di 2K Games e il suo NBA 2K, che partendo già dall'ottima base qualitativa che lo caratterizza ha anche avuto finora la strada completamente spianata per la conquista del mercato.

Un ritorno amaro

Un caso strano, quello del basket made in EA, che stride alquanto con i sonori successi riscossi in giro per il mondo da Madden NFL, NHL e sopratutto FIFA, che nonostante lo status di outsider del calcio in America ha dimostrato di rappresentare il fiore all'occhiello dell'intera produzione EA Sports negli ultimi anni. Comunque, i presupposti per una rivalsa storica c'erano tutti, a questo punto: partendo dal nuovo motore Ignite Engine che ha già dimostrato ottime cose con FIFA, un rimpasto generale del team responsabile, carico di nuove proposte e aspettative e le potenzialità offerte dai nuovi hardware di PlayStation 4 e Xbox One, su cui gli sviluppatori si sono concentrati esclusivamente eliminando il fardello delle versioni "current gen" facevano pensare ad un nuovo inizio in grande stile. Purtroppo, diverse cose non sono andate per il verso giusto e NBA Live 14 si è dimostrato un prodotto decisamente al di sotto delle aspettative, nonostante alcune buone idee lanciate comunque dal team sul parquet di gioco, il solito sostanzioso contorno di modalità e contenuti tipicamente EA e un importante accordo di partnership con ESPN che impreziosisce il confezionamento del prodotto.

Woops, I did it again

Uno si aspetterebbe che dopo la lunga pausa, quantomeno, il gioco sia arrivato completo di ogni caratteristica sugli scaffali dei negozi, invece NBA Live 14 sembra ancora in cantiere, come dimostrano le recenti dichiarazioni da parte del produttore esecutivo Sean O'Brien sullo stato di "lavori in corso" imposto al gioco in seguito ai feedback negativi rilevati nei primi giorni di lancio. Si tratterebbe anche di una mossa lodevole da parte di EA Sports se non fosse così tardiva. D'altra parte, i problemi di questa nuova simulazione di basket sono difficilmente risolvibili attraverso aggiornamenti scaricabili e coinvolgono diversi aspetti del gioco, dal gameplay al comparto tecnico, per arrivare alle meccaniche delle varie modalità, che si presentano comunque numerose e apparentemente ben assortite. Il primo problema è legato al comparto grafico e risulta evidente al primo impatto, in particolare se si è avuto precedentemente a che fare con NBA 2K14, ma questo potrebbe anche passare in secondo piano se non ci fossero svariate lacune anche nella meccanica stessa del gameplay. L'Ignite Engine che abbiamo apprezzato in FIFA 14 non sembra riuscire ad applicarsi a dovere alle dinamiche del basket, generando collisioni poco convincenti e soprattutto mantenendo quella vecchia sensazione di incollatura della palla ai movimenti del portatore che sa tanto di vecchia scuola, nonostante il sistema di controllo "libero" del palleggio attraverso i movimenti dello stick destro - il "BounceTek" - funzioni anche a dovere e inneschi animazioni piacevoli a vedersi.

Un ritorno amaro

Il fatto è che sembra scollegato dai movimenti standard dei giocatori e aumenta in questo modo il senso di artificiosità generale delle animazioni e soprattutto dei movimenti della palla. Sul campo di gioco, l'altro problema fondamentale è fornito dall'intelligenza artificiale, sia in fase difensiva che offensiva. Non è facile riuscire a imbastire un'azione che coinvolga tutta la squadra, con gli schemi che funzionano parzialmente anche quando vengono direttamente chiamati dal giocatore. L'azione d'attacco standard della CPU si limita al continuo tentativo di penetrazione verso il canestro, mentre in difesa i giocatori controllati dal computer pensano soprattutto a mantenere le posizioni standard e fare muro intorno all'area, difficile vedere tagli o manovre complesse da parte dell'intelligenza artificiale con o senza palla, cosa che si riflette sia nella fase difensiva che offensiva per il giocatore. Se ci si ferma un attimo durante una situazione di attacco o di difesa diventa evidente la staticità di tutto quello che sta intorno al giocatore, che pare essere l'unica variabile in gioco in un mondo cartonato. Tutto questo, unito alla gestione legnosa e quasi "scriptata" della palla, contribuisce ad appiattire in maniera preoccupante il ritmo e le dinamiche delle partite.

L'atteso ritornno sa di fallimento: NBA Live ha ancora parecchia strada da fare

Le opzioni ci sono

EA Sports non tradisce sul piano della quantità di opzioni e modalità di gioco, almeno, anche se l'approssimazione generalizzata con cui NBA Live 14 pare messo insieme non risparmia nemmeno queste. La modalità Carriera ricalca quella classica degli sportivi, consentendo di farci vivere in prima persona l'ascesa di un giocatore dall'accesso all'NBA fino alla consacrazione nella hall of fame. Ovviamente permangono i problemi rilevati nel cuore del gameplay, ovvero le partite sul campo, ma anche il contorno non si rivela all'altezza di quanto visto in NBA 2K14, con un sistema eccessivamente punitivo per quanto riguarda la valutazione delle azioni che in pratica non consente mai di improvvisare qualche soluzione di gioco alternativa costringendoci a seguire uno stretto sentiero per quanto riguarda il comportamento sul campo, oltre a tagliare fuori tutti quegli elementi collaterali nella gestione del giocatore dati dai rapporti con gli sponsor e con la squadra. Dinastia è la modalità manageriale (con possibilità di giocare direttamente le partite) e da questo punto di vista l'esperienza degli sviluppatori ha consentito un lavoro di base funzionale, incentrato soprattutto su gestione di statistiche e menù. Il problema, in questo caso, è dato magari da una simulazione piuttosto aleatoria delle dinamiche del campionato, che sembrano non tenere molto conto dell'effettivo valore dei vari giocatori e delle condizioni effettive di questi (nonostante le connessioni costanti con le statistiche reali), sia per quanto riguarda i risultati dei match che la gestione del mercato. Ben più convincenti risultano invece la modalità Scenario e il solito, ottimo, Ultimate Team. La prima consente di rivivere in prima persona alcuni momenti topici tratti dalle partite realmente giocate in NBA, come accadeva nei vecchi Winning Eleven di Konami e costituisce una variante molto piacevole alle normali dinamiche di gioco. L'Ultimate Team, forte della sua tradizione ormai ampiamente consolidata, funziona molto bene anche in questa declinazione e garantisce un gioco dentro al gioco che non tradisce le aspettative, almeno in questo caso.

Obiettivi Xbox One

NBA Live 14 contiene 49 obiettivi sbloccabili per 1000 punti in totale. Come ogni videogioco sportivo, la maggior parte degli obiettivi è legata a particolari performance all'interno delle partite e statistiche del giocatore, ma essendoci una grande quantità di modalità diverse gli achievement sono ben distribuiti attraverso tutte le varie possibilità di gioco, richiedendo azioni decisamente disparate. La raccolta completa richiede dunque di dedicarsi ad ogni aspetto di questo titolo.

Fu vera next gen?

Anche tralasciando il paragone diretto con NBA 2K14, che tecnicamente si staglia come un colosso rispetto a questo titolo, appare subito evidente come il comparto grafico di NBA Live 14 rappresenti un semplice aggiornamento di un motore studiato per le piattaforme precedenti, nonostante la coraggiosa scelta di tagliare fuori PC, PlayStation 3 e Xbox 360 per concentrarsi esclusivamente sulle next gen. Si nota un incremento di dettagli ed effetti applicati, ma i modelli poligonali appaiono ancora piuttosto legnosi e anche grezzi in certi casi, anche a causa di una qualità altalenante delle animazioni. Per quanto riguarda quest'ultime, si alternano momenti piuttosto convincenti, legati soprattutto al palleggio e in concomitanza con l'uso del BounceTek, ad una generalmente bassa qualità delle movenze riprodotte.

Un ritorno amaro

L'Ignite Engine fallisce proprio in quello che dovrebbe essere il suo punto di forza, ovvero le collisioni tra i corpi e l'armonia tra i movimenti, rendendo molto legnosi i giocatori e in certi casi marcatamente slegate tra loro le movenze. Se si uniscono questi difetti a un movimento della palla che restituisce una sensazione piuttosto lontana dal realismo più convincente, si ha un quadro dello stato di arretratezza che ancora contraddistingue la serie EA Sports rispetto alla concorrenza diretta. Notevole invece il lavoro di confezionamento effettuato grazie soprattutto alla partnership stretta con ESPN, che garantisce un filo diretto con l'NBA reale e contribuisce ad una spettacolarizzazione generale dei match tra presentazioni ed elementi di contorno che fanno respirare a pieni polmoni il clima elettrico del basket nord americano, una caratteristica che rappresenta una sorta di cifra stilistica per quanto riguarda le produzioni EA Sports. Svolge ottimamente il suo lavoro in questo senso anche il comparto audio, tra sonoro in campo e telecronaca in inglese.

Conclusioni

Versione testata: Xbox One
Multiplayer.it
5.0
Lettori (17)
4.4
Il tuo voto

Come se non bastassero i problemi provenienti dall'esterno, con una concorrenza che lascia veramente poco spazio ai dubbi su quale videogioco di basket acquistare, NBA Live 14 è caratterizzato da un coacervo di difetti che partono dal suo interno. La confezione c'è, con le sue modalità di gioco (alcune perfettibili, altre già ben strutturate) e lo spirito tipico da sportivo EA, ma è il contenuto ad essere scarsamente convincente e, in definitiva, poco divertente. Sorvolando sul fatto che il comparto grafico non tenga il passo con NBA 2K14 nonostante le promesse di next-gen a tutti i costi, i problemi legati all'intelligenza artificiale, alla gestione della palla e ai movimenti dei giocatori minano alla base il gameplay di NBA Live 14 e di fatto invalidano quanto di buono ci possa essere tutto intorno. Se non altro, si spera che il ritorno sul mercato possa rappresentare comunque il primo passo verso una rinascita della serie e del dualismo nell'ambito delle simulazioni di basket, ma di strada da fare ce n'è ancora tanta per EA Sports.

PRO

  • Varie modalità, alcune ottime (Ultimate Team e Scenario)
  • Il sistema di controllo BounceTek funziona bene
  • Ben implementata la partnership con ESPN

CONTRO

  • Grafica, animazioni e gestione della palla da ristrutturare
  • Intelligenza artificiale con evidenti lacune
  • Difetti diffusi anche nella costruzione della Carriera e della Dinastia