*chomp chomp* ...mmmh, quindi è questo il famoso pudding... *chomp chomp* Ops, siete già qui? Vi diamo allora il benvenuto alla recensione di Megadimension Neptunia VII! Scusate per *glom* l'attesa. Come probabilmente già saprete, siamo arrivati al quarto capitolo principale della serie, nonché sequel diretto di Hyperdimension Neptunia Victory. Si tratta anche della prima volta delle Console Patron Units (CPU) sulla console Sony di nuova generazione e per l'occasione Compile Heart - Compa per gli amici - ha deciso di apportare diverse novità al brand, a partire da una struttura narrativa inedita. Curiosi di scoprire cosa ha in serbo per noi la cara Nep-Nep? Ve lo diciamo subito! Non appena avremo finito il nostro dessert... *chomp chomp* è davvero buono... *chomp*
Tre storie, tre dimensioni e una nuova CPU: ecco la nostra recensione di Megadimension Neptunia VII!
Verso il gran finale
Zerodimension Neptunia Z, Hyperdimension Neptunia G e Heartdimension Neptunia H: sono questi i tre giochi che compongono Megadimension Neptunia VII. Sì, perché questa volta i ragazzi di Idea Factory non si sono accontentati di pubblicare un singolo gioco, ma hanno creato una trilogia e poi hanno deciso di racchiudere tutto in un unico pacchetto. Così si parte subito con lo stesso incipit di Zerodimension Neptunia Z: Twilight of the Desperate CPU già visto nella demo giapponese: Neptune sta girovagando per Planeptune quando si imbatte in una strana console arancione e, dopo averla esaminata con Nepgear, le due sorelle vengono teletrasportate in un'altra dimensione.
Da questo momento in poi la storia - che vede protagonista Uzume Tennouboshi, una CPU caduta in disgrazia che vive in un mondo dominato dalla desolazione - oltre a nuovi personaggi e nuovi mostri reintroduce anche vecchie conoscenze della serie e ripropone tutte le caratteristiche tipiche del brand: centralità dei legami di amicizia, fanservice, frequenti rotture della quarta parete e divertenti riferimenti al mondo dei videogiochi. La spensieratezza delle tematiche è però accompagnata da un'oscurità di fondo che si traduce non solo nelle ambientazioni, ma anche in alcuni dialoghi e nelle frammentarie cronache di un passato doloroso e ormai da tempo dimenticato. Seppur con un cambio di location repentino, quest'atmosfera vagamente dark prosegue anche in Hyperdimension Neptunia G: The Golden Leaders, Reconstructors of Gamindustri. Qui il giocatore si trova a portare avanti (nell'ordine che preferisce) quattro differenti route narrative, tutte caratterizzate da personaggi problematici e con personalità tormentate. Il tutto è ovviamente condito dal contagioso ottimismo di Neptune, ma l'assenza della "protagonista delle protagoniste", nel corso dei singoli percorsi delle CPU, consente di approfondire la loro caratterizzazione e quella dei nuovi personaggi. Ma è soprattutto in Heartdimension Neptunia H: Trilogy Finale: Into Legend che quanto raccontato nelle prime due storie raggiunge il proprio culmine. L'importanza dell'onnipresente console arancione trova finalmente una spiegazione, così come le tante domande che gli avvenimenti precedenti avevano suscitato nel giocatore. Non è certo una sceneggiatura priva di difetti e su tutti spiccano le interminabili linee di dialogo nonsense, che rallentano eccessivamente un ritmo di gioco comunque migliore che in passato. La divisione in tre parti ha infatti permesso di abolire molti tempi morti e in alcune circostanze la curiosità per ciò che sta per accadere è davvero sincera. Alcune battute sembrano però essere state inserite a forza nel tessuto narrativo, così come intere scenette, che riportano a un senso di déjà vu stucchevole per chi ha giocato anche i vari spin-off. Nel complesso però le tre storie hanno una loro coerenza e dimostrano una maturità che finora era emersa solo a sprazzi nei vari capitoli della serie.
CPU di nuova generazione
Anche per quanto riguarda le meccaniche di gioco la progressione all'interno dei tre episodi di Megadimension Neptunia VII è ben strutturata. L'atmosfera della serie viene introdotta fin dai primi capitoli con un'attenzione particolare per i neofiti, così come le meccaniche JRPG con cui i giocatori di vecchia data si possono trovare subito a proprio agio. Il classico sistema di combo, basato sulle tre tipologie Rush, Power e Standard, per l'occasione è stato ripensato per rendere meno scontata la scelta degli attacchi assegnati a ciascun personaggio e il giocatore deve ora tenere a mente anche l'ordine con cui effettuare i colpi, se vuole massimizzare i danni. Progressivamente si fa poi la conoscenza della trasformazione Hard Drive Divinity (HDD), della barra EXE Drive, ancora una volta deputata all'attivazione della modalità HDD e di alcune abilità, e degli attacchi combinati che possono essere effettuati quando il nemico viene stretto nella morsa di due o più personaggi. Tra le novità più rilevanti va segnalata sicuramente la nuova forma concessa alle CPU: le Next Form rappresentano il passaggio alla nuova generazione, con conseguente boost alle statistiche e accesso a nuove abilità, ma, a differenza di quanto accade nella demo, il giocatore non può sfruttare questo power up per oltre due terzi della storia. Anche il Gold Third si aggiunge all'elenco delle trasformazioni, ma in realtà si tratta di una mutazione equivalente all'HDD e che riguarda solo le quattro nuove personificazioni che fanno la loro comparsa nel gioco (e rappresentano Capcom, Bandai Namco, Square Enix e Konami).
Trofei PlayStation 4
Ci sono 35 trofei in Megadimension Neptunia VII, 21 dei quali sono nascosti. Rispetto al passato, però, dovrebbe risultare più semplice raggiungere il platino. Ci sono infatti meno trofei legati a finali alternativi e, soprattutto, questa volta gli obiettivi legati al Lily Rank sono solo due e non richiedono di raggiungere il massimo livello di affinità tra tutti i personaggi disponibili. Gli altri trofei sono invece legati al completamento dei tre capitoli principali di gioco e all'esplorazione di tutte le meccaniche secondarie. Nel complesso, quindi, platinare il gioco dovrebbe richiedere meno grind di quello a cui ci aveva abituato la serie.
Ma la next-gen è solo sulla carta
Le novità però non riguardano solo il sistema di combattimento e infatti è la gestione delle città e delle attività secondarie ad aver subito le modifiche più significative. Si parte dalla mappa, con i percorsi tra i vari dungeon che portano a incontri casuali e che, in determinate circostanze, vanno costruiti attraverso un apposito menù pagando un determinato quantitativo di crediti (la valuta corrente nel gioco). Rivisitato anche lo Stella's Dungeon, integrato in maniera più coerente nelle meccaniche attraverso una fitta rete di scouting, che ricorda quella di Fairy Fencer f e che permette di inviare diversi minion in vari dungeon: i loro rapporti possono riguardare tesori, nuovi mostri e location segrete, ma la loro presenza comporta anche determinati bonus (o malus) in caso di esplorazione diretta.
Ogni città può essere poi potenziata investendo nel commercio, nell'industria o nelle pubbliche relazione: ciascun investimento porta benefici specifici, come nuovi oggetti nel mercato, nuovi scout oppure nuovi progetti per la creazione di oggetti. Ci sono poi minigiochi come il Colosseo e il nuovissimo Neplunker, un dungeon inspirato a Spelunker dove si rischia il game over a ogni passo. Ritorna anche il crafting che riguarda non solo i consumabili e i dischi di gioco da equipaggiare, ma anche oggetti chiave che permettono di saltare più in alto oppure di distruggere determinati elementi all'interno dei dungeon per accedere a delle aree segrete. A proposito dei dungeon, è quasi superfluo segnalare che il riciclo delle ambientazione e dei mostri continua a essere una pratica ampiamente diffusa nella serie. Per un gioco che offre oltre 40 ore di contenuti solo per portare a termine la storia, è sempre più evidente che il budget a disposizione non sia sufficiente ad effettuare un salto di qualità grafico degno di questo nome. L'unica buona notizia per il comparto tecnico resta allora la risoluzione di 1080p e il frame rate a 60 fotogrammi al secondo, che incappa in qualche incertezza veramente molto di rado. È comunque difficile giustificare questi rallentamenti: la qualità delle texture è minima, il confine delle ombre cambia anche due, tre volte mentre ci si avvicina ad un oggetto, creando un effetto visivo fastidioso, e sembra completamente assente anche un filtro anisotropico di base. Persino la qualità dei video delle sequenze animate è talmente compressa da risultare inadeguata, anche se fossimo di fronte ad un gioco per PlayStation TV. Fortunatamente il comparto sonoro è migliore e, pur non introducendo chissà quali brani di qualità, riarrangia in maniera simpatica alcune delle musiche iconiche dei giochi parodiati nei vari livelli. Anche il doppiaggio inglese si conferma a livelli discreti (quello giapponese può essere scaricato gratuitamente) ma ci sono ancora troppe sequenze importanti, inspiegabilmente mute, che avrebbero senza dubbio beneficiato di una buona recitazione.
Conclusioni
Pur con i suoi difetti, Megadimension Neptunia VII è probabilmente il miglior titolo che la serie abbia prodotto. Certo, su PlayStation 4 ci si aspetta qualcosa di più, ma se si immagina il gioco come un porting di un'inesistente versione PlayStation Vita forse si può sorvolare sulla qualità del comparto tecnico. Abbiamo volutamente dato poco spazio al fanservice visto che ormai dovreste sapere a cosa andate incontro e supponiamo che non proviate imbarazzo a farvi beccare mentre delle ragazzine controllano quanto sono, ehm, sviluppate. Insomma, se siete fan di Nep-Nep probabilmente lo avrete già preso. Tutti gli altri, invece, potrebbero cogliere l'occasione per dargli una possibilità: dietro le texture sfocate e le situazioni imbarazzanti si nasconde un gioco di ruolo più che discreto.
PRO
- Trama un po' più matura
- Sistema di gioco collaudato
- Tante novità interessanti
CONTRO
- Alcune situazioni sono ormai viste e riviste
- Molte nuove meccaniche rimangono marginali
- Tecnicamente arretrato
- Nessuna localizzazione in italiano