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Punch Club, recensione

Lazy Bear Games ci spiega quanto sia difficile riuscire ad arrivare in vetta in una disciplina come la boxe

RECENSIONE di La Redazione   —   14/01/2016
Punch Club
Punch Club
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Vivere sul ring, diventare parte integrante di un meccanismo perfetto e senza sbavature. Crescere tra la polvere e giungere sugli allori. L'iconografia di un mondo sportivo complesso come quello della boxe è tra le più efficaci per trasmettere questo genere di valori. Attraverso la lotta di un singolo uomo per il successo il pubblico riesce a immedesimarsi, a provare quel senso di realizzazione che talvolta latita nella vita di tutti i giorni.

Punch Club, recensione

Gli esempi cinematografici si sprecano, dal mito di Rocky al lancinante realismo di Million Dollar Baby, dalla ricostruzione di Ali ai drammi di The Fighter, e potremmo andare avanti ancora. Il mondo dei videogiochi dal canto suo ha sempre cercato di rappresentare le discipline di combattimento da presupposti un po' più pragmatici, concentrandosi sull'azione in sé considerata e delineando solo in modo velato le difficoltà, i sacrifici, le prospettive di successo di chi ci crede fino all'ultimo. Lazy Bear Games è un piccolo studio stanziato a San Pietroburgo e l'avventura di questi ragazzi è uguale ad altre centinaia che accomunano gli sviluppatori indipendenti: provare a trasformare una passione in un lavoro a tempo pieno. Nati a cavallo degli anni '80, hanno speso l'infanzia tra le console dell'era 8 bit, serie animate come Le Tartarughe Ninja e i film di Sylvester Stallone, Jean Claude Van Damme e Steven Seagal. L'apprezzamento e la nostalgia per quell'epoca li ha portati a realizzare un titolo che attinge a piene mani da quel periodo, sia dal punto di vista visivo che sonoro e con un occhio di riguardo per le citazioni. La passione per il genere strategico li ha inoltre persuasi a mettere in piedi un gioco nel quale entrare sul ring non significa solamente combattere, dove l'interazione comporta anche un'oculata gestione di tutti i dettagli della propria carriera. Così è nato Punch Club, interessante esperimento che, pur rifacendosi ad estetiche passate, ci offre una lettura interattiva non convenzionale.

Punch Club vi farà sudare le proverbiali sette camicie e vi costringerà a ottimizzare le risorse

Il talento non basta

La cut-scene d'apertura ci mostra un pugile intento ad allenarsi al sacco, il figlio lo osserva a pochi passi di distanza. "Un giorno diventerai meglio di me" gli dice, senza interrompere l'attività fisica. La sequenza successiva ci conduce in un vicolo deserto, dove l'uomo viene freddato a colpi di pistola da un misterioso individuo vestito di nero e con un occhio illuminato di rosso. In punto di morte l'uomo esorta il figlio a dare il meglio di sé, ad allenarsi ogni giorno della propria vita con un unico scopo nella testa: la vetta. L'impresa è facile a dirsi ma non così semplice da mettere in pratica, come il giocatore avrà modo di capire sulla propria stessa pelle fin dalle prime battute di gioco. Ha inizio un viaggio tortuoso, si incontrano persone dentro e fuori dal ring, si affrontano delle scelte, si soffre e si suda.

Punch Club, recensione
Punch Club, recensione

L'avventura di Punch Club richiama a sé molte esperienze differenti, amalgama tendenze ruolistiche e strategiche ad una buona dose di pianificazione attinta dal genere gestionale. È fondamentale entrare nell'ingranaggio, gestire a dovere le risorse, scegliere cosa si desidera diventare e poi agire di conseguenza. Sbagliare qualcosa equivale a ritrovarsi ben presto su un binario morto, con buona pace dei sogni di gloria. Fondamentalmente bisogna allenarsi, ma tutto ha un costo, sia in termini economici che fisici. Per esercitarsi adeguatamente in palestra bisogna essere in salute. Ecco perché esistono quattro diverse barre che gestiscono le condizioni del protagonista, scandite nell'arco delle ventiquattro ore giornaliere. Dormendo si riassumono le forze ma il metabolismo consuma cibo, bisogna pertanto mangiare prima di ogni workout e serve avere da parte del denaro, perché palestra e integratori non ve li regalano mica. Denaro che all'inizio può essere raccolto solo svolgendo lavori pesanti e poco remunerativi, capaci di influire negativamente sulla barra della felicità. Un basso livello di soddisfazione conduce ben presto ad allenarsi male e con scarsi risultati, peggiorando l'impiego delle risorse. La diretta conseguenza è una minore capacità di spesa: significa dover saltare la palestra, iniziare perdere e terminare i propri giorni su una cattiva strada. Come è facile intuire l'equilibrio è delicato, il giocatore ha il compito di intuire quali risorse sono più efficaci di altre, sviluppare una strategia giornaliera efficiente e continuare a livellare il personaggio senza soluzione di continuità, iniziando anche a partecipare agli incontri. La gestione di tutte le attività avviene mediante una mappa, sulla quale vengono progressivamente contrassegnati i punti d'interesse necessari per proseguire l'avventura. Muoversi da un luogo all'altro può avere un costo in termini di denaro o tempo speso, a seconda che si decida di andare a piedi o in autobus, pertanto l'impostazione della propria strategia vincente deve tenere conto anche di queste variabili. Se si vuole evitare di essere oggetto di rapine è ad esempio sconsigliabile accumulare troppo denaro nelle proprie tasche senza spenderlo. Peraltro questa soluzione non nasconde profili contraddittori e talvolta ingiustamente punitivi. Dopotutto quale pugile, seppur dilettante, si farebbe derubare dal primo disperato disarmato che passa per strada?!

Scegli la tua strada

In Punch Club l'idea stessa di sacrificio è stata resa molto bene, appare chiaro fin da subito quanto si debba sudare già per ottenere i primi risultati degni di nota, figurarsi per firmare un contratto da professionista ed entrare nell'olimpo della disciplina. Fondamentale sotto questo aspetto è il criterio di gestione della forma fisica, unito alla scelta del percorso più congeniale per la costruzione dell'atleta. Dopo le prime ore di gioco è infatti possibile scegliere tre diverse strade: La Via dell'Orso si addice a chi desidera massimizzare la forza, la Via della Tigre è perfetta per concentrarsi sull'agilità, mentre la Via della Tartaruga strizza l'occhio a coloro che preferiscono specializzarsi nel controllo della stamina.

Punch Club, recensione

La scelta tra una di queste categorie costituisce un passo obbligato, dal momento che i punti ottenuti attraverso le vittorie nei combattimenti non saranno sufficienti a ottimizzare tutto. Anche gli alberi delle abilità sono stati ideati con dovizia e ramificati al punto da garantire una vasta gamma di alternative al giocatore, ispirandolo a proseguire e a toccare con mano ogni progresso. La struttura dei combattimenti è invece quella tipica di un manageriale, ci si limita a selezionare il tipo di mosse e di perk con le quali equipaggiare il proprio atleta e si deve analizzare la build dell'avversario controllato dall'intelligenza artificiale in modo da massimizzare i danni. Il sistema è piuttosto intuitivo ma a nostro parere il bilanciamento avrebbe richiesto più cura. Abbiamo infatti riscontrato differenze di efficienza tra la categoria forza e quella agilità, che spesso appaiono ingiustificate a parità di rendimento. Al di là delle complicanze sportive vanno gestite anche le vicissitudini personali del protagonista, che lo condurranno su un terreno irto di insidie, fino alla decisione di vendicare l'omicidio del padre. Lungo questo percorso si assumeranno quindi delle decisioni extra sportive, come ad esempio l'opportunità o meno di prestare aiuto alla malavita in cambio di denaro e rispetto, il sostegno agli amici e il corteggiamento di una donna. Come avevamo già accennato Punch Club è ricco di citazioni di ogni sorta, dalla colonna sonora vagamente ispirata a Rocky alla la presenza di personaggi che ricordano nelle sembianze Steven Seagal e le Tartarughe Ninja, dai lottatori tratti dall'universo di Street Fighter fino a dettagli iconografici ispirati a pellicole come Pulp Fiction e Il Padrino.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7 -4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 970
  • Sistema operativo Windows 10 Pro

Requisiti minimi

  • Processore 1 Ghz and up
  • 1024MB di RAM
  • Scheda video con 128MB di VRam
  • 1 GB di spazio libero su disco

Conclusioni

Digital Delivery Steam, App Store
Prezzo 13,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (15)
8.0
Il tuo voto

Punch Club ci ha spiazzato e allo stesso tempo convinto, donandoci diverse ore di ostinato intrattenimento. È innegabile infatti che la struttura del gioco risenta di una tendenziale ripetitività, eppure le sue dinamiche funzionano a meraviglia, inducono a proseguire e a donare i proverbiali altri cinque minuti del proprio tempo, che non tarderanno a trasformarsi in ore senza quasi rendersene conto. Puntualizziamo che i contenuti sono interamente in lingua inglese, tuttavia non è necessaria una conoscenza di alto livello per seguire senza troppi problemi i dialoghi e la storia. Consigliato agli appassionati della strategia "old school" e a chi desidera avere tra le mani un titolo di boxe inusuale ma dal sapore antico.

PRO

  • Ottimo sistema di progressione del personaggio
  • Va padroneggiato con il giusto approccio
  • Variabili tattiche da selezionare nei combattimenti
  • Interessante meccanismo di gestione delle risorse

CONTRO

  • Diventa ripetitivo sul lungo periodo
  • Qualche problema di bilanciamento