Bastano davvero pochi istanti di fronte a Midnight Star per avvertire l'enorme somiglianza a livello estetico con il mondo di Halo, al punto che diventa quasi naturale domandarsi dove sia Master Chief o perché la colonna sonora non segua il celebre tema della serie di Microsoft. I collegamenti sono però più profondi rispetto alla semplice citazione o ispirazione, dal momento che l'amministratore delegato di Industrial Toys, il team responsabile di Midnight Star, è quel Alex Seropian cofondatore di Bungie e cocreatore proprio di Halo. L'ambizioso obiettivo della società è stato, fin dalla fondazione nel 2012, quello di creare titoli hardcore per piattaforme mobili: una sorta di musica per le orecchie degli utenti in cerca di una alternativa alla stragrande maggioranza di produzioni casual che dominano gli store di Apple e Google. Le tempistiche di sviluppo di Midnight Star hanno inoltre addirittura superato i tre anni, un periodo cospicuo anche per un gioco da console, figurarsi per l'ambiente degli smartphone. È un peccato quindi che tali promettenti premesse si siano tradotte infine in un prodotto sì interessante, ma incapace di lasciare davvero un segno nel mercato.
Midnight Star è un titolo con buone idee, ma la realizzazione del gameplay presenta diverse lacune
La trama è qualcosina in più del solito espediente quasi impalpabile usato per collegare i vari livelli: in questo caso si tratta della scoperta di una razza aliena ostile che ha praticamente portato all'estinzione il genere umano. Il protagonista è il tenente Charles Campbell, destinato a trasformarsi per necessità da semplice esperto in comunicazioni a una sorta di declinazione di space marine.
La volontà di creare un background robusto e coinvolgente ha spinto Industrial Toys a produrre anche una gradevolissima graphic novel illustrata dall'artista DC Comics e Marvel Mike Choi, anch'essa disponibile su App Store. Le ambientazioni extraterrestri, come detto in precedenza, ricordano fortemente quelle di Halo, con location aspre tra rocce e detriti senza alcun tipo di vegetazione, alternate a strutture futuristiche in cui il metallo e i colori freddi la fanno da padrone. Se parlare di plagio è probabilmente eccessivo, è però evidente come la cifra stilistica sia fortemente influenzata dalla saga di Master Chief. Dove è riscontrabile un distacco marcato è però nella meccanica di gioco, ovvero nel gameplay puro: benché dalle immagini Midnight Star possa apparire come un normale sparatutto in prima persona, in realtà la formula scelta dal team con sede a Pasadena ruota attorno a un concept più vicino a quello di Time Crisis di Namco, tanto per intenderci. Il giocatore non è infatti incaricato di gestire i movimenti del protagonista, che al contrario seguono dei precisi binari predeterminati, ma piuttosto deve preoccuparsi "semplicemente" della fase di combattimento, eliminando quindi sostanzialmente tutti i nemici presenti su schermo. L'unica concessione è legata alla possibilità di ruotare rispetto alla propria posizione, premendo delle frecce ai lati dello schermo. Rispetto a Time Crisis però, non esiste un sistema di cover, bensì uno scudo da attivare toccando con due dita contemporaneamente. Tale mancanza di dinamismo nell'azione, unita ad una notevole staticità dei nemici e a pattern di movimento molto ripetitivi e basici, rendono la progressione in Midnight Star piuttosto prevedibile e noiosa.
Nel tentativo di creare un gameplay adatto ai dispositivi mobile infatti, Industrial Toys ha finito per semplificare eccessivamente le meccaniche, creando un fastidioso distacco tra le aspettative create dalla componente grafica e la realtà dei fatti. Alcune scelte di game design risultano poi discutibili, come per esempio il pinch che consente di far apparire un reticolo assieme ad un modesto zoom per favorire gli headshot: una operazione poco pratica e utile sostanzialmente solo per migliorare il proprio punteggio, dato che l'eliminazione dei nemici avviene in maniera più che agevole sparandogli normalmente. Poco incisiva anche la disponibilità di un vasto arsenale di armi acquistabili, la cui necessità decade in parte però di fronte alla grande efficacia del fucile in dotazione fin dall'inizio, e tramite il quale si può completare senza problemi l'avventura principale al livello di difficoltà standard. In contrasto alla semplicità del gioco in sé si va a porre invece tutta la gestione della parte pre e post missione, che avviene all'interno di un hub centrale rappresentato dalla propria base operativa. Al suo interno ci si può inizialmente sentire molto facilmente smarriti di fronte alla marea di menu, statistiche e opzioni a disposizione, che riguardano fondamentalmente la crescita del personaggio, lo sviluppo delle strutture e l'acquisto o il potenziamento delle armi e degli accessori. La maggior parte delle operazioni sono subordinate all'utilizzo delle tre (!!!) valute in-game, ma va dato merito agli sviluppatori di non aver calcato troppo la mano con il fattore freemium del gioco: Midnight Star è infatti giocabile senza grossi problemi evitando di spendere un centesimo, limitandosi ad accettare qualche più o meno ragionevole tempo di attesa.
Conclusioni
Midnight Star ha delle buone idee, ma la realizzazione dell'opera prima di Industrial Toys è nel complesso incapace di raggiungere le elevate aspettative derivanti dal periodo di sviluppo e dal background del team californiano. Le interessanti intuizioni e la convincente componente grafica, seppur fin troppo ispirata ad Halo, sono infatti messe in secondo piano di fronte a un gameplay semplicemente poco gratificante, ripetitivo e con un sistema di combattimento ben poco stimolante. Considerando la gratuità del prodotto e la più che accettabile gestione dell'elemento freemium non ci sentiamo di bocciare in pieno lo sforzo dei programmatori, ma senza dubbio i margini di miglioramento per un secondo episodio sono notevoli.
PRO
- Buona componente grafica
- Idee tutto sommato interessanti
- Elemento freemium onesto
CONTRO
- Gameplay poco convincente
- Presto ripetitivo