Sullo sfondo di una città futuristica controllata da un regime totalitario, il Conglomerato, Faith è una ragazza appena uscita di prigione e obbligata, secondo le direttive della KrugerSec, a reinserirsi nella società trovando un posto di lavoro entro un tempo limite. Lei, tuttavia, ha ben altre intenzioni: cresciuta da Noah, leader carismatico di una fazione di Runner, corrieri esperti di parkour che si guadagnano da vivere facendo consegne sui tetti di Glass, Faith ha nutrito nel corso degli anni un forte desiderio di vendetta nei confronti di Gabriel Kruger, colpevole di aver ucciso i suoi genitori e la sua sorellina Kat quand'era ancora una bambina.
Saldare il conto non sarà però semplice: Kruger controlla la città grazie alla tecnologia e a squadroni militarizzati pronti a sopprimere ogni tentativo di destabilizzare l'ordine costituito. La trama di Mirror's Edge Catalyst risulta senza dubbio migliore rispetto a quella dell'episodio originale del 2008, con la totale riscrittura delle origini della protagonista ma il mantenimento di alcuni elementi, sebbene la loro introduzione a un certo punto risulti un po' telefonata. Le cutscene fungono da collante per una narrazione che, come da tradizione per i sandbox, segue una storyline principale ma non lesina sottotrame e missioni secondarie, lavorando molto sulla struttura per risolvere un altro dei problemi del primo Mirror's Edge, vale a dire la scarsa durata: dedicarsi alla storia, alle quest facoltative, alle missioni di consegna e finanche ai percorsi a tempo (con tanto di leaderboard per un confronto con i risultati degli altri utenti) richiederà probabilmente una trentina d'ore. Allo stesso modo, l'interpretazione controversa di Asia Argento, che nella prima versione prestava la propria voce a Faith, è stata fortunatamente rimpiazzata da un gruppo di doppiatori propriamente detti, capaci di rendere molto bene le varie situazioni - anche quelle più intense - e di aggiungere valore al prodotto.
Mirror's Edge Catalyst migliora l'esperienza originale sotto vari fronti, pur con qualche limite
Entra nel flow
DICE si è chiaramente posta l'obiettivo di migliorare alcuni degli aspetti meno brillanti del titolo originale, che pure aveva conquistato tantissimi giocatori e offerto un'esperienza originale e innovativa; quella di un action game in prima persona in cui fosse possibile correre, saltare, arrampicarsi, effettuare acrobazie e raggiungere una sorta di nirvana, entrando in un flusso interminabile di manovre che consentissero di passare dal punto A al punto B della mappa nel modo più rapido e diretto possibile, appunto come sostiene la filosofia alla base del parkour.
Purtroppo capitava spesso di doversi fermare bruscamente, incontrando percorsi macchinosi da interpretare, che andavano completati attraverso una serie di prove ed errori che spezzettavano odiosamente il gameplay e finivano per comunicare esattamente il contrario di quelle che erano le intenzioni degli autori. Da questo punto di vista, Mirror's Edge Catalyst migliora le cose in modo sostanziale, sia attraverso l'espediente della "prospettiva del runner", che di default mostra con una scia rossa il tragitto che dobbiamo fare per recarci in una determinata zona, di superficie in superficie e in abbinamento all'immancabile evidenziatore rosso sugli oggetti, ma che può essere anche spenta o regolata di modo da risultare simile a quella dell'episodio del 2008; sia offrendo un design dei livelli che meglio si presta alla dinamicità dei nostri spostamenti, con pochi momenti in cui bisogna procedere lentamente, magari in equilibrio su di un tubo o una trave. Nella maggior parte dei casi potremo dunque correre, saltare, scivolare, agganciarci a lunghi cavi, atterrare su tendoni e arrampicarci rapidamente su mura e tubature, il tutto senza mai interrompere il flusso. Lo stesso flusso carica una barra che, una volta piena, ci consente di schivare i proiettili degli agenti della KrugerSec, specie nel caso in cui decidessimo di fuggire senza combattere.
Tante cose da fare
Le perplessità espresse nel nostro provato risultano fortunatamente scongiurate, grazie all'introduzione di missioni discretamente diverse l'una dall'altra, divise in pratica per categorie a seconda del personaggio con cui dovremo interagire per accedervi.
C'è la storyline principale, come detto, in cui ci verrà chiesto di raggiungere determinati luoghi, attivare interruttori e affrontare nemici in furiosi combattimenti corpo a corpo man mano più difficili; ma ci sono anche quest facoltative che spingono forte sulla componente platform, ricordando in più occasioni le tombe dei vecchi Assassin's Creed o i percorsi a scalata del Prince of Persia "col guanto". In tali frangenti non potremo contare sull'assistenza visiva e ci verrà dunque chiesto di individuare i punti su cui saltare, i meccanismi con cui interagire e le zone dove sfruttare l'inedito strumento MAG, un rampino magnetico che permette di effettuare varie azioni, dal dondolarsi da una piattaforma all'altra al tirarsi su verso un punto rialzato, per finire con il tirare fuori barriere e supporti, creando percorsi alternativi. Non mancano poi le missioni tipiche dei sandbox, vale a dire quelle in cui si disattivano torri di controllo della KrugerSec, affrontando squadre di soldati per poi fuggire e nascondersi alla vista degli elicotteri e delle videocamere; e quelle di consegna, che fanno riferimento al vero mestiere dei Runner e che ci vedranno impegnati in folli corse da un punto A a un punto B per recapitare la merce più svariata entro un limite di tempo molto stretto. Tali situazioni chiariscono in modo evidente che la "prospettiva Runner" può sì costituire un vantaggio qualora non si sia sicuri delle interazioni con l'ambiente per rischiare un percorso improvvisato, ma allo stesso tempo non indica necessariamente il tragitto più rapido: familiarizzando con i controlli e potenziando la mobilità del nostro personaggio (vedi box) potremo scoprire approcci diversi, scorciatoie e modi fantasiosi di tagliare la strada che ci permettano di effettuare le consegne in tempo. Infine ci sono le gare di velocità, quelle che fanno riferimento alla (purtroppo) risicata componente multiplayer, in cui avremo il compito di completare vari tragitti, memorizzando il tempo ottenuto in una leaderboard online per un confronto con gli amici e gli altri utenti.
Potenziamo Faith
Fra le novità spicca anche il sistema di potenziamento della protagonista, che può guadagnare degli appositi punti completando le missioni principali e spenderli per migliorare le caratteristiche legate al movimento, al combattimento e all'equipaggiamento. Quest'ultimo dipende quasi esclusivamente dalla progressione nella storia, che porta con sé lo sblocco di nuovi strumenti, mentre le altre categorie beneficiano in modo sostanziale degli upgrade, consentendoci di ottenere una corsa acrobatica più rapida e fluida, nonché di infliggere maggiori danni ai nemici durante gli scontri.
Combatti!
Altro giro, altra questione su cui DICE ha voluto mettere mano per risolvere le incoerenze dell'opera originale, nella fattispecie i combattimenti.
Nel Mirror's Edge del 2008 era possibile colpire i nemici e finanche rubargli le armi, trasformando l'esperienza in una sorta di sparatutto, ma con tutta una serie di limiti e incongruenze che non avevano convinto. Per il reboot si è dunque scelto di impedire a Faith di combattere se non con pugni e calci (tramite l'espediente delle armi tarate biologicamente sui soldati che le impugnano), inserendo un set di avversari non particolarmente vasto ma ben congegnato, con agenti di base che è possibile far fuori tramite una semplice combo di attacchi leggeri e altri decisamente meno propensi a farsi mettere a tappeto facilmente, armati di bastoni, di mitragliatrici o di bracciali a impulsi, per finire con una tipologia corazzata, molto resistente e in grado di sferrare colpi micidiali. Si può sfruttare l'ambiente in vari modi, colpendo i nemici per farli sbattere contro un muro o l'uno sull'altro, o ancora farli precipitare da una ringhiera per un'eliminazione istantanea, nonché sfruttare uno scatto che si aziona con il tasto dorsale destro e che ci permette non solo di schivare le loro manovre, ma anche di assumere una posizione di vantaggio per centrarli alle spalle. Certo, se l'obiettivo degli sviluppatori era quello di combinare combattimenti e movimento, purtroppo non è stato raggiunto: gli scontri sono statici, talvolta macchinosi e finanche frustranti, e mancano scelte di design che possano supportare determinate soluzioni, come l'attacco dall'alto, efficace ma non sempre semplice da effettuare. Si poteva insomma lavorare di più su questo aspetto, che tuttavia svolge discretamente il proprio compito in determinati momenti della campagna, creando situazioni di pericolo da cui dovremo tirarci fuori con un minimo di strategia e prontezza.
La versione Xbox One
Abbiamo testato parallelamente anche la versione Xbox One di Mirror's Edge Catalyst, in modo da valutare le eventuali differenze con quella PC. Bisogna ammettere che DICE ha effettuato un buon lavoro sulla console Microsoft, tutto gira senza particolari incertezze nella gloria dei sessanta fotogrammi al secondo. La fluidità in un titolo come questo rappresenta un punto decisivo. Tuttavia anche in questo caso la difficoltà delle console nel raggiungere i 1080p sul Frostbite Engine, utilizzato per il gioco, si fa sentire. Non abbiamo avuto ancora modo di misurare l'immagine, ma la scarsa nitidezza generale e le scalettature piuttosto antiestetiche suggeriscono l'utilizzo di una risoluzione intorno ai 720p, esattamente come la closed beta.
Dario Rossi
Tutta qui, la città?
Sebbene le migliorie apportate alla formula originale siano tante, c'è una questione di fondo che attanaglia durante l'esperienza con Mirror's Edge Catalyst. Gli sviluppatori hanno costruito una struttura sandbox che consente virtualmente di andare ovunque, ma nella realtà dei fatti capita di rado di spostarsi fra i tetti, sui balconi o negli uffici senza azionare il "GPS", e dunque per il puro piacere di esplorare lo scenario.
Insomma, la resa della città in lontananza delude un po', vuoi per uno stile grafico che cerca di rimanere fedele alle atmosfere del primo episodio ma finisce per dare una sensazione di old-gen e di scarsa conta poligonale; vuoi per i dettagli, come i velivoli che affollano i cieli di Glass, le auto che percorrono le strade o le persone che si muovono nei pochi spazi affollati visibili solo da lontano, tutti resi davvero male. Per fortuna negli interni le cose migliorano in modo sostanziale, grazie soprattutto all'uso massiccio di trasparenze e riflessioni, nonché a scelte cromatiche capaci di donare un minimo di personalità ad alcune location. Purtroppo manca un po' di attenzione ai dettagli, vedi il riflesso della protagonista sul pannello di un ascensore (cosa che peraltro rivela un modello poligonale ben diverso da quello delle splendide cutscene, molto più spartano anche nelle animazioni) ma non sui vetri dei palazzi o sulla superficie degli occhiali a specchio indossati da Nomad, uno dei comprimari. Il trucco c'è e si vede, insomma, sebbene la generale mancanza di complessità grafica contribuisca a determinare prestazioni eccellenti sulla configurazione di prova, con 1080p e sessanta frame al secondo costanti, a parte rari casi, con tutti gli effetti su "ultra". A proposito di regolazioni, la versione PC di Mirror's Edge Catalyst, oggetto dei nostri test, consente di modificare la qualità generale, attraverso alcuni preset, o di impostare manualmente i vari valori: texture, illuminazione, effetti, post-processing, ombre, filtro anisotropico, occlusione ambientale e motion blur. Il Frostbite 3 ha dato prova di una buona scalabilità, dunque è possibile che il gioco possa girare dignitosamente anche su configurazioni di fascia medio-bassa. Meno coinvolgente di quanto speravamo, invece, la colonna sonora, che risulta funzionale all'azione ma non lascia il segno.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: AMD FX 8320 @ 4 GHz
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 Jetstream
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core i3 3250, AMD FX 6350
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 650 Ti, AMD Radeon R9 270X
- Memoria: 6 GB di RAM
- Hard disk: 25 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i7 3770, AMD FX 8350
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970, AMD Radeon R9 280X
- Memoria: 16 GB di RAM
- Hard disk: 25 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
Conclusioni
Mirror's Edge Catalyst è un reboot dalle intenzioni precise, ovverosia migliorare l'esperienza del gioco originale sotto molteplici aspetti. L'obiettivo viene centrato praticamente in tutti i comparti: dalla fluidità del parkour alla ricchezza di un sandbox pieno di cose da fare e discretamente vario, dall'eccellente qualità delle cutscene e di una narrazione solida (anche se priva di particolare mordente) a un sistema di combattimento coerente e sfaccettato, sebbene lungi dall'essere perfetto. Purtroppo in alcuni frangenti è mancata la convinzione: la città, che doveva essere protagonista, si rivela invece spesso anonima e con contorni old-gen, mentre le fasi finali della campagna perdono il filo del discorso e appaiono confusionarie e mal progettate. Il risultato finale è dunque un ottimo gioco, corposo e certamente in grado di conquistare i fan della serie, ma non il gioiello che speravamo DICE potesse sfornare.
PRO
- Parkour fluido e spettacolare
- Struttura ricca, tante missioni e una discreta varietà
- Cutscene molto belle, qualche scorcio evocativo...
CONTRO
- ...ma dalla città ci aspettavamo di più
- Combattimenti spesso statici e macchinosi
- L'ultima missione è un caos
PC Redazionale
La redazione utilizza l'MSI Nightblade X2 Gaming PC