Vista la particolarità del gioco, abbiamo scelto di non riassumere l'esperienza affibbiandole un voto. Speriamo che, leggendo, comprendiate la nostra decisione.
Il lutto è uno dei sentimenti più forti che l'essere umano possa provare. Di fronte a un dolore così intenso, il modo in cui ognuno affronta la morte non conosce giusto o sbagliato, ma appartiene al più profondo dell'animo della persona e per questo va rispettato. La scelta della famiglia Green è stata quella di condividere questa sfera personale, nel dolore straziante di vedere il proprio figlio davanti a una diagnosi di cancro in stadio terminale. Un'esperienza devastante, che nessun altro fino a questo momento aveva deciso di riversare in un videogioco come hanno fatto Ryan ed Amy, dando vita a That Dragon, Cancer. Nello stesso periodo in cui si prendeva ancora cura di Joel, la coppia ha infatti fondato il team Nominous Games, composto in realtà da pochi altri: l'amico sviluppatore Josh Larson e alcuni artisti ai quali è stata affidata la rappresentazione delle scene. In tempi in cui ci si interroga sulla maturità del videogioco come medium sempre più aperto a trattare argomenti di un certo spessore emotivo, That Dragon, Cancer ha assunto una certa importanza anche per l'intera industria, affiancandosi a titoli come Depression Quest. Un gioco lontano dalla definizione classica di gioco, difficile da valutare e a tratti anche da percorrere, perché esplora quel dolore del tutto intimo che si fa strada nella consapevolezza che a vincere sarà poi il cattivo. Il desiderio dei Green è però quello di condividere la loro esperienza con chi come noi vorrà provare That Dragon, Cancer.
That Dragon, Cancer è il canto d'amore dei genitori del piccolo Joel Green, ucciso dal cancro nel 2014
Il cavalier bambino
That Dragon, Cancer racconta una storia triste. Lo fa senza usare né filtri né mezze misure, proiettando il giocatore nei pensieri e nelle parole di Ryan ed Amy, costretti a convivere col male incurabile del piccolo Joel. La durata complessiva è pari più o meno a quella di un film, ma non sarebbe potuto essere altrimenti visto che That Dragon, Cancer è uno di quei titoli che punta sull'intensità dell'esperienza piuttosto che alla sua lunghezza.
Il dolore ci viene mostrato attraverso emozioni forti e talvolta anche contrastanti, rendendo That Dragon, Cancer interessante proprio per il suo modo di rappresentare tutti i momenti di una vicenda così drammatica, fatta di tanta sofferenza ma anche di attimi di allegria quasi rubata. Tra le varie scene ambientate in ospedale, ce n'è una in cui Amy trasforma le corsie in un circuito di kart, per tentare di offrire a Joel qualche minuto di divertimento come quelli che hanno la fortuna di vivere tanti altri bimbi come lui. La realizzazione è abbastanza surreale: i power-up che raccogliamo sono le medicine somministrate a Joel durante il trattamento della malattia, e a una prima occhiata la scena sembra completamente fuori luogo. Su Internet abbiamo già letto qualche critica in proposito, ma crediamo che essa si dimostri in realtà perfetta nel contesto di That Dragon, Cancer, la cui intenzione non è quella di nascondere il dolore o viceversa strappare le lacrime in modo facile, ma di raccontare anche i momenti all'apparenza più strani che la realtà porta a vivere chi si trova in una situazione del genere. Questo non vuol dire che la sofferenza non sia rappresentata attraverso momenti particolarmente drammatici, come quello in cui ci ritroviamo nei panni di Joel con un giocattolo in mano, mentre genitori e medici parlano della diagnosi terminale. Una scena dal fortissimo impatto emotivo soprattutto per il modo in cui ci cala nel più profondo dell'animo umano, mentre Ryan s'interroga sul proprio ruolo di padre in una situazione così disperata e il dottore soffre per l'ennesima volta in cui deve dare una notizia così tremenda a una coppia di genitori. Ci sono attimi che pesano come dei veri e propri macigni, in cui più di una lacrima finisce per rigare il viso del giocatore, costretto a volte a fermarsi prima di riuscire ad andare avanti, altre volte a sperare che tutto finisca alla svelta. Sono tutte reazioni normali, reazioni che appartengono anche a chi vive un dolore come quello raccontato in That Dragon, Cancer: non c'è un modo di affrontare le cose, non c'è un ordine, sei semplicemente in mezzo al caos di un mare in tempesta.
Ali di gabbiano
Le scene di That Dragon, Cancer durano tra i dieci e i quindici minuti l'una. Alla cruda realtà della storia raccontata si contrappone lo stile onirico adottato per rappresentare personaggi e cose in video, a metà tra il sogno e la fiaba dove i protagonisti sono fatti di modelli poligonali senza né occhi né bocca. Un mondo fantastico in cui Joel combatte contro il suo dragone, in cui però il male trova comunque la sua strada, sotto forma di alberi spogli, neri e pulsanti.
Il viaggio si apre mettendoci nei panni di un'anatra impegnata a mangiare le molliche di pane che il bambino gli tira, mentre in uno degli attimi più toccanti dal punto di vista emotivo siamo un gabbiano che vola tra le parole di Ryan ed Amy, impegnati in una discussione dai toni anche molto animati: da una parte i dubbi e le incertezze di lui, dall'altra la fede incrollabile di lei, che fino all'ultimo spera nel miracolo divino per continuare a stringere il suo Joel. Un momento siamo parte del dolore della famiglia Green, quello successivo ci sentiamo quasi degli intrusi. Un momento sorridiamo nel vedere Joel contento per uno scherzo del suo papà, quello successivo abbiamo gli occhi gonfi nel sentirlo piangere in modo inconsolabile, nonostante Ryan tenti di alleviare le sue sofferenze fino allo stremo delle proprie forze. Tornando ai momenti "videoludici", ne troviamo un altro in cui la scena in video rappresenta quello che nell'audio viene raccontato da Ryan ed Amy ai loro altri figli, trasformando Joel in un piccolo cavaliere impegnato a combattere contro un invincibile drago in una sorta di platform a scorrimento dall'esito già deciso. Con l'avvicinarsi del triste epilogo, in That Dragon, Cancer si fa strada la forte credenza religiosa dei due genitori, a un punto che immaginiamo possa infastidire chi invece non crede in alcuna divinità. Nel caso in cui decidiate di lasciarvi raccontare questa storia, il consiglio che vi diamo è di farlo senza giudicare Ryan ed Amy, anche nei momenti in cui la loro reazione al dolore sembra lontana da quella che avreste voi. Siamo tutti semplici esseri umani, con le nostre idee, le nostre emozioni e le nostre reazioni.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- CPU: Intel i7 920 2.66 @ 4.20 GHz
- RAM: 16 GB
- Scheda video: GeForce GTX 970
Requisiti minimi
- Sistema Operativo: Windows 7
- CPU: Dual core 1,80GHz
- RAM: 2 GB
- Scheda Video: 512MB di VRAM
- Hard disk: 5 GB di spazio
- Raccomandato l'uso delle cuffie
Conclusioni
That Dragon, Cancer non è un titolo per tutti. Non ha affatto intenzione di esserlo, visto il tema trattato. Rifuggire il dolore è un atteggiamento del tutto umano, e la sofferenza dei Green fa paura perché è la stessa che potrebbe vivere qualunque altra famiglia. Ci sono film e libri che cambiano la vita delle persone e dopo aver giocato a That Dragon, Cancer vi sentirete forse cambiati. Correrete ad abbracciare i vostri figli con gli occhi gonfi, se ne avete, o avrete un po' di sollievo nel caso in cui abbiate perso un caro in modo simile a quello di Ryan ed Amy, ai quali va un ringraziamento per aver aperto il proprio cuore a tutti quanti noi. In futuro, il canto d'amore dei suoi genitori permetterà a Joel di essere ricordato, offrendo allo stesso tempo un conforto e una speranza a chi vivrà un'esperienza del genere.
PRO
- Storia di profonda umanità
- Ottima realizzazione artistica
- Occasione di crescita per i videogiochi
CONTRO
- Qualche bug qua e là
- Prezzo forse un po' alto