Mantenere alti i vessilli della tradizione
La storia professionale di Edmund McMillen è già adesso costellata di tanti piccoli successi. Le idee espresse in questi anni gli hanno permesso di diventare un designer molto apprezzato negli ambienti dello sviluppo indipendente e di raccogliere tanti consensi tra quei giocatori che ancora oggi sono molto affezionati al concetto tradizionale di videogioco, plasmato su doti come abilità e pazienza. Non va dimenticato poi che si sta parlando di un autore giovane, che potrebbe avere in serbo ancora molte idee da dare in pasto alla sua nicchia di riferimento.
Certo, rispetto agli esordi - avvenuti con la pubblicazione di titoli Flash sul portale Newgrounds - sono cambiate tante cose, il mercato indipendente è cresciuto sia per dimensioni che per interesse agli occhi del pubblico più attento, ma la sostanza è sempre la medesima: per apprezzare questi capolavori bisogna avere lo spirito giusto. A McMillen dobbiamo infatti prodotti indie che hanno riscosso tanto successo come Spelunky, The Binding of Isaac e, venendo a ciò che più ci interessa in questo pezzo, Super Meat Boy. Dopo gli esordi come Flash game con l'appellativo Meat Boy, l'edizione Super venne lanciata per la prima volta sul mercato esattamente cinque anni or sono, nell'ottobre del 2010, dapprima su Xbox Live Arcade e poche settimane dopo anche su PC. In seguito alla cancellazione di un'edizione destinata alla piattaforma WiiWare di Nintendo, il titolo approdò poi anche su Mac e sistemi Linux tra il 2011 e nel 2013. L'ultimo tassello della nostra cronologia ci conduce all'attualità, dal momento che Super Meat Boy è adesso disponibile per il download anche su PlayStation 4 e PlayStation Vita e, per tutto il mese di ottobre, potrà essere scaricato in forma gratuita da parte degli utenti abbonati alla Instant Gaming Collection di PlayStation Plus.
Super Meat Boy è punitivo ma, una volta padroneggiato, dona tante soddisfazioni
Trofei PlayStation 4
Potevano forse i trofei di Super Meat Boy essere alla portata dell'uomo comune? Certo che no, guarda caso abbiamo tra le mani un titolo che solo pochi eletti (o pochi matti) riusciranno a platinare. Gli incarichi più complessi sono senza ombra di dubbio quelli che richiedono di completare intere aree, sia del mondo oscuro che del mondo di luce, senza mai morire una sola volta. Non siamo sicuri che vogliate davvero provarci... noi però, nel dubbio, vediamo di procurare uno psichiatra!
AAA skill cercasi
Le premesse dalle quali scaturisce l'esperienza folle e frenetica di Super Meat Boy sono quelle che ci si potrebbe aspettare da qualsiasi platform "old school" che si rispetti. Il giocatore impersona il piccolo Meat Boy, un caparbio e velocissimo cubo di carne intento a salvare la sua amata Bandage Girl dalle grinfie del malvagio quanto improbabile Dr. Fetus. Per riuscire nella sua missione suicida dovrà attraversare cinque mondi di gioco, composti da una miriade di livelli di dimensioni molto contenute e ricchi di ostacoli letali, di trappole che non ammettono alcun errore, pareti scoscese e agguerriti boss di fine livello.
La struttura a compartimenti stagni di ogni singolo stage rende superflua la presenza di checkpoint all'interno delle mappe, di conseguenza è indispensabile arrivare da un punto A ad un punto B senza fare errori, così da poter compiere un ulteriore passo di avvicinamento verso il boss che completa ogni singola area. Mentre i livelli di luce sono quelli immediatamente sperimentabili e visibili, esistono anche i livelli oscuri, sbloccabili soltanto in appositi punti delle mappe e caratteristici a causa della presenza di alcuni personaggi extra che saranno successivamente sbloccati e selezionabili anche nel corso dell'esperienza principale. Fa inoltre il suo ritorno la modalità replay, che si attiva in automatico al termine di ciascun livello completato e con la quale è possibile gustarsi in un'unica soluzione la miriade di tentativi che sono stati necessari per avere la meglio su ogni avversità. Peraltro si potrebbe dire che Super Meat Boy è un gioco duro ma giusto, nel senso che la progressione alla quale si viene sottoposti è comunque abbastanza graduale e si traduce in palese difficoltà solo nella seconda metà dell'esperienza. Ciò nondimeno serve caparbietà, bisogna essere capaci di appassionarsi e prendere con la giusta filosofia il meccanismo "trial and error", che è anche uno dei fiori all'occhiello dell'opera. L'apprendimento è molto intuitivo, in breve tempo si possono cogliere le sfumature e le tattiche migliori per portare a casa la pelle e a quel punto diventa solo ed esclusivamente una questione di bravura. Per giunta il sistema di controllo ci è parso efficiente su entrambe le piattaforme di riferimento, svolgendo egregiamente il proprio dovere su PlayStation 4 ma difendendosi piuttosto bene anche in ambito portatile. Al di là delle informazioni riguardanti il gameplay, la principale differenza che intercorre con le precedenti versioni riguarda la colonna sonora. Le musiche originarie erano infatti state firmate da Danny Baranowski, autore che in questi anni ha collaborato a diversi progetti indie di primo piano, tra i quali lo stesso The Binding of Isaac, Crypt of the NecroDancer e Canabalt.
Come è stato spiegato da Tommy Refenes, co-fondatore del Team Meat, in questa conversione non è stato possibile inserire quelle stesse tracce a causa di problemi legati ai diritti d'autore. Dopo aver preso atto della situazione, McMillen e compagni hanno dovuto fare di necessità virtù e si sono avvalsi della collaborazione di alcune personalità di spicco della scena indipendente, che avrebbero dato garanzie di qualità e competenza proprio in virtù del consolidato background in materia. Innanzitutto Matthias Boss e Jon Evans, conosciuti anche come il duo Ridiculon e a loro volta già impegnati in passato su altre produzioni molto apprezzate, tra le quali The Binding of Isaac: Rebirth. A loro sono state assegnate le tracce dei livelli The Forest, Hell, The Rapture e The End, così come il tema introduttivo presente nella schermata dei titoli e il sottofondo delle cutscene. David Scatliffe, noto in particolare per l'incalzante colonna sonora di Hotline Miami, ha invece contribuito per i livelli facenti parte di The Hospital e Salt Factory; infine le musiche di The Cotton Alley sono state curate da Laura Shigihara, la stessa autrice che ha lavorato alla soundtrack del primo Plants Vs. Zombies. La scelta di ricorrere a un roster di artisti con esperienza e talento ha permesso di mantenere il livello qualitativo del comparto sonoro in linea con gli ottimi livelli dello score originale, mentre la presenza di più teste ha giovato alle variazioni di tonalità e stile che accompagnano ciascuna area.
Conclusioni
L'approdo su PlayStation 4 e PlayStation Vita di Super Meat Boy segna il gradito ritorno di uno dei platform 2D più divertenti e appassionanti che siano stati pubblicati in questi ultimi anni. L'occasione è ghiotta per tutti gli amanti del genere che per qualche motivo non abbiano ancora avuto l'opportunità o il tempo di metterci le mani sopra. Come abbiamo detto resta un prodotto pensato per soddisfare le esigenze di una nicchia, pertanto potrebbe apparire eccessivamente ostico e davvero poco accondiscendente a chiunque non voglia complicarsi la vita o desideri avere un pad tra le mani principalmente per rilassarsi.
PRO
- Tanto difficile quanto appassionante
- La nuova soundtrack svolge egregiamente il suo dovere
- Grande fluidità
- Buona resa del sistema di controllo originale anche su PlayStation Vita
CONTRO
- Rimane destinato a una nicchia
- Manca ancora una volta l'editor, disponibile solo su PC