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Kickbeat, recensione

Kickbeat ci racconta di monaci e di arti marziali messe al servizio della sacralità della musica

RECENSIONE di Mattia Armani   —   03/02/2014

Kickbeat è una girandola di mazzate a tempo di musica. Nel titolo targato Zen Studios il nostro personaggio è al centro dello stage ed è pronto a combattere sfilze di nemici che si fanno sotto da quattro direzioni per attaccarci al ritmo della canzone di turno. Il nostro compito, ovvero quello dello pseudo Bruce Lee che ricopre il ruolo di protagonista, è quello di colpire i nemici nel momento esatto in cui assumono la posizione di attacco in modo da neutralizzarli. Per ogni colpo azzeccato si accumulano i punti mentre in caso contrario la nostra barra della vitalità diminuisce fino al Game Over. Si tratta di una meccanica piuttosto atipica per un gioco musicale ma nonostante KickBeat mescoli picchiaduro e rhythm game i controlli sono piuttosto semplici. Le quattro frecce direzionali consentono di sferrare un attacco nelle rispettive direzioni mentre lo spazio e lo shift, per chi usa la tastiera, attivano rispettivamente il potere chi e i power up che abbiamo raccolto pestando avversari marchiati da simboli che indicano il tipo di bonus ottenibile.

Musica e arti marziali tornano a mescolarsi nella versione PC, riveduta e corretta, di Kickbeat

Una girandola di mazzate

Lo scopo primo di Kickbeat è quello di arrivare vivi alla fine dei livelli, ognuno dei quali è vincolato a uno specifico brano e stile grafico, e raggiungere punteggi elevati nella modalità sopravvivenza. Lo scopo ultimo, quello che conta davvero, è inanellare combo il più lunghe possibili in modo da massimizzare il punteggio in ogni quadro. Completato il gioco con Lee, il personaggio principale che ricorda Bruce Lee contaminato dal mito di Elvis, diventa possibile completarlo anche con la sua controparte femminile, un'aggraziata ma sventurata donzella costretta ad affrontare un grado di difficoltà superiore. E Kickbeat non è facile, nemmeno a livello normale. La relativa povertà del gameplay e la semplicità del sistema di controllo sono controbilanciate dalle strettissime tempistiche richieste per assestare colpi a nemici che si trovano in posizione giusta solo per una frazione di secondo.

Kickbeat, recensione

Sbagliare tempo significa ricevere un colpo e perdere vitalità mentre ogni colpo sferrato a vuoto genera affaticamento arrivando anche a inabilitare il nostro combattente. Inoltre, Kickbeat è studiato per confondere i nostri sensi. A differenza di altri giochi musicali solo una parte del ritmo si traduce gameplay mentre parte della canzone diventa una distrazione e il ritmo base, per quanto riconoscibile, non è così semplice da seguire mentre l'attenzione è volta verso i nemici in procinto di colpirci. Inoltre, a complicare ulteriormente le cose, ci si mette anche la modalità di avvicinamento dei nemici. Questi, infatti, arrivano in quantità e compiono qualche passo intorno a noi prima di attaccarci rendendo difficile, quando lo schermo si riempe di scagnozzi pronti a colpire, capire chi attaccherà prima. E, infine, ci sono anche i nemici che attaccano contemporaneamente ed è necessario avere un tempismo praticamente perfetto per evitare l'attacco di uno dei due abbattendo, al contempo, l'altro. Il risultato è un titolo per nulla semplice, soprattutto all'inizio, che si complica parecchio con l'elevarsi del livello di difficoltà e che diventa quasi un incubo una volta sbloccato il secondo personaggio.

Kung Fu Fighting

Per fortuna, in Kickbeat c'è una luce a guidarci in un caos che include scomodi cambi di visuale implementati per confonderci. L'ordine di attacco dei nemici e l'eventuale necessità di tenere premuto il tasto direzionale per portare un colpo, ci vengono segnalati da indicatori colorati decisamente visibili anche se, come dicevamo, il tutto avviene in una frazione di secondo e, a difficoltà elevate, è praticamente impossibile terminare un quadro senza studiarne il pattern specifico. Un'impostazione non particolarmente fresca anche se meccaniche di questo tipo sono alla base della longevità dei rhythm game e, pur incorporandole in modo piuttosto semplicistico, Kickbeat le arricchisce con le arti marziali che includono anche l'affaticamento del personaggio. Inoltre, dobbiamo considerare il potere chi e i power up che arricchiscono ulteriormente il piatto consentendoci di eliminare molti nemici assieme, come succede con l'onda d'urto, oppure di ergere uno scudo protettivo che può essere molto utile in caso di errori compiuti quando il numero di nemici in fila per schiaffeggiarci è piuttosto alto.

Kickbeat, recensione

Non si tratta, questo è chiaro, di idee rivoluzionarie ma il mix è fresco e funziona adeguatamente incorporando anche un discreto grado di sfida. Il quadro, in sostanza, è positivo e la versione Steam di Kickbeat risulta migliore di quella per PlayStation 3 e PlayStation Vita grazie all'aggiunta di rifiniture estetiche, sei brani extra, salvataggi cloud e un generale bilanciamento del gameplay. Novità non certo esplosive ma gradite anche se sopperiscono a tutte le mancanze di un titolo che non è certo perfetto e che pecca soprattutto in termini di varietà. Inoltre, anche se le animazioni sono valide e lo stile cartoon non è male, le scene di intermezzo sono piuttosto mosce, non esaltano la componente marziale e mancano di mordente risultando così incapaci, nonostante sia questo il loro compito, di spezzare la monotonia insita nel gameplay del titolo. La musica, invece, non è niente male, soprattutto considerando il prezzo esiguo, e la playlist è ricca anche se c'è una feature del titolo che rende superfluo questo tipo di considerazioni. La semplicità di Kickbeat, infatti, comporta un vantaggio notevole ed è quello di consentire l'importazione di qualsiasi brano. Il gameplay del gioco, d'altronde, si basa esclusivamente sul ritmo e questo viene estrapolato automaticamente per ogni brano inserito dal giocatore. Insomma, se possedete Kung Fu Fighting sapete già cosa fare anche se prima di avere accesso all'importazione dei brani dovrete affrontare con successo i primi quattro livelli della campagna.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • Processore Dual Core CPU @ 2 GHz
  • 1 GB RAM
  • Scheda video Geforce 8600 GT o Radeon HD 2600
  • 2 GB di spazio su disco

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital Delivery: Steam
Prezzo: 8,99€
Multiplayer.it
ND
Lettori (1)
6.7
Il tuo voto

In definitiva, quello che di primo acchito appare debole, ovvero il gameplay, è un elemento portante del titolo mentre quello che inizialmente allieta, ovvero il comparto artistico, manca di incisività finendo per esaltare la ripetitività del titolo. Ma nonostante i difetti KickBeat costa meno di dieci euro, può essere combinato con qualsiasi canzone esistente e offre qualche ora di sano divertimento agli amanti dei rhythm game grazie a meccaniche semplici ma non per questo banali.

PRO

  • Lo spirito di Kung Fu Fighting tradotto in videogioco
  • Meccaniche semplici ma non banali
  • Prezzo esiguo e longevità potenzialmente infinita

CONTRO

  • La varietà non è il punto forte di Kickbeat
  • Il comparto artistico manca di incisività