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Turni in salsa ruolistica

A soli dodici mesi di distanza torna il GdR strategico di Daedalic, ma anche questa volta non convince fino in fondo

RECENSIONE di Luca Olivato   —   27/01/2015

Puntuale come un orologio svizzero, raggiunge le librerie di Steam (e, per il mercato teutonico, anche quelle degli scaffali dei negozi) Blackguards 2, seguito del primo gioco di ruolo della poliedrica software hosue Daedalic Entertainment, sin qui nota soprattutto per le interessanti avventure grafiche ed in particolare per la trilogia di Deponia. Dopo aver testato la versione preliminare qualche settimana fa, non avevamo grossi dubbi sul fatto che i ragazzi di Amburgo sarebbero riusciti a rispettare i tempi di consegna, dal momento in cui il prodotto sembrava molto vicino alla sua forma definitiva. Le apparenze tuttavia ingannavano, in quanto nella release definitiva abbiamo da un lato potuto apprezzare numerose rifiniture ed aggiunte presenti sin dai primi minuti di gioco, e dall'altro constatare, sempre nel medesimo breve arco di tempo, come diversi bug tecnici non siano stati ancora risolti.

Una storia malefica

Partire con ordine può aiutare a chiarire le idee.

Turni in salsa ruolistica

All'inizio ci troviamo ancora una volta nei labirinti sotto l'arena dove è stata inspiegabilmente rinchiusa Cassia, la protagonista di Blackguards 2. La principessa decaduta deve vedersela, nei primi turni, con i corapia, una sorta di ragni giganti il cui veleno la priverà della ragione, trasformando così il suo unico conforto nella solitudine delle segrete - il libro del buon regnante - in una vera e propria ossessione. Dopo essere riuscita a fuggire dalle prigioni, Cassia inizia a progettare il piano che la vedrà dominare sull'intera regione del Mengbilla almeno per un giorno, e per far questo chiama a sé altri volti già noti ai giocatori dell'RPG di Daedalic: il nano Naurim, il gladiatore Takate e il mago Zurbaran ai quali si aggiungeranno altri comprimari, come i mercenari della legione silente. Cassia è un'anti-eroina guidata dalla sete di vendetta: nel prosieguo della trama potrà prendere decisioni impopolari, come saccheggiare una città o impiccare un prigioniero dopo averlo interrogato.

A seconda dell'allineamento si potranno attivare missioni secondarie o influenzare lo sviluppo del party in maniera permanente. La storia, che condivide con quella del primo episodio alcuni dettagli ma non ne richiede la conoscenza per essere goduta in pieno, sembra avere le carte in regola per catturare l'attenzione del pubblico, e non c'è da essere sorpresi: da un pedigree di razza come quello di Daedalic, nelle cui bacheche brillano titoli che hanno fatto della trama il proprio punto di forza, non ci si poteva attendere di meno. Buona anche la caratterizzazione degli altri protagonisti, dotati di un discreto carisma anche se con qualche evitabile stereotipo. Come intuibile da quanto sopra, a differenza del primo Blackguards in questo seguito non è possibile scegliere il proprio alter-ego, pertanto bastano le prime missioni-tutorial per immergersi rapidamente nelle meccaniche di gioco: ci troviamo di fronte ad un RPG in cui sono del tutto eliminate le fasi esplorative "classiche", in quanto gli unici momenti d'azione in cui è possibile comandare i protagonisti sono le battaglie a turni che si svolgono sugli imprescindibili reticolati esagonali. Tra uno scontro e l'altro c'è il tempo per far progredire storia ed eroi in accampamenti dove di fatto i protagonisti non si muovono.

Perfezionamento strategico…

Tra gli aspetti maggiormente rivisitati c'è l'albero di sviluppo del personaggio: sono state eliminate diverse voci per rendere più intellegibile il sistema di progressione, anche se le cinque schermate abilità continuano ad apparire un po' troppo dispersive.

Turni in salsa ruolistica

Per quanto apprezzabile, il lavoro dei programmatori avrebbe potuto essere ancor più radicale, considerando che non sempre si riesce ad cogliere con immediatezza in che misura un aggiornamento possa potenziare un eroe: in ogni caso sembra che sia stato conferito maggior peso ai combattimenti in mischia piuttosto che a quelli a distanza e magici. Le battaglie sono quindi il vero e proprio fulcro del gioco. Le forze in campo non si limitano ai soli quattro protagonisti, ma è possibile (anzi obbligatorio) utilizzare anche altre unità secondarie che comunque guadagnano esperienza man mano che proseguono nell'avventura. Lo scopo è quello di conquistare gli avamposti che di volta in volta si rendono disponibili sulla mappa strategica. La strada da seguire è lasciata all'arbitrio del giocatore, anche se in alcuni casi sarà necessario tornare in luoghi precedentemente catturati che possono essere messi sotto assedio dal nemico. Gli scenari ovviamente non sono circoscritti a schermate fisse ma si sviluppano notevolmente sul piano orizzontale e questo ha permesso ai designer di proporre una discreta varietà di missioni: quelle più comuni prevedono l'eliminazione di tutti gli avversari o il raggiungimento di determinate vie di fuga, mentre in altri casi assisteremo ad operazioni di scorta o di salvataggio da raggiungere in un numero prestabilito di turni.

Turni in salsa ruolistica

A mescolare le carte ci pensano numerosi elementi ambientali che si possono rivelare utili per eliminare rapidamente gruppi di nemici ma che a loro volta possono essere sfruttati dall'intelligenza artificiale a discapito del giocatore. All'inizio di ogni scontro si devono posizionare le trappole eventualmente acquistate e disporre il proprio esercito per cercare di partire con il piede giusto. Dal punto di vista tattico quindi, come avevamo già avuto modo di sottolineare in fase di anteprima, Blackguards 2 offre una visione decisamente più profonda, aiutato in questo senso anche da una meccanica di combattimento più trasparente rispetto al primo episodio. Sono molto più chiare le conseguenza di quello che accadrà quando si attacca o ci si difende; c'è stato inoltre un bilanciamento delle unità che ha limitato l'efficacia di quelle a distanza che erano eccessivamente potenti.

Nel tentativo di migliorare alcuni aspetti del primo, si perde in una serie di sviste evitabili

…con imperfezioni stilistiche

Tuttavia alcuni difetti continuano a minare la godibilità del titolo: a rendere insofferenti in primis è l'estrema lentezza dei turni, in cui il giocatore è costretto ad attendere che i personaggi controllati dalla CPU abbiano terminato le proprie mosse; a tutta prima sembrerebbe essere un difetto di poco conto che però si aggrava a causa dell'infelice scelta di non posizionare sin da subito tutti i nemici sul terreno di gioco, che in alcune mappe continuano a sbucare come funghi.

Turni in salsa ruolistica

Il numero degli avversari soverchia spesso e volentieri quello delle milizie di cui il giocatore può disporre e lo costringe in questo modo ad adottare spesso tattiche prestabilite. In molti casi capiterà di provare più volte lo stesso livello nel solo tentativo di capire quale serie di mosse impartire, quasi che un singolo errore possa compromettere la buona riuscita di un'intera missione. Abbassare il livello di difficoltà può tornare d'aiuto in alcune circostanze, ma in altre la sensazione che ci sia un unico modo di procedere si avverte chiaramente e non restituisce piacevole sensazioni. A questo si devono poi aggiungere altri svarioni che sinceramente non ci saremmo aspettati da una software house smaliziata come Daedalic; su tutte il caso in cui il gioco non si è interrotto con la morte di un eroe ma ci ha lasciato proseguire sino al termine della missione (quindi per diversi minuti) prima di avvisarci della necessità di mantenere in vita tutti i protagonisti per poter completare con successo la mappa. Non mancano altre sbavature tecniche che costringono a riavviare la partita per i più disparati motivi (il sistema si blocca, non è possibile schierare i propri uomini, eccetera): difetti di cui avevamo già lamentato la presenza nella versione di prova e che ci saremmo augurati di veder risolti in quella destinata al grande pubblico. Di certo ad Amburgo non se ne stanno con le mani in mano, visto che ad un giorno dall'uscita è stata resa disponibile una patch di quasi 800 MB, ma ciononostante i problemi hanno continuato a manifestarsi con una fastidiosa frequenza.

Tecnica e longevità

Il comparto tecnico è il medesimo di Blackguards: il motore grafico Unity, pur non possedendo le caratteristiche per far spalancare la bocca, si lascia apprezzare per uno stile raffinato anche se non sempre molto definito; in particolare abbiamo avvertito la mancanza di un anti-aliasing più spinto. Destano qualche perplessità i requisiti di sistema, che richiedono una componentistica non esattamente "light" per una grafica del genere.

Turni in salsa ruolistica

Un elogio va invece rivolto ai disegnatori che sono riusciti a caratterizzare ogni scenario con elementi decorativi univoci; discreto il lavoro di rifinitura svolto anche sui combattenti che nella versione preliminare erano parsi un po' troppo sciatti: è stata sufficiente una rimpolpata di texture per renderli più gradevoli e attraenti. Ciononostante un errore marchiano (la scelta di bloccare la telecamera, i cui movimenti si limitano allo zoom) si riflette pesantemente sulle meccaniche di gioco. A volte può essere difficile raggiungere l'esagono da cui attivare trappole o leve che magari vengono nascosti da altri elementi del paesaggio: si sarebbe dovuta prestare ben altra attenzione al posizionamento degli "hotpoint", soprattutto in relazione alla spietatezza degli avversari che fanno fatica a perdonare anche una sola mossa sbagliata. Sul fronte audio troviamo il solito buon doppiaggio (in inglese e tedesco): encomiabile l'aggiunta di sottotitoli in diverse lingue (tra cui l'italiano) che rendono la trama più godibile anche a chi non è molto pratico con le volgate anglosassoni. Non brilla invece la colonna sonora: se da un lato non si può negare che funga da buon riempitivo senza mai venire a noia, dall'altro non si può soprassedere sul fatto che sia in pratica la stessa utilizzata nel primo capitolo della saga. La permanenza di Blackguards 2 negli hard disk è garantita da una campagna che richiede più di una ventina d'ore, a cui vanno aggiunti ulteriori minuti nel caso si vogliano affrontare anche tutte le missioni secondarie: si tratta di valori di rilievo che non fanno pesare la mancanza di una modalità multiplayer. Il prezzo a cui viene proposto, 29,99€, è forse un po' elevato, ma a parziale giustifica la software house ha messo a disposizione di tutti gli acquirenti artbook, guida completa e colonna sonora in formato digitale: davvero un gesto encomiabile.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP 32bit
  • CPU: 2 GHz Dual Core
  • Memoria: 4 GB RAM
  • Scheda video: nVidia GeForce 8600 / GT, ATI Radeon HD 2600 XT
  • Disco rigido: 12 GB di spazio disponibile
  • Scheda audio: compatibile con DirectX 9.0c

Requisiti consigliati

  • Sistema Operativo: Windows Vista SP2, Windows 7 SP1, Windows 8 (32/64 bit)
  • CPU: 2.4 GHz Quad Core
  • Memoria: 4 GB RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 275, o ATI Radeon 4770

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG, uPlay, Humble Store, Sito Ufficiale
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
6.9
Lettori (7)
6.7
Il tuo voto

Blackguads 2, nel tentativo di migliorare alcuni aspetti del primo capitolo, perde una parte della propria carica in una serie di sviste che inficiano l'esperienza di gioco. Agli amanti della saga certi difetti potranno non apparire così evidenti, ma non aiutano il gioco di Daedalic a raggiungere un pubblico più variegato ed esigente.

PRO

  • Trama interessante
  • Battaglie tecniche ed impegnative
  • Buon livello di personalizzazione dei protagonisti

CONTRO

  • Eccessiva difficoltà in alcune missioni
  • Posizionamento della telecamera non sempre perfetto
  • Numerosi bug tecnici