The Flock è il classico titolo eccezionale sulla carta, ma con dei limiti evidenti nella realizzazione. Si tratta di un gioco multiplayer asincrono di genere horror, in cui i giocatori guidano i Flock, creature longilinee dalla grande agilità, che devono impossessarsi del "manufatto della luce", una sfera che proietta un ampio fascio luminoso.
All'inizio di ogni partita si entra in una delle tre mappe disponibili e si comincia a dare la caccia al potente oggetto, sia esso ancora inviolato, oppure sia già nelle mani di un altro Flock. Quando un Flock afferra il manufatto diventa il Carrier e inizia ad accumulare punti. L'asimmetria del gameplay sta proprio in questo passaggio di stato: tanto i Flock sono agili, capaci cioè di correre a grande velocità e di compiere balzi incredibili, tanto i carrier sono lenti e goffi, impossibilitati cioè a saltare e molto più lenti nella corsa di quando avevano le mani libere. L'unica arma che li protegge dalla furia degli avversari è il fascio di luce del manufatto, capace di bruciarli all'istante. Peccato che i cacciatori abbiano una loro contromisura, ossia possono immobilizzarsi diventando di pietra così da non subire nessun danno anche quando investiti in pieno dalla luce. Il gameplay si risolve tutto in questa alternanza, in cui i cacciatori bramano di diventare prede e cercano di mantenere il più a lungo possibile il possesso del manufatto, andandosene in giro per la mappa alla ricerca di punti di potere che, se attivati con la luce, fruttano molti punti (ne bastano due per arrivare vicinissimi alla vittoria).
I Flock invece devono solo riuscire a sbranarli. Non è possibile attaccare altri Flock, tranne nel momento in cui si sbrana un carrier causando una grande esplosione di luce che distrugge tutti i cacciatori che investe (però senza dare punti). Vince chi riesce a riempire per primo la barra del punteggio, mantenendo il possesso del manufatto. Ora cerchiamo di esplicitare il primo problema che è emerso dalla nostra prova: quanto descritto non è una modalità del gioco o una sua frazione, ma è quasi l'intero gioco. Tutorial a parte non c'è davvero molto altro, se non il contatore di uccisioni annunciato in pompa magna da Vogelslap, lo sviluppatore. Dopo ogni uccisione viene sottratta un'unità dalla popolazione mondiale dei Flock. Quando il contatore arriverà a zero il gioco sarà disattivato, nel senso che non sarà più acquistabile. Partirà a quel punto un evento conclusivo di cui non si sa ancora nulla. L'unica certezza è che dopo il gioco diventerà inaccessibile e non sarà più giocabile in alcun modo. Attualmente il contatore conta più di duecento milioni di unità, quindi non sappiamo dirvi quanto impiegherà a raggiungere quota zero. Molto dipenderà dal successo dell'intera operazione (più giocatori, più morti, ovvio). La domanda che ci poniamo è però un'altra: vale la pena partecipare?
Paura? No
Sinceramente la curiosità per questa specie di esperimento sociologico è tanta e anche la simpatia che gli portiamo. In un'epoca in cui per vedere il finale di un gioco bisogna sperare che venda poco, perché altrimenti viene subito trasformato in una serie, sapere di un titolo progettato per finire in termini assoluti un po' ci intriga.
Purtroppo dal punto di vista ludico The Flock è molto limitato. Sarebbe improprio tirare in ballo fonti d'ispirazione come i Left4Dead o il recente Evolve, perché qui i valori produttivi sono completamente diversi. Ciò non toglie che bastano poche ore per iniziare a provare un certo senso di stanchezza nel ricominciare una nuova partita. Il problema è che Vogelslap non è riuscita a sciogliere un nodo fondamentale, ossia non è riuscita nel proposito di creare un gioco multiplayer che faccia davvero paura. Teoricamente la tensione dovrebbe nascere, oltre che dalla grafica estremamente dark, con scenari desolati e nebbiosi che richiamano fortemente una certa tradizione gotica moderna, anche dal comportamento dei giocatori stessi. Avere in mano il manufatto della luce e sentirsi braccati dagli altri giocatori dovrebbe quantomeno intimorire, ma non è così. Gli effetti sonori raccapriccianti e le distorsioni improvvise dello schermo non bastano a far tremare il giocatore, che purtroppo mentre gioca è cosciente che, per quanto orridi, dietro ai Flock ci sono degli esseri umani. Il gameplay che nasce dall'opposizione tra il carrier che tenta di colpire i Flock con la luce e questi ultimi che usano la pietrificazione per avvicinarsi al manufatto, ha poco a che fare con l'orrore e trasforma il tutto in una specie di complesso "un due tre, stella". Inizialmente è anche divertente, ma presto, non essendoci varianti alla formula base, ci si ritrova a sperare di morire soltanto per far scendere il contatore.
Recensiamo The Flock, horror che promette di cancellarsi quando la sua popolazione sarà sterminata
Il senso della vita
Le tre mappe, nonostante sono abbastanza varie, aiutano poco a risollevare il giocatore dal senso di scoramento che lo prende dopo qualche partita. Una è ambientata in un sobborgo di una città senza nome, un'altra in un tempio montano e la terza in una grotta.
Anche qui sorge un problema, che il giocatore percepisce quasi immediatamente: è chiaro che sono mappe concepite per il multiplayer, quindi come arene. Si tratta di una constatazione sottile, perché l'horror richiede un map design particolare basato su certi principi, che mirano a ottenere certi effetti. Ovviamente per un titolo come The Flock non è stato possibile concepire ambienti claustrofobici da percorrere a passo di lumaca per paura di girare ogni angolo. Qui le creature devono sfrecciare per scale e pendii e devono avere gli spazi adatti per mettere in mostra la loro agilità. L'effetto ricercato sembra essere più quello di un orrore alla Predator, ma il risultato finale è ben lontano dal riuscirci. Insomma, la promessa di un horror multiplayer ci sembra ampiamente fallita. Per il resto, per capire il successo o meno del gioco bisognerà aspettare la reazione dei giocatori: si lasceranno coinvolgere dal contatore di morti? Saranno curiosi di sapere come va a finire? Oppure saranno completamente indifferenti all'intera operazione, aspettando magari che la tanto pubblicizzata sorpresa conclusiva sia mostrata nell'immancabile filmato su YouTube? Che poi, a pensarci bene, il concept di The Flock ci ricorda quello di un altro noto titolo che prometteva di svelare il senso della vita al fortunato giocatore che avesse rimosso l'ultimo cubo. Stiamo parlando di Curiosity: What's Inside the Cube di 22Cans... e sappiamo tutti com'è andata a finire.
Conclusioni
Attualmente The Flock è tutto il suo contatore. L'unico vero motivo per comprarlo è la curiosità di sapere cosa accadrà al suo scadere, consci che promesse simili di solito si traducono in grosse delusioni. Ecco, magari il gameplay ripetitivo vi spingerà a vivere le morti come un frammento della liberazione bramata, o meglio potreste iniziare a morire a raffica tanto per farlo scendere più velocemente. Per il resto, se prendiamo in considerazione il gioco in sé, è facile affermare che sul mercato ci sia di molto meglio. Qualche spunto interessante lo propone, ma è davvero troppo esile per appassionare. Non di meno ci intriga l'idea di un gioco con una conclusione definitiva: facile che diventi una specie di leggenda dell'industria... che non sia proprio questo l'obiettivo del team di sviluppo?
PRO
- Il gameplay ha degli spunti interessanti
- L'idea del contatore, nonostante tutto, intriga
CONTRO
- Nessuna variante alla formula base
- Di horror c'è davvero poco
- In generale pochi contenuti