Segnando il debutto del designer Neven Mrgan e dello sviluppatore Matt Comi con l'etichetta indipendente Big Bucket, The Incident per iPhone e iPad rispecchiava esattamente quelle che erano le ambizioni e gli obiettivi che il duo australiano aveva quattro anni fa. Partire dal basso ed evitare i numerosi ostacoli, arrampicandosi con le unghie e con i denti nel tentativo di salire sempre più in alto, fino a trovare il proprio posto in mezzo alle stelle. Ed è proprio dalle stelle che, quattro anni dopo, Mrgan e Comi hanno voluto ripartire, con un progetto molto più ambizioso rispetto a The Incident. Space Age: A Cosmic Adventure di anni di sviluppo ne ha richiesti tre, ed è un'avventura grafica vecchio stile basata su viaggi nello spazio, pianeti alieni e misteriose civiltà.
Space Age è un'avventura che si rifà alla fantascienza anni 50 e ai punta e clicca di LucasArts e Sierra
Non siamo più nel Kansas
Quando diciamo che Space Age è un gioco "old-school" lo intendiamo in due diversi sensi. Anzitutto, l'avventura di Big Bucket si rifà dichiaratamente ai vecchi punta e clicca di LucasArts e Sierra, ispirandosi per stile e humour a classici del calibro di Beneath a Steel Sky, The Dig e Monkey Island. Il mix di dialoghi leggeri e avventura spaziale richiama ad ogni livello la serie Space Quest, mentre il cast di personaggi, ognuno con un proprio ruolo all'interno dell'equipaggiamento, sembra strizzare l'occhio a tutti i Trekker all'ascolto.
A differenza delle avventure grafiche appena citate, tuttavia, Space Age opta per una visuale a volo d'uccello e scenari quasi sempre oscurati da una sorta di fog of war. Man mano che ci si sposta nell'ambiente, l'oscurità che lo ricopre si dirada piano piano, rendendo visibili zone e dettagli prima nascosti. Quest'idea chiaramente ripresa dai classici strategici in tempo reale, non solo enfatizza l'alone di mistero che circonda un pianeta alieno, ma soprattutto stimola chi gioca ad esplorare ogni angolo della mappa, specialmente se si vogliono portare a termine alcuni obiettivi secondari (assolutamente facoltativi) proposti per ciascun livello. Tuttavia, Space Age è "vecchia scuola" anche nel modo in cui racconta l'epopea spaziale dei protagonisti, con la storia e le tecnologie un po' naive che caratterizzavano i film e i racconti degli anni Cinquanta. Tra i vari rimandi, l'immancabile razzo spaziale che si rifà ai missili Aggregate, citazioni a RX-M Destinazione Luna e addirittura un cameo del robot Robby dal film Il pianeta proibito. La trama vede protagonista un soldato del Kansas che in un 1976 alternativo atterra sul pianeta Kepler-16, allo scopo di cercare forme di vita e raccogliere un minerale alieno chiamato Nucleum. Da qui in poi prende il via un'avventura non troppo lunga (abbiamo impiegato poco più di tre ore per terminare i quattordici capitoli) ma abbastanza varia e ritmata da non annoiare mai fino alla schermata dei crediti. Gli sviluppatori hanno intramezzato la storia con flashback in bianco e nero, viaggi nelle profondità della psiche del protagonista e geroglifici interattivi, ma il tentativo di Big Bucket per mantenere l'esperienza fresca sta anche e soprattutto nelle diverse idee di gameplay inserite qua e là tra i livelli.
In un capitolo bisogna ad esempio guidare un piccolo mezzo di trasporto nel tentativo di cercare e raccogliere il Nucleum; in un altro bisogna infiltrarsi in una base aliena senza farsi scoprire dalle guardie armate; in un altro ancora si difende una struttura da ondate di nemici guidando diverse unità attraverso un sistema tattico che gli sviluppatori affiancano a giochi come Cannon Fodder e Commandos. Va detto che, sebbene tante piccole idee rendano l'esperienza sicuramente più varia, è vero anche che ognuna di queste è solo accennata. Puzzle ambientali o enigmi in cui si interagisce con l'inventario si contano sulle dita di una mano, così come le sequenze stealth o gli scontri a fuoco. Per questi ultimi diremmo quasi "per fortuna", visto che sono probabilmente tra i momenti meno riusciti del gioco: selezionare e spostare i personaggi all'interno della mappa è un'operazione che si scontra con un pathfinding troppo poco preciso, e che in molte occasioni è la causa di fastidiosi game over. Space Age fallisce insomma nel proporre situazioni davvero memorabili o sfide complesse, ma Mrgan e Comi si rifanno in buona parte grazie a un'atmosfera coinvolgente, merito anche dell'ottima e corposa colonna sonora di Cabel Sasser, con decine e decine di brani che meritano di essere ascoltati via cuffie e una canzone finale a dir poco esilarante.
Conclusioni
Space Age: A Cosmic Adventure è un gioco con diverse identità. Un attimo si spaccia per un'avventura grafica in stile LucasArts, l'attimo dopo diventa una sorta di RTS, per poi cambiare di nuovo e buttarsi in brevi momenti stealth. Eppure, nonostante queste diverse personalità, e sebbene alcune funzionino decisamente peggio di altre, il gioco di Big Bucket sembra assolutamente coerente e scorrevole dal primo livello fino all'epilogo. Difficilmente rimarrà impresso nella memoria collettiva com'è stato per i classici che lo hanno ispirato, ma l'atmosfera, i dialoghi e i personaggi sanno divertire e coinvolgere per tutta la durata del breve viaggio.
PRO
- Grande atmosfera e coinvolgente colonna sonora
- Dialoghi divertenti
- Tanta varietà nella narrazione e nel gameplay...
CONTRO
- ...ma nessuna idea viene approfondita
- Piuttosto breve