Tengami è l'opera di esordio di Nyamyam, piccolo team britannico fondato da Phil Tossell e Jennifer Schneidereit, due ex dipendenti Rare fuoriusciti dalla società dopo aver concluso i lavori su Kinect Sports. Nel corso del suo periodo di sviluppo, Tengami è riuscito a guadagnarsi l'attenzione di critica e pubblico soprattutto grazie all'originalità dello stile grafico adottato, basato sul concetto dei libri animati che ognuno di noi ha probabilmente avuto modo di conoscere durante l'infanzia. In uscita durante l'anno anche su Wii U, PC e Mac, il titolo in questione ha però già raggiunto l'App Store di Apple, con una versione universale compatibile con iPhone e iPad.
Tengami è un monito: lo stile deve essere necessariamente accompagnato dalla sostanza, altrimenti...
Mondo di carta
Tengami è sostanzialmente un'avventura grafica punta e clicca estremamente tradizionale nelle sue meccaniche: in buona sostanza si tratta di muovere il proprio personaggio all'interno delle ambientazioni risolvendo i puzzle ed enigmi che man mano si parano davanti. Il punto di forza, la pietra angolare della fatica di Nyamyam, come detto in apertura, è senza dubbio da ricercare nella componente estetica del prodotto: in un mercato in cui sembra quasi impossibile riuscire a trovare ancora degli spunti anche solo parzialmente inediti, Tengami è al contrario in grado di sorprendere e ammaliare fin dai primi istanti, proprio grazie ad una veste grafica affascinante e innovativa.
In buona sostanza, l'opera del team britannico si svolge interamente in un mondo fatto di carta, tra le pagine di un libro animato (o pop-up book in inglese): si tratta di quel tipo di volumi, per la maggior parte - ma non solo - indirizzati ai bambini, in cui la particolare piegatura dei fogli porta alla comparsa di elementi e strutture tridimensionali, che appaiono quasi per magia semplicemente voltando le pagine una dopo l'altra. Qui ogni facciata, girata trascinando il dito sullo schermo, è un nuovo posto da esplorare. Tengami non è però un gioco per ragazzini in età prescolare, ma al contrario trova ispirazione nella tradizione giapponese offrendo uno scorcio dell'età feudale, tra ampie ambientazioni in cui spesso la natura incontaminata la fa da padrone. Il risultato sono location semplici, stilizzate ma straordinariamente evocative, colorate da tinte pastello e quasi stranianti per il loro intenso senso di solitudine. La fatica di Nyamyam è quindi senza dubbio un gioco bello da vedere, anche se non manca qualche passo falso che denota le limitate risorse a disposizione; soprattutto le semplicistiche e poco convincenti animazioni e gli effetti fin troppo basici ridimensionano in qualche occasione il risultato finale, che rimane comunque notevole soprattutto se apprezzato sulle generose dimensioni dello schermo di un iPad. A completamento della componente audiovisiva di Tengami contribuisce infine la colonna sonora composta da David Wise, anche lui ex di Rare, e tornato recentemente alla ribalta per il suo impegno in Donkey Kong Country: Tropical Freeze per Wii U. Probabilmente il tema orientale non è l'ambiente più congeniale per l'apprezzato compositore inglese, ma i brani si rivelano comunque gradevoli.
Senza storia e senza paura
Dopo aver letto tante belle parole riguardo a Tengami, vi starete probabilmente interrogando sul motivo di un voto così basso. La risposta è che, sostanzialmente, il lavoro del team britannico denota un assoluto e imperdonabile sbilanciamento in favore della componente grafica su quella contenutistica, col risultato di porre l'utente di fronte a un gioco in ultima analisi fortemente deludente e irrimediabilmente impalpabile nell'elemento più importante.
Sulla brevità dell'avventura possiamo sforzarci di chiudere un occhio, nonostante il prezzo premium lasci un po' di amaro in bocca per il paio di ore scarso necessario per raggiungere la conclusione. Meno perdonabile è la straordinaria pochezza della trama, praticamente inesistente fatta eccezione per una manciata di righe di testo e che non dà alcuna giustificazione alle azioni e al compito assegnato al protagonista. Quest'ultimo, una sorta di samurai come tanti altri, condivide lo spessore della sua caratterizzazione con quello del foglio di carta di cui è composto. È naturale quindi che qualsiasi forma di empatia e di collegamento tra giocatore e alter ego sia irrimediabilmente compromessa, riducendo notevolmente la carica emotiva su cui Nyamyam evidentemente intendeva poggiarsi. Sebbene sia chiaro che l'intento dei programmatori fosse quello di sviluppare l'avventura sul "non detto", sulla riduzione dell'elemento testuale in favore di quello puramente emozionale, l'obiettivo si può dire molto lontano dall'essere stato centrato. Ma ciò che pesa più di tutto nella bocciatura di Tengami è senza dubbio la pochezza del contenuto ludico in sé: lo svolgimento si alterna tra soporifere e lentissime passeggiate a colpi di doppio tap e una manciata di puzzle di difficoltà che passa dall'incredibilmente banale all'imperscrutabile, creando stucchevoli blocchi nella fluidità della progressione. Più in generale, l'elemento cardine della carta e della comparsa di oggetti voltando le pagine si riduce quasi sempre a semplice soluzione estetica piuttosto che parte integrante del gameplay su cui costruire enigmi interessanti.
Conclusioni
Tengami è una ottima idea, ma nulla più. È un vero peccato che gli sviluppatori di Nyamyam non siano riusciti a sostenere la originale e incisiva soluzione estetica basata sul concetto dei libri animati con un un gameplay effettivamente valido: il risultato è una brevissima ma tediosa avventura punta e clicca estremamente debole in tutte le sue componenti al di fuori di quella audiovisiva, che funge da perfetto monito dell'inutilità dello stile se non accompagnato dalla sostanza.
PRO
- Estetica originale ed evocativa
- Discreta colonna sonora
CONTRO
- Progressione tediosa e inconsistente
- Pochi enigmi e rarissimamente validi
- Trama e sviluppo dei personaggi inesistente
- Brevissimo