Essere un game designer alla ricerca di un'idea originale dev'essere davvero frustrante: nel corso degli anni se ne sono viste davvero di tutti i colori, ed è complicato trovare qualcosa che sia contemporaneamente inedito e abbia la capacità di far presa sul pubblico. Nel caso di Lost Socks: Naughty Brothers non siamo al momento in grado di dire se il concept scelto dal team Nerf Game riuscirà a convincere l'utenza, ma senza dubbio ci sentiamo in obbligo di fare i complimenti per lo sforzo creativo partorito da una mente evidentemente piuttosto problematica. La tematica si basa infatti sull'annoso problema dei calzini spaiati, e più specificatamente sul mistero della scomparsa - durante il lavaggio in lavatrice - del "gemello" di una variopinta calza antropomorfa. Una premessa in puro nonsense che porta direttamente all'interno di un action platform a tratti sorprendente, ma incredibilmente frustrante.
Lost Socks è un gioco graficamente bellissimo, ma destinato solo ad un pubblico che ama le sfide
Ciucciati il calzino
In Lost Socks, il protagonista è appunto un calzino. Non uno comune, di quelli che tenete ammassati in un cassetto, bensì un calzino eroe capace di attraversare, armato fino ai denti, livelli pieni zeppi di nemici da eliminare senza pietà. Con richiami evidenti ai più recenti capitoli di Rayman e, per i veterani, a quell'Earthworm Jim che a metà degli anni '90 lasciò un segno indelebile su Super Nintendo e Mega Drive, il gioco è strutturalmente organizzato come un platform bidimensionale, con la variante però della progressione automatica del protagonista che di fatto rende il ritmo di gioco sempre elevato. Il giocatore non può infatti gestire liberamente i movimenti del proprio alter ego, ma soltanto l'uso del salto che va quindi dosato alla perfezione per poter raggiungere felicemente la fine del livello. Ovviamente non è tutto qui, perché il sistema di controllo studiato da Nerf Game contempla un totale di quattro tasti: uno appunto per il salto, uno per una sorta di scatto in avanti, e gli altri due delegati all'arma primaria e secondaria.
In Lost Socks è infatti possibile sbloccare durante l'avventura tutta una serie di armi con diversi effetti, da gestire in maniera oculata ed eventualmente da potenziare grazie alle monete raccolte all'interno delle ambientazioni. Anche il personaggio stesso può godere di tutta una serie di bonus, che vanno dall'aumento della potenza dei colpi fino ad arrivare ad un magnete per raccogliere più rapidamente le monete passando per scudi e altre amenità. Un gameplay ben studiato, quindi, che trova l'unico reale motivo di critica nella eccessiva vicinanza dei tasti posti sulla destra dello schermo, fattore che determina spesso e volentieri l'esecuzione di una mossa diversa da quella desiderata. Un elemento di frustrazione che però è soltanto la punta di un iceberg, perché gli sviluppatori hanno scelto di rendere Lost Socks un gioco difficile, difficilissimo. Se i primissimi livelli (dei 30 totali) scorrono tutto sommato agilmente, basta attendere ben poco per capire quale livello di attenzione e di impegno sia richiesto per completare le missioni successive. In pratica ogni stage è scriptato, nel senso che la posizione e le azioni dei nemici sono sempre le stesse ad ogni tentativo. Per riuscire a completare ogni livello è praticamente obbligatorio passare attraverso una severa fase di "trial and error", ripetendo svariate volte le stesse situazioni fino a imparare a memoria il loro sviluppo e di conseguenza le azioni da effettuare. Come se non bastasse, ogni singola area mette a disposizione tre stelle da raccogliere e una super stella legata al punteggio finale. Questa operazione però non è assolutamente accessoria, dal momento che possedere un alto numero di stelle si rivela condizione necessaria per poter superare alcuni blocchi e proseguire quindi nel gioco. Una decisione che mette di fronte a una sfida brutale, frustrante, senza dubbio gratificante ma destinata a rendere il titolo pienamente apprezzabile solo dai giocatori hardcore più abili: non certo la categoria maggiormente rappresentativa dell'utenza mobile. Dove Lost Socks sorprende fin dal primo istante è invece nella componente tecnica, davvero di livello superiore: dicevamo delle analogie con Rayman Origins e Legends, fondamentalmente per la scelta di adottare uno stile grafico basato su personaggi e ambienti disegnati a mano a mo' di cartone animato, con una particolare attenzione per le animazioni e il livello di dettaglio. Il prodotto di Nerf Game è praticamente un cartone animato, coloratissimo, vibrante, accattivante e molto ben caratterizzato, che non sfigurerebbe anche su console. Merita infine di essere sottolineato come il gioco rispetti pienamente il suo modello di vendita premium, dal momento che i 4,99€ richiesti per l'acquisto saranno gli unici che sì è chiamati a spendere. L'assenza totale di acquisti in-app non può che rappresentare quindi un punto a favore.
Conclusioni
Lost Socks: Naughty Brothers, come spesso accade per i titoli su piattaforme mobile, è arrivato su App Store in maniera del tutto inattesa. Ed è stata una sopresa sia per la qualità della componente grafica, davvero di livello superiore, sia per la scelta di adottare un livello di difficoltà brutale e senza compromessi, tale da poter essere affrontato solo dai giocatori più esperti e abili. Una scelta coraggiosa, seppur non del tutto comprensibile visto il pubblico di riferimento, ma comunque supportata da un gameplay ben studiato e di buona qualità. Non certo un gioco per tutti quindi, ma realizzato con cura e passione e destinato a farsi probabilmente adorare da chi apprezza questo tipo di sfida.
PRO
- Tecnicamente strepitoso
- Gameplay ben studiato
- Molto gratificante
CONTRO
- Difficilissimo e frustrante
- Disposizione dei tasti non ottimale