Dopo l'ottima impressione del primo capitolo e i passi falsi del secondo, è arrivato il momento di parlare della terza avventura di Re Graham in King's Quest: Once Upon a Climb. Prima di iniziare a giocare la speranza era quella di non ritrovarsi nuovamente alle prese con una struttura vasta e piena di ripetizioni, ma soprattutto che stavolta i temi fossero un po' meno lugubri e legati alla morte di eventuali compagni di viaggio. Fortunatamente entrambe le nostre richieste sono state soddisfatte con un capitolo che pur mantenendo una vena agrodolce, soprattutto legata all'incombente vecchiaia di Re Graham e all'inevitabile impossibilità di gettarsi in nuove avventure, racconta una vicenda ricca di humor e con un livello di difficoltà ben calibrato; ma procediamo con ordine.
Ecco a voi la recensione del terzo capitolo di King's Quest: Once Upon a Climb!
Il re cerca moglie
Prima i iniziare siamo accolti da un enigma semplice ma ben congegnato. Per riprendere le fila del discorso il gioco ci mostra il protagonista che camminando passa attraverso tre fasi della sua vita: adolescente avventuriero, giovane re appena incoronato e adulto. Volendo è possibile spostarsi attraverso questa linea temporale modificando alcune cose in modo che abbiano affetti su quelle successive. Ad esempio, piantando un seme nel primo scenario lo vedremo cresce e maturare nel terzo. In questo modo dovremo salvare un piccolo gufo dal suo destino, così da proseguire l'episodio.
Una volta dimostrato il proprio valore, conquistato il regno e superate le insidie delle caverne dei goblin, il nostro caro re sarà alle prese con una questione decisamente pressante per ogni testa coronata che si rispetti: la ricerca di una degna compagna di vita. Dopo aver consultato l'immancabile specchio, Graham decide di recarsi verso la classica torre alta e sperduta nella quale è imprigionata la ancor più classica principessa. Ma visto che le cose nel regno di King's Quest non vanno mai come dovrebbero, le principesse sono due e imprigionate da una mostruosa megera che ha avvolto la torre in una barriera magica. Anche Graham finisce imprigionato nella torre, che più che un edificio è una sorta di essere vivente magico dotato di zampe da gallina: l'unico modo per rompere l'incantesimo sarà trovare il vero amore. Le due principesse non potrebbero essere più diverse tra di loro: Vee è più intellettuale, ama i puzzle, i giochi di parole e l'intelligenza che vince sulla forza, Neese ha un carattere più irruento, ama la musica, l'avventura e gettarsi a capo fitto nelle sfide. Saremo noi con i nostri gesti, i dialoghi e le scelta a decidere quale sarà la nostra preferita. Le varie fasi del gioco infatti ci richiederanno di interagire con le due ragazze in giochi di società, rompicapi, quick time event e puzzle musicali, cercando ovviamente di ingraziarsi quella che avremo scelto. Insomma, questo terzo capitolo sembra uno di quei reality show in cui lo scapolo deve scegliere tra due spasimanti.
La storia innanzitutto
Uno dei cambiamenti più importanti di cui ha beneficiato il gioco è aver reso la struttura del capitolo molto più lineare e meno legata al backtracking in ambienti molto grandi. Generalmente in Once upon a climb non capita di dover esplorare più di un paio di schermate per volta, passando alle successive una volta risolto il puzzle del momento. Sono dunque sparite tutte quelle ripetizioni legate al primo e soprattutto al secondo capitolo, che di volta in volta ci costringevano a muoverci in un ambiente sempre identico, cercando di fare cose nuove. Questo approccio, per certi versi simile al modello TellTale, permette al gioco di non perdere mai il filo del discorso, proponendo comunque dei rompicapi che stanno perfettamente nel mezzo tra la semplicità e il bisogno di cercare una soluzione online.
In particolare ci ha ben impressionato la varietà dei puzzle proposti. Oltre a quello iniziale, di cui abbiamo già parlato, abbiamo avuto modo di sperimentare rompicapi logici, di memoria, musicali e persino una sorta di gioco da tavolo con il quale scoprire il carattere delle due principesse. Per quanto riguarda la presentazione generale, il gioco torna sui toni colorati del primo capitolo, con uno stile cel shading sempre molto piacevole da vedere. Anche se la qualità delle texture e dei solidi ci è sembrata leggermente meno alta rispetto al passato. L'unica nota fastidiosa sono alcuni punti in cui, in caso di morte, saremo costretti a riascoltare alcuni dialoghi senza alcuna possibilità di tagliare corto. In particolare c'è un puzzle, totalmente basato sul "trial and error", in cui ad ogni sbaglio siamo costretti a riascoltare una delle principesse dire le stesse cose. Visto che per completare la sequenza possono volerci alcuni tentativi, dopo un po' vorrete tanto che le ragazza fosse una principessa in stile Bella Addormentata e non il modello dotato di voce. Per il resto ci troviamo forse di fronte al capitolo più dolce, sentimentale e delicato, visto che comunque i temi toccati riguardano l'amore, l'invecchiare assieme e il tempo che passa, argomenti trattati con ironia e delicatezza, non senza momenti decisamente toccanti, ma magari è solo colpa del fatto che stiamo invecchiando anche noi. King's Quest: Once Upon a Climb spazza via le ombre del secondo capitolo con una storia molto più guidata e meno ripetitiva, in cui i puzzle sono stuzzicanti e ben distribuiti senza però rappresentare mai una sfida insormontabile. Per quanto riguarda la storia, forse è più corta dei capitoli precedenti, ma è anche molto più "densa" e non mancano momenti ben scritti e trame interessanti che potrebbero trasformare i prossimi capitoli in piccoli capolavori, speriamo di non venir smentiti!
Conclusioni
PRO
- Narrazione più interessante e lineare
- Personaggi riusciti
- Puzzle carini...
CONTRO
- ...ma forse troppo semplici per i più esperti
- Un paio di sezioni più frustranti che difficili