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Torniamo in The World: la recensione della collection di .Hack//G.U.

Tornano Haseo e i suoi compagni per un'avventura avvincente, seppur datata

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   06/11/2017

Quando una quindicina di anni fa Namco Bandai demandò a CyberConnect 2 lo sviluppo di un RPG di stampo giapponese, nessuno si sarebbe aspettato un progetto gestito in maniera così ambiziosa, e allo stesso tempo in grado di canalizzare l'attenzione di centinaia di migliaia di fan in tutto il mondo. Fin dall'uscita della sua prima iterazione, .Hack è stato capace di far parlare di sé e diventare ben presto un punto di riferimento per un genere che cominciava già ad arrancare dietro a tutte le grandi produzioni occidentali. Ben prima di Sword Art Online, .Hack ha portato i giocatori in un mondo in cui i protagonisti sono essi stessi dei giocatori. Persi in un mondo virtuale che nasconde più insidie di quante si possa mai immaginare, The World (questo il nome del sistema) sarà il banco di prova di una lunga e avvincente storia fatta di amicizia e tradimenti, di gioie e di delusioni, fino al suo naturale epilogo.

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Sono un PKK

L'arco narrativo di .Hack si dipana attraverso una serie pressoché infinita di prodotti multimediali che vanno dal manga al videogioco, dal romanzo fino all'immancabile anime. Ciò che arriva oggi sul nostro mercato è una versione rimasterizzata della seconda trilogia videoludica: G.U.. Considerata la migliore iterazione del franchise e forte della sua natura di metagioco, il titolo di CyberConnect 2 racconta la storia di Haseo e di un gruppo più o meno corposo di altrettanti giocatori alle prese con un sistema ludico che va ben oltre il semplice passatempo. Facciamo la conoscenza di Haseo nel momento in cui decide di entrare per la prima volta in The World R2 (la seconda versione riveduta e corretta dopo le problematiche della prima serie). Gli avvenimenti iniziali: l'inganno da parte di due giocatori che lo sfrutteranno per poi ucciderlo e la sua conseguente conoscenza con il mondo dei PK (player killer), l'aiuto da parte di un misterioso uomo che sembra aver visto in lui più di quello che ci si potesse aspettare e la conseguente crescita esponenziale come giocatore, sono tutti eventi raccontati con la velocità e la spensieratezza di chi sa di avere ancora tanta carne al fuoco. Haseo, diventato dopo circa otto mesi il punto di riferimento dei PKK (ovvero coloro che uccidono gli assassini di giocatori), è intenzionato a cercare e sconfiggere Tri-Edge. Il misterioso killer sembrerebbe infatti avere la possibilità di uccidere in gioco e mandare in coma il corrispettivo utente nella vita reale. Al primo incontro utile, Haseo viene nettamente sconfitto, sperimentando a sua volta il "Data Drain", ovvero la cancellazione totale dei dati di gioco e ritrovandosi nuovamente a partire da zero. Questo l'incipit di un titolo che sarà in grado di regalarvi una buona dose di sentimenti e tuffi al cuore, dipanandosi per quasi un centinaio di ore rimanendo quasi sempre ad un livello narrativo interessante e mai banale (al netto di qualche "giapponesata"). Senza raccontarvi altro del lungo arco narrativo, sappiate che .Hack resta, ancora oggi, un punto di riferimento della narrazione JRPG, con un susseguirsi di colpi di scena e un'immedesimazione che è difficile trovare in qualsiasi altra situazione.

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Trofei PlayStation 4

.Hack//G.U. Last Recode può contare sulla bellezza di 52 trofei divisi tra i vari capitoli. Acquisire l'agognato platino non sarà tanto difficile quanto estremamente lungo, data la necessità di compiere un determinato quantitativo di battaglie e addirittura di arrivare al livello 150 con Haseo (realizzabile solo a partire dal vol.3.)

Spamma che ti passa

Purtroppo le stesse belle parole non si possono dire per il gameplay. Ciò su cui la serie non è mai stata in grado di svettare, è proprio l'aspetto puramente videoludico. Sia chiaro: non parliamo di un brutto titolo, caratterizzato da estrema frustrazione e difficile da portare a termine (il gioco è stato addirittura semplificato); ma saremmo ingiusti se non mettessimo sul piatto la realtà di un JRPG che rischia spesso di tramutarsi in una ripetizione forsennata dello stesso tasto demandato all'attacco fino al sopraggiungere della morte avversaria. Il gioco, in tempo reale e senza transizioni tra esplorazione e combattimento, mette in campo un party composto da un massimo di tre personaggi, coinvolti in uno scontro gestito da un'intelligenza artificiale che riesce comunque a compiere discretamente il proprio lavoro. Lì dove potrete muovere liberamente il protagonista, tutti i comprimari saranno quindi manovrati da routine predefinite, o altrimenti indirizzati da alcune vostre direttive in battaglia e strategie impostate ancor prima di far scattare i combattimenti. I comandi a vostra disposizione sono semplici: con la X attaccherete, andando a creare delle combo concatenando gli attacchi, mentre con il O effettuerete una parata che spesso vi salverà dalla morte e vi darà la possibilità di contrattaccare appena possibile. Conclude il trittico di azioni importanti il tasto R1: quest'ultimo aprirà un ulteriore menù che vi darà la possibilità di scegliere tra quattro differenti abilità da impiegare in combattimento per infliggere un danno maggiorato. Lì dove sarete in grado di indebolire abbastanza l'avversario da lasciarlo stordito, tramite lo stesso tasto dorsale potrete effettuare il Rengeki, ovvero una versione potenziata dell'abilità base. Sulla base di questi tre elementi si sviluppa la gran parte del gameplay di .Hack.

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Non fraintendeteci, stiamo parlando dello stesso studio in grado di sviluppare una stupenda serie di picchiaduro su Naruto dove l'unico tasto di attacco è il cerchio. I CyberConnect 2 sono maestri nell'arte della semplificazione delle meccaniche e .Hack non è da meno, ma saremmo ingiusti se vi dicessimo che ciò che nel 2006 poteva già risultare ripetitivo, oggi potrebbe portarvi alla tortura psicologica, qualora non foste dei giocatori quasi totalmente avvezzi al genere in questione. Le uniche aggiunte di nota le si possono ritrovare negli attacchi "risveglio" (una sorta di attacco speciale di gruppo) e nelle battaglie tra avatar: veri e propri scontri picchiaduro tra entità simili agli "Stand" di JoJo, semplici e non così avvincenti. Le differenze tra i tre volumi principali che compongono la Collection sono ridotte all'osso, così come estremamente ridotti erano i tempi tra l'uscita di un titolo e l'altro (parliamo di una manciata di mesi) precludendo a CyberConnect 2 la possibilità di modificare sostanzialmente l'infrastruttura e limitandosi a semplice aggiunte come la possibilità di schivare o di gestire più facilmente l'utilizzo degli oggetti in battaglia. A completare il pacchetto e, soprattutto, l'immedesimazione nell'infrastruttura di The World, ci pensa la possibilità (che è purtroppo un obbligo in alcune situazioni), di spezzare il ritmo ed effettuare una vera e propria disconnessione virtuale dal gioco, così da leggere le ultime notizie dalla rete, ricevere ed inviare mail, guardare programmi televisivi in streaming e partecipare ai forum demandati ai giocatori di The World. Tutta questa interfaccia, resa magistralmente da punto di vista estetico e di navigazione, fa acqua da tutte le parti data la sua impossibilità di essere consultata in gioco.

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Sono stati poi inseriti dagli sviluppatori due extra estremamente graditi: la modalità parodia e il Terminal Disc. La prima non è altro che una serie di scene ridoppiate dagli interpreti originali, che imbastiscono situazioni surreali prendendo spunto dalle reazioni dei vari protagonisti: essendo sequenze estrapolate da tutti i capitoli, vi consigliamo di godervele dopo aver concluso la serie. La seconda cosa è il Terminal Disc, ennesimo elemento di meta narrazione inserito in .Hack, originariamente presente solo nella Limited edition. Si tratta di una serie di documenti e registrazioni di Jun Bansyoya, dipendente della CC Corporation, che racconta alcuni retroscena risalenti alla chiusura del primo The World e alla nascita della sua versione R2. Meno interessante il Cheat Mode, che dà la possibilità di iniziare il titolo al livello massimo, con i migliore equipaggiamenti ed un capitale infinito: il gioco è stato ampiamente semplificato rispetto alla sua versione originale, inserendo addirittura i checkpoint e rendendo questa modalità totalmente superflua.

Un bellissimo mondo virtuale… più o meno

Passiamo a parlare di quello che è l'aspetto tecnico di questa collection. Non si può negare che il lavoro effettuato sull'originale sia veramente notevole: quasi tutte le texture che compariranno a schermo saranno ora in alta definizione, mettendo in mostra modelli poligonali datati ma allo stesso tempo magistralmente caratterizzati. Permane purtroppo la mancanza di espressività in una buona dose di scene di intermezzo, ma il gioco sa difendersi e regalare qualche scorcio non indifferente. Il vero problema da un punto di vista grafico, lo si può ritrovare in un continuo pop up degli elementi in lontananza e nella ripetitività estrema dei percorsi demandati ai dungeon. Quasi tutte le ambientazioni sono formate da elementi ricorrenti e poco dettagliati, al punto di far credere di essere generati proceduralmente. Belle ed emozionanti invece le scene d'intermezzo, alle quali si unisce un accompagnamento sonoro da applausi scroscianti ed anch'esso caratterizzato da un mix totalmente nuovo.

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Vol. 4

Lasciamo un piccolissimo box per parlare di quello che per alcuni doveva essere il piatto forte del pasto. Chi scrive non ha mai creduto che il nuovo volume inserito all'interno della collection potesse valere come un titolo canonico uscito ormai una decina di anni fa. Allo stesso tempo non ci aspettavamo di ritrovarci tra le mani un contentino dedicato ai più nostalgici, realizzato con un motore quasi vicino a quello degli originali, con un'interfaccia sostanzialmente invariata e un gameplay che non regala nessuna nuova gioia particolare. Se aggiungete il fatto che l'avventura difficilmente vi durerà più di qualche ora, capite bene che acquistare questa collection con lo scopo di giocare solo il vol.4 rappresenti una sostanziale follia. Nota positiva per le scene animate, bellissime ed estremamente più vicine alle varie iterazioni anime del franchise.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
7.5
Lettori (12)
7.9
Il tuo voto

.Hack// G.U. Last Recode rappresenta ciò che di più particolare l'industria dei JRPG ci abbia mai regalato. Nato come frinchise multimediale, è stato in grado di canalizzare l'attenzione e smuovere una fanbase talmente affezionata da portare Bandai Namco a pubblicare una collection corposa ed emozionate per tutti i malinconici. Probabilmente la buona riuscita di questo progetto determinerà la possibilità o meno di rivedere .Hack sugli scaffali con un nuovo capitolo. Nel frattempo, al netto di tutte le problematiche sviscerate nel testo della recensione, ciò che troverete in .Hack sarà una grande storia e degli ottimi personaggi, recuperabili al prezzo al quale questi volumi venivano venduti separatamente ogni due mesi al tempo della loro pubblicazione. Se siete pronti a sopportare un po' di ripetitività e un invecchiamento delle meccaniche non esattamente paragonabile ai quarant'anni di Charlize Theron, buttatevi a capofitto, non ve ne pentirete.

PRO

  • Ancora oggi resta una delle storie più affascinanti del panorama dei JRPG
  • Tantissimi contenuti ad un prezzo altrettanto contenuto
  • Colonna sonora da applausi
  • Simpatica l'aggiunta del quarto volume...

CONTRO

  • ...peccato che sia sostanzialmente inutile
  • La ripetitività del combat system e dei dungeon è forte