L'eventualità che in un mercato come quello nipponico - dove l'emulazione dei prodotti di successo è così comune da risultare quasi scontata - sarebbero apparsi cloni di Monster Hunter era una pratica certezza.
Che tra questi cloni ne avremmo visti di meritevoli, tuttavia, lo si poteva prevedere già con meno precisione, e figuriamoci poi pensare che la paternità di uno dei migliori sarebbe stata degli Omega Force (fin troppo noti per la produzione in serie di musou e altri titoli di dubbia qualità). Toukiden è il nome di questa saga "copiata": titoli pensati principalmente per Playstation Vita, che si sono poi allargati alle piattaforme caserecce di Sony e hanno ottenuto un riscontro abbastanza positivo persino dalle nostre parti, al punto da giustificare l'arrivo di Toukiden 2 - il capitolo più recente - anche nello stivale. Il successo di Toukiden non deriva tuttavia dal semplice riutilizzo di meccaniche molto amate dai giocatori giapponesi; si tratta di un marchio dotato di interessanti elementi unici nonostante la vicinanza ai noti titoli Capcom, e che in particolare in questo secondo episodio principale sembra voler sviluppare una personalità propria. Negli uffici milanesi di Koch Media abbiamo provato la versione PlayStation 4 di questo interessante sequel. Ecco le nostre impressioni.
Seguito stiracchiato o titolo con una sua personalità? Abbiamo provato Toukiden 2!
Demoni nello spaziotempo
Partiamo da principio: In Toukiden 2, subito dopo aver creato il proprio sterminatore di demoni, ci si ritrova catapultati nel bel mezzo del "risveglio", un attacco di oni così inarrestabile e su larga scala da portare i loro uccisori a rivelarsi all'umanità intera.
Dopo una lineare serie di scontri contro le forze del male, però, un'enorme mostruosità draconica risucchia il nostro alter ego in un portale mistico, la cui destinazione è il villaggio di Mahoroba dieci anni nel futuro. Salvato da una stramba professoressa col pallino della caccia agli oni e dal suo aiutante meccanico, lo scopo del giocatore è quindi svelare cosa sia accaduto durante la battaglia svoltasi dieci anni prima, e cercare di non venir cancellati dall'esistenza a causa del proprio status innaturale di "viaggiatore del tempo". Una premessa un po' più marcatamente narrativa del solito per videogame di questa tipologia, ma comunque ben lontana dall'essere originale o particolarmente interessante. Diciamo che, come scusa per ammazzare demoni di vario tipo, risulta comunque più che assennata. Usciti dalla fase tutorial, ad ogni modo, è impossibile non provare una certa familiarità osservando le strade del villaggio di Mahoroba: seppur più esteso e variegato dei centri abitati di Monster Hunter, non mancano fabbri, cuochi, banchetti dove prendere le missioni, e tutto ciò che siamo abituati a vedere nei titoli Capcom... Toukiden 2 decide quindi di differenziarsi dal suo "fratellone maggiore" con una serie di trovate legate a gameplay e gestione delle mappe, con le seconde che risultano in realtà interconnesse in una sorta di open world che va a sostituire le zone di caccia viste in passato. Navigare la mappa in questo modo è meno intuitivo e semplice (o almeno lo è sembrato dalla nostra prova), ma dona al mondo di gioco una maggiore concretezza e non è nemmeno l'unica trovata "nuova" inserita in questo seguito, perché la presenza della professoressa non è un semplice contorno.
Talk to the hand
La vostra salvatrice è una sorta di scienziata, appunto, e come tale vi doterà quasi subito di un'interessante novità chiamata "Mano Demoniaca". Orientabile con facilità contro qualunque demone, la mano permette di avvicinarsi immediatamente al proprio nemico (e di sferrare colpi in volo subito dopo), di atterrare demoni enormi con una spettacolare proiezione, o di distruggere determinate parti del corpo avversarie; tutte manovre aggiuntive che arricchiscono non poco il combattimento.
Lasciata momentaneamente da parte questa questa curiosa mano energetica, Toukiden 2 vanta poi anche nuove armi: l'accoppiata spada e scudo e la lama frusta. La prima è classica e molto difensiva, mentre la seconda si sposa alla grande proprio alla Demon Hand, visto che sembra particolarmente indicata per il combattimento aereo e la mobilità elevata. Ora, Toukiden 2 non ha la finezza di meccaniche né la complessità delle armi di Monster Hunter, nonostante una velocità media dell'azione leggermente maggiore; il titolo Koei guadagna dunque punti per via dei già noti Mitama, spiriti di eroi caduti in battaglia utilizzabili per donare vari poteri ai propri attacchi. Mitama difensivi permettono di migliorare temporaneamente la propria difesa o recuperare punti vita, mentre eroi offensivi aumenteranno il vostro danno o garantiranno altri bonus poderosi all'attacco. Questo genere di varietà garantisce quel tocco in più al sistema di combattimento del gioco che le "pure" mosse di base non riescono ad assicurare. Certo, le varie armi sono curate e varie quanto basta, quello che critichiamo noi è proprio il feeling, in generale più legnoso e impreciso rispetto a quello restituito da Monster Hunter. Messo in conto questo, Toukiden 2 resta un gioco più che soddisfacente quando si massacrano demoni di vario tipo. Durante questa oretta di prova, insomma, abbiamo visto un discreto numero di cambiamenti, migliorie e novità che lasciano ben sperare per la qualità del gioco, eppure abbiamo solo raschiato la superficie. Trattandosi di un action con elementi ruolistici complessi legati al crafting e allo sviluppo dell'equipaggiamento, Toukiden 2 va analizzato molto più a fondo. Se il primo vi è piaciuto e la vostra PlayStation Vita è ancora attiva, però, ci riesce difficile già ora non consigliarvi vivamente di tenerlo d'occhio.
CERTEZZE
- La Demon Hand è un'interessante aggiunta
- Nuove e interessanti armi utilizzabili, e più Mitama
- Mappa open world interconnessa
DUBBI
- Meccaniche di combattimento ancora legnosette
- Tecnicamente non brilla, trattandosi di un gioco per PlayStation Vita