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Ira funesta

Quando gli dei decidono di abbandonare gli uomini al loro destino, un grido di guerra si leva dalla polvere

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   04/02/2015

Il tema dello scontro fra uomini e dei non è affatto nuovo in ambito videoludico, basti pensare alla serie God of War e alle stragi di divinità perpetrate da Kratos.

Ira funesta

Apotheon punta però a caratterizzare visivamente questa tematica in modo forte, prendendo spunto dalle antiche ceramiche greche di Exekias, che amava rappresentare i protagonisti della mitologia attraverso figure nere, per offrirci uno stile grafico originale e affascinante. Protagonista del gioco è Nikandreos, un guerriero coraggioso che accetta di sfidare Zeus e gli dei dell'Olimpo pur di restituire pace e serenità alle sue terre, martoriate dalle conseguenze dell'abbandono da parte delle divinità: gli oceani non danno pesci, il cielo non ha sole, i campi sono diventati aridi e i conflitti divampano per le strade. Comincia così un'avventura che lo porterà a visitare dieci differenti ambientazioni nell'ottica della scalata alla montagna mitologica, affrontando tantissimi avversari per ottenere una serie di oggetti che possano donargli il potere di contrapporsi a Zeus.

Originale dal punto di vista visivo, Apotheon è un action platform solido ma con qualche ombra

Sei tu un dio?

Cominciamo proprio dal peculiare stile grafico adottato da Alientrap per Apotheon, come detto ispirato alla maiolica classica greca. Non c'è dubbio che l'impatto sia forte e che questa soluzione sia stata ben adattata a tutti i vari contesti, dagli scenari ai personaggi, ma è impossibile non notare come gli sviluppatori abbiano approfittato della cosa per cercare di mascherare alcune mancanze clamorose. Nikandreos, gli abitanti in cui si imbatte e tutti i suoi nemici vantano infatti animazioni da marionetta, con un movimento di giunture che magari nelle idee degli autori avrebbe dovuto offrire una resa migliore, ma che in concreto appare piuttosto brutto da vedere.

Ira funesta
Ira funesta

Mancano infatti intere porzioni di raccordo per i movimenti, e i personaggi ad esempio si "stampano" su di una piattaforma cercando di scavalcarla, oppure vengono scagliati lontano dall'onda d'urto di un colpo poderoso, rivelando in tale frangente una assenza di "peso" e consistenza che si fa sentire anche e soprattutto durante i combattimenti. Questi ultimi hanno dalla loro una certa varietà, anche grazie a un approccio in stile RPG che vede ogni arma possedere caratteristiche differenti e una sua propria resistenza ai colpi (dopo un tot si spezza), nonché infliggere più o meno danni a seconda della parte del corpo colpita, facendo peraltro riferimento a una barra che regola il vigore degli attacchi sferrati. Il protagonista del gioco può brandire spade, pugnali, lance di diversa grandezza, asce, martelli o i suoi pugni nudi, tenendo nell'altro braccio uno scudo o una torcia (laddove possa servire), ma le categorie disponibili sono quattro e agendo sulla croce direzionale è possibile scorrerle dinamicamente, selezionando lo strumento che preferiamo per ogni scontro. Si passa così dalle armi per il combattimento ravvicinato, che pure possono essere lanciate, a quelle per i colpi dalla distanza: giavellotti, pietre e coltelli da lancio, archi con svariati tipi di frecce; e poi, ancora, esplosivi, trappole e alcune tipologie di elisir, da quello per il semplice ripristino della salute a quello che ci rende invisibili per alcuni secondi, oppure potenzia momentaneamente i nostri attacchi. C'è insomma grande sostanza, indubbiamente frutto della volontà di donare al gioco una forte personalità, ma le tante idee messe in campo sembrano talvolta inciampare sulle proprie gambe nel momento in cui si passa alla loro concretizzazione. Nel caso dei combattimenti, abbiamo infatti una gestione delle collisioni discutibile, con incredibili "lisci" che avvengono quando non impattiamo i nemici esattamente con la punta dell'arma, il che rende particolarmente macchinoso lottare usando asce e martelli. Gli avversari, poi, tendono generalmente ad allontanarsi quando cerchiamo di raggiungerli, dando vita a inseguimenti tragicomici e rendendo tutto particolarmente "scivoloso" e caotico, specie quando bisogna difendersi da più avversari, con la parata che vale solo per un lato e ci lascia dunque scoperti alle spalle. La scelta di deputare attacco e blocco ai grilletti contribuisce sulle prime a peggiorare la situazione, seppure questo tipo di layout assuma un senso nel momento in cui ci si rende conto che con i tasti dorsali le stesse armi possono essere lanciate. Certo, risolvere alcuni boss spettacolari (vedi Poseidone) sfruttando proprio i limiti del sistema di combattimento, ovvero incollandosi al nemico per evitarne i colpi, finisce inevitabilmente per sminuire gli aspetti positivi della produzione. Che, a differenza di quanto si possa pensare, sono molteplici.

Guacamelee in salsa greca

Apotheon è un action platform in stile metroidvania, che per il tipo di mappa e il level design utilizzato ricorda molto l'eccellente Guacamelee! di DrinkBox Studios. Lo sviluppo degli scenari, con le cose da trovare e con cui interagire, senza troppi tempi morti e con qualche interessante segreto da scoprire sperimentando, rappresenta senza dubbio la parte più pregiata della produzione, nonostante l'appesantimento di una narrazione che non riesce a coinvolgere, complice la mancanza di una traduzione in italiano e dialoghi che avremmo preferito più sintetici.

Ira funesta

Dicevamo però del level design, che riesce addirittura a sorprendere in alcuni momenti, chiedendoci di risolvere puzzle ambientali che spesso e volentieri consistono nell'attivazione di una leva, nel ritrovamento di una chiave o nell'attivazione di un dispositivo che va colpito con una freccia, magari rispettando un tempismo particolare o finanche mirando alla cieca, verso l'alto, perché il colpo atterri nel punto desiderato. C'è un momento clamoroso da questo punto di vista, in cui viene chiesto di scoccare una freccia verso una zona dello scenario che non è possibile vedere, se non attivando la mappa in sovrimpressione e seguendo in tal modo l'andamento della freccia stessa. Ecco, queste sono davvero perle che il gaming bidimensionale è ancora in grado di offrire, ma nel caso di Apotheon si rimane basiti di fronte al contrasto fra la bontà di alcuni aspetti dell'esperienza e i limiti che abbiamo descritto in precedenza. Se gli sviluppatori avessero cercato di replicare un sistema di combattimento come quello del già citato Guacamelee!, infatti, staremmo parlando di un prodotto ben diverso. Perché davvero non c'è di che lamentarsi per il resto: i nemici sono tanti e ben differenziati, ognuno con pattern precisi di attacco e movimento (anche se tutto ciò viene svilito dalla "scivolosità" di cui abbiamo parlato), come detto ci sono soluzioni molto interessanti per quanto riguarda il level design e anche i boss sono molto belli, impegnativi e diversi dal solito.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD FX 8320
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 Jetstream
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 8

Requisiti minimi

  • Processore: Intel dual core da 2 GHz, AMD Athlon X2 5200+
  • Scheda video: compatibile con le DirectX 9.0c
  • Memoria: 1 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows XP, Windows Vista, Windows 7

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (16)
7.3
Il tuo voto

Apotheon ha delle qualità innegabili: uno stile grafico originale e affascinante, un level design eccellente, una grande quantità di armi e nemici differenti, un ottimo comparto sonoro, una buona durata (si completa in circa otto ore, se non ci si dedica ai segreti e ai luoghi nascosti) e boss in grado di distinguersi, di rimanere in mente, cosa tutt'altro che scontata oggi come oggi. Se a questi elementi di pregio si fosse aggiunto anche un sistema di combattimento solido e inappuntabile, anziché macchinoso e "scivoloso", staremmo dunque parlando di un punto di riferimento assoluto per il genere. È un peccato non sia andata così, ma il risultato finale riesce comunque a spiccare.

PRO

  • Stile originale e affascinante
  • Level design eccellente
  • Tanti nemici, ottimi boss

CONTRO

  • Sistema di combattimento problematico
  • Gestione delle collisioni discutibile
  • Animazioni carenti