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Alla scoperta del mondo

La serie Atelier ritorna su PlayStation 4 e PlayStation Vita con un capitolo a cavallo tra il vecchio e il nuovo

RECENSIONE di Mattia Comba   —   14/03/2017

La lunga serie di Atelier quest'anno arriva a sfornare il suo diciottesimo episodio con Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey, il secondo capitolo della trilogia che ha avuto inizio con l'ottimo Atelier Sophie: The Alchemist of the Mysterious Book. Disponibile sia su PlayStation Vita che su PlayStation 4, l'ultimo titolo di Gust Corporation e Koei Tecmo Games punta nuovamente a migliorarsi andando ad approfondire alcuni importanti aspetti del gameplay, ma senza tralasciare la storia e la caratterizzazione delle sue graziose fanciulle alchimiste, sempre dedite allo studio dei materiali e delle formule per combinarli.

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey è un'ottima alternativa per gli amanti dei JRPG

Un mondo nuovo

In questo secondo capitolo della trilogia, la protagonista è la giovane Firis Mistlud, una giovane ragazza che vive nel piccolo villaggio minerario di Ertona, un pugno di case costruito nelle viscere di una montagna i cui abitanti sono tutti dediti all'estrazione di minerari. Firis però non è una ragazza qualunque ma ha una sorta di sesto senso che le permette di individuare dove sono localizzati i minerali, rivelandosi quindi una risorsa fondamentale per i propri concittadini. Ertona però è un piccolo villaggio circondato da un'alta cinta muraria che ha il compito di difenderne gli abitanti, ma una ragazza così giovane e curiosa non può che sentire uno smodato impulso a lasciare il nido per spiccare il volo verso il mondo esterno ed esplorare le sue meraviglie. I genitori sono ovviamente contrari a tale impulso, impauriti per tutti i pericoli che la attendono la fuori, ma un giorno, l'incontro con una nuova ragazza, cambia completamente le prospettive della giovane Firis. Non passa infatti tanto tempo dall'inizio del gioco che una nostra vecchia conoscenza, Sophie Neuenmuller protagonista del precedente capitolo, irrompa sulla scena offrendo alla ragazza un biglietto di sola andata per il mondo esterno: l'Alchimia. Imparare a mescolare i giusti ingredienti per creare medicine curative oppure esplosivi per difendersi dai mostri pericolosi che potrebbero attaccarla. Tuttavia il viaggio verso l'alchimia non è una passeggiata e Firis dovrà riuscire entro un anno a superare l'esame di alchimista per avere finalmente la sua libertà; se non ci riuscirà, la sorella Liane, abile combattente con molta esperienza del mondo al di fuori del villaggio di Ertona, la riporterà a casa scrivendo la parola fine a qualsiasi sogno di cambiare le cose.

Ricette per tutti i gusti

Proprio la scadenza dell'esame va a giustificare la reintroduzione dei limiti temporali, una delle meccaniche di gioco più discusse tra i fan della serie e abbandonate negli ultimi capitoli. In tal senso Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey va in controtendenza, mettendo ben in evidenza fin da subito la costante minaccia rappresentata da un contatore che scorre inesorabile verso lo zero per mettere la parola fine alla nostra avventura.

Alla scoperta del mondo
Alla scoperta del mondo

Tuttavia c'è da dire che dopo aver storto il naso per una meccanica tendenzialmente tediosa, ci siamo dovuti ricredere dopo qualche ora di gioco constatando che il conto alla rovescia non va ad influire particolarmente sulla godibilità della storia visto l'abbondante tempo a disposizione. Si tratta di un buon compromesso che ci ha permesso di giocare senza fretta mettendo assieme una bella squadra di alchimisti, esplorare le diverse location del mondo di gioco, combattere i tanti nemici che ci si sono parati davanti e imparando nuove nozioni sull'alchimia che ci hanno permesso di migliorare il nostro alter ego virtuale. Un altro cambiamento rispetto al passato è la possibilità di montare in prossimità dei vari focolai sparsi per il mondo di gioco la tenda alchemica di Firis nella quale riposare e riprendere le forze, riorganizzare l'inventario e, ovviamente, praticare l'alchimia senza bisogno di tornare necessariamente alla città d'origine come invece accadeva in Atelier Sophie. Si tratta di un'ottima introduzione visto e considerato che gran parte dell'esperienza di gioco ruota attorno proprio all'esplorazione e alla raccolta di quanti più materiali possibile. La raccolta però consuma stamina e quindi si rende necessario riposare di tanto in tanto o in prossimità dei pratici focolai oppure in una locanda per evitare di perdere tutto il bottino faticosamente accumulato. La varie formule alchemiche sono racchiuse all'interno del libro di ricette, un manuale che, di fatto, va a scandire le nostre azioni all'interno del mondo di gioco. Vi sono riportati non solo le ricette, ma anche gli obiettivi da portare a termine per sbloccarle come ad esempio completare uno specifico compito, sconfiggere un mostro raro o raccogliere un oggetto. In tal senso emerge forse il limite più evidente di Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey ovvero l'incapacità di riuscire ad offrire quest stimolanti e ben caratterizzate ripiegando sempre su compiti simili tra loro. La sintesi degli ingredienti è affidata al nostro fido pentolone che a differenza di quanto visto in passato, è uno solo e ci accompagnerà per tutto il corso dell'avventura. Da qui usciranno pozioni curative, bombe, parti di equipaggiamento per Firis e i suoi compagni e oggetti necessari per procedere nella trama principale.

Trofei PlayStation 4

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey mette a disposizione 45 trofei di cui molti nascosti perché legati alla trama principale. Per ottenerli tutti occorrerà spendere parecchie ore sul gioco esplorando ogni anfratto del mondo di gioco e sbloccando tante ricette.

Si cucina e si combatte

Se da una parte abbiamo la raccolta, l'esplorazione e la combinazione degli elementi secondo le leggi dell'alchimia, dall'altra non possono mancare i combattimenti, piuttosto standard parlando di JRPG. Il sistema di combattimento è uno tradizionale a turni che vede all'inizio dello scontro i quattro componenti del party schierarsi contro il mostro di turno in una formazione standard con il tank in prima linea seguito dagli altri personaggi. Formazione standard perché un'altra differenza rispetto allo scorso capitolo è l'impossibilità di cambiare il modulo da offensivo a difensivo; tale mancanza strategica tuttavia è compensata dal sistema Support Guard che permette al giocatore di scegliere quale altro membro del party andrà a prendersi i danni indirizzati alla graziosa Firis, evitando che ci rimetta la pelle in un paio d'attacchi visto che in confronto ai suoi compagni rimane la più debole del gruppo.

Alla scoperta del mondo

Bisogna usare questa funzione con attenzione però visto che l'interazione tra i personaggi consuma la barra Chain Burst, utilissima anche per scatenare devastanti attacchi combinati fondamentali contro i nemici più agguerriti. Il risultato è un sistema di combattimento piuttosto classico che pur non essendo particolarmente strategico risulta sempre godibile e coinvolgente, senza mai annoiare durante le decine ore di gioco proposte da Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey. Sul fronte tecnico il lavori di Gust Corporation si difende bene sfoggiano 1080p e 60 immagini al secondo su PlayStation 4 e una grafica in cel shading che si sposa ottimamente con i bellissimi modelli poligonali dei personaggi principali. Peccato invece per i personaggi non giocanti che vanno a decorare le varie location e coma da tradizione sono tutti molto simili tra di loro dando talvolta la sensazione di parlare con la stessa persona dopo essersi mossi da una parte all'altra del mondo di gioco. Sul fronte delle ambientazioni le più riuscite sono indubbiamente le foreste verdi, lussureggianti e piene di dettagli, l'esatto contrario dei dungeon chiusi che per la maggior parte sono caverne spoglie sempre uguali sparse per l'immenso mondo di gioco. Ottimo il comparto audio con una colonna sonora che ci accompagnerà costantemente lungo l'avventura senza risultare mai troppo invasiva, mentre per il doppiaggio sono disponibili, come da tradizione, solamente l'inglese e il giapponese. Solito avviso invece per la localizzazione: testi e menu di gioco sono tutti completamente scritti nella lingua di Albione, necessaria quindi per comprendere il titolo in ogni sua sfaccettatura.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
8.0
Lettori (3)
8.1
Il tuo voto

Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey si è confermato un ottimo JRPG capace di far compiere alla serie un passo in avanti pur riprendendo alcuni elementi appartenenti al passato. I limiti temporali tanto bistrattati nei vecchi capitoli qui trovano la loro giusta dimensione risultando giustificati e ben implementati nel gioco; allo stesso modo gli attacchi combinati e la support guard danno una buona varietà al combat system sempre ancorato agli stilemi classici del genere ma molto godibile. A completare il pacchetto ci pensano un storia coinvolgente e un sistema di crafting ricco e rifinito che si fonde perfettamente con il gigantesco mondo di gioco realizzato dai ragazzi Gust Corporation, minato solamente da alcune quest troppo simili tra di loro. In ultimo attenzione alla localizzazione: sia per il parlato che per i testi non c'è l'italiano.

PRO

  • Storia solida e coinvolgente
  • Ottimo sistema di crafting
  • Un gigantesco mondo da esplorare

CONTRO

  • Quest un po' ripetitive
  • Varietà di scenari e personaggi non giocanti altalenante