La Città Murata di Kowloon, ex cittadella militare cinese divenuta un inquietante alveare umano negli anni ottanta e demolita nel 1994, è la particolare ambientazione di Phantasmal, un ibrido tra survival horror di stampo lovecraftiano e roguelike che combina livelli generati proceduralmente con un gameplay in prima persona, tutto incentrato sulla tensione e sulla gestione parsimoniosa di una manciata di risorse fondamentali per superare torme di esseri soprannaturali. L'incubo ha inizio in una piccola stanza dove troviamo un quaderno pieno di appunti, una pistola con caricatore e una tavola di legno. Raccolte le armi e presa confidenza con i controlli ci avventuriamo in un corridoio buio incontrando, sulla sinistra, un tizio poco raccomandabile che vende armi e oggetti che non possiamo ancora permetterci. Non ci resta, quindi, che tirare dritto per arrivare a una stanza su cui si affacciano diverse porte tra le quali spicca l'unica che ci interessa, quella dell'ascensore che ci conduce al piano di sotto. Quando la corsa finisce ci ritroviamo nel bel mezzo un immenso labirinto di cemento pieno di corridoi debolmente illuminati, porte sprangate che forniscono utili armi improvvisate e tonnellate d interruttori che ci permettono di illuminare gradualmente le viscere di una Kowloon ancora più lugubre dell'originale e popolata da oscure presenze.
Phanthasmal ci trascina in un'inquietante Kowloon dominata dall'orrore e dalla follia
Paura dell'ignoto
Il gameplay di Phantasmal poggia sulle medesime fondamenta di gran parte dei survival horror in circolazione. Sopravvivere significa utilizzare al meglio armi da corpo a corpo improvvisate, risparmiare il fiato per scappare dalle creature più temibili e conservare i proiettili senza sprecare, al contempo, flare, bombe artigianali e petardi che rappresentano strumenti fondamentali per affrontare le sfide più impegnative. Inizialmente cavarsela non è impossibile a patto di tenere le orecchie aperte per evitare sorprese e conservare quanta più salute possibile, ma superati i primi tre o quattro livelli il titolo targato Eyemobi cambia marcia mettendoci di fronte a creature sempre più temibili che pretendono un approccio cauto, l'utilizzo misurato di ogni risorsa e una discreta propensione alla fuga.
Inoltre è importante sfruttare la torcia per esplorare ogni anfratto del gioco alla ricerca non solo di strumenti offensivi ma di pillole per ripristinare l'inestimabile salute e per ridurre gli effetti della perdita della sanità mentale che, tolta la generazione casuale dei livelli, rappresenta l'ingrediente segreto di Phantasmal. Il buio e le crescenti minacce mettono a dura prova la mente del nostro avatar, che perde gradualmente lucidità fino a generare illusioni che oltre a rappresentare una minaccia reale rendono difficile distinguere il mondo che ci circonda. Il modo più rapido per recuperare sanità mentale è quello di ricorrere ai flare o cercare gli interruttori che permettono di illuminare brevi tratti dei lunghi corridoi di Kowloon, ma non è detto che questa soluzione sia sempre praticabile. Le luci, così come i rumori causati muovendosi senza cautela e combattendo, attirano l'attenzione contribuendo a rendere Phantasmal un'esperienza potenzialmente interessante al pari della generazione procedurale dei livelli che garantisce un fattore decisamente importante per un horror: l'imprevedibilità. E la formula talvolta funziona, impedendoci di prevedere le minacce che si nascondono dietro alle innumerevoli porte della Città Murata e rendendoci vittime della sua oscurità. In molti casi, invece, le evidenti lacune di Phantasmal prevalgono sulle intenzioni degli sviluppatori compromettendo la fruibilità del titolo. Partiamo con i problemi di design che dipendono proprio da quella casualità di cui abbiamo appena tessuto le lodi. Se da un lato la generazione procedurale dei livelli è un elemento distintivo di Phantasmal, dall'altro la mancanza di bilanciamento nello spawn di oggetti e nemici alterna momenti di vuoto assoluto a situazioni ingestibili. Inoltre i nemici che ci individuano si limitano a caricare a testa bassa, appiattendo notevolmente la profondità del gameplay. In tutto questo l'unica consolazione è il sistema di progressione che per quanto limitato e lento, aumenta le possibilità di arrivare più lontano durante la run successiva e riduce il rischio di frustrazione. Una volta abbandonate le spoglie mortali ci ritroviamo all'inizio, come in ogni roguelike, ma i soldi che abbiamo raccolto sono ancora nell'inventario permettendoci di acquistare equipaggiamento, chiavi e upgrade dal tizio poco raccomandabile di cui abbiamo parlato nell'introduzione.
Escono dalle fottute pareti
Come mille altri indie Phantasmal non punta su una cosmesi spaccamascella ma, a differenza di altri titoli dalla genesi modesta, può contare sul lavoro di Brian Bell, un esperto di effetti speciali che ha lavorato a film come Riddick e Life of Pim.
L'esperienza di Bell ci offre ambienti coinvolgenti e convincenti che, complice l'ottima illuminazione, mettono in secondo piano le pur evidenti lacune tecniche di un titolo decisamente modesto. Sale operatorie da incubo, cadaveri smembrati e scorci illuminanti debolmente dai neon danno una bella spinta alla tensione che dovrebbe esplodere con l'arrivo delle prime vere minacce. Purtroppo queste si manifestano nel peggiore dei modi possibili, con modelli di una povertà sconcertante, animazioni pessime e nuvole di fumo rosso che sottolineano la sparizione dei corpi dei nemici abbattuti. Poi, quasi a volerci dare torto, Phantasmal tira fuori ragni animati in modo più che convincente, allucinazioni credibili e creature genuinamente inquietanti che ci permettono di recuperare un pizzico di sospensione dell'incredulità. Ma questa è destinata a precipitare in un baratro senza fondo quando i nemici si ribellano al sistema di collisioni per passare attraverso muri e porte con esiti nefasti sull'esperienza di gioco. Quando questo succede il pathos si dissolve e il bilanciamento lo segue a ruota nel momento in cui una creatura particolarmente forte sbuca dal cemento compromettendo completamente una partita. E come se questo non bastasse alle note negative si aggiunge la scarsa ottimizzazione, evidente nei rallentamenti che portano il frame rate da 150 frame per secondo a meno di 30, su una configurazione che non ha particolari problemi con The Division, anche quando non c'è l'ombra di un nemico nelle vicinanze. Le uniche cose che sembrano funzionare bene sono le brevi parentesi narrative, sottolineate da foto e disegni realizzati piuttosto bene, e il comparto sonoro che pur privo di colonna sonora contribuisce alla tensione grazie a sospiri, lampadine che esplodono e rumori inquietanti di ogni genere. Qualità e varietà non sono di certo ai massimi livelli ma nel complesso gli effetti sonori fanno il loro dovere assieme alle poche righe di parlato in inglese.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema Operativo Windows 7
- Processore Intel Core i5 4440
- 16 GB RAM
- Scheda Video GeForce GTX 780
Requisiti minimi
- Sistema Operativo Windows 7
- Processore Intel Core 2 Duo E8500
- 6 GB RAM
- Scheda Video AMD Radeon HD 5550 o Nvidia GeForce GT 430
Requisiti consigliati
- Sistema Operativo Windows 7 64 bit, Windows 8 64 bit
- Processore Intel Core 2 Quad Q9650 o AMD Phenom II X4 955
- 8 GB RAM
- Scheda Video AMD Radeon R9 200 Series o Nvidia GPU: Nvidia GeForce GTX660
Conclusioni
Phantasmal può vantare un setting azzeccato, un comparto sonoro valido e un paio di idee niente male. Peccato che tutto questo venga svilito da un bilanciamento solo abbozzato e da problemi tecnici enormi che arrivano addirittura a compromettere il gameplay. Armati di pazienza e di uno sconfinato amore verso questo genere di giochi potreste comunque trovarvi di fronte a un'esperienza meritevole di attenzione, ma la valutazione complessiva deve tenere conto dell'evidente incompletezza dei lavori.
PRO
- Ambientazione azzeccata
- In alcuni frangenti la tensione è palpabile
- Il potenziale non manca...
CONTRO
- ...ma è soffocato da bug e lacune tecniche evidenti
- Il bilanciamento andrebbe completamente rivisto
- Ottimizzazione pessima