6

Slay the Spire, recensione

Un piccolo titolo che sposa le meccaniche di Hearthstone con i Roguelike

RECENSIONE di Simone Pettine   —   16/02/2018
Slay the Spire
Slay the Spire
News Video Immagini

Hearthstone domina ormai da qualche anno un intero settore: quello di giochi basati su mazzi di carte virtuali. Le sue sono meccaniche intuitive da apprendere, ma spesso complesse da dominare a fondo, per lo meno per riuscire a portarsi a casa la vittoria online. Blizzard gioca da sola, ma la presenza di un gigante non ha mai impedito il proliferare dei tanti titoli cloni basati su meccaniche completamente copiate dall'originale, spesso dalla qualità a dir poco imbarazzante. Slay the Spire, invece, è diverso. Non è un clone: è un titolo che si è ispirato per forza di cose all'unico modello degno di questo nome, e poi ha preso la sua strada, in modo molto originale. Abbiamo passato parecchie ore alle prese con questo piccolo progetto indipendente, che in poco tempo è diventato una vera e propria droga.

Dungeon che vai, mazzo di carte che trovi

Slay the Spire non è un deck building online che ci chiede di sfidare altri giocatori dopo aver messo insieme un mazzo di tutto rispetto. Le carte sono il cuore del gameplay, ma il titolo è un roguelike a tutti gli effetti. Sì esatto, un roguelike. Avete presente le mappe generate in modo casuale, la morte permanente in caso di sconfitta, tutti i begli oggetti che avevamo nell'inventario che prendono il volo? Ecco, quello. Adesso pensate un roguelike che vada affrontato con un mazzo di carte come unica arma, e avrete capito perché Slay the Spire si è meritato tutta questa attenzione. Attenzione che, per inciso, è arrivata piuttosto tardi. Il titolo è disponibile attualmente in early access su Steam, già da prima di Natale, ma sta ottenendo la giusta attenzione solo adesso, e solo grazie al rumorio dei fan del genere, che ne hanno indovinato subito la buona qualità. Perché di idee buone ce ne sono davvero tante.

Slay the Spire, recensione

Lasciamo per un momento in disparte le meccaniche delle carte in sé e le loro regole, e analizziamo invece il sistema di progressione. Per ora ci sono solo due personaggi giocabili che dovranno avventurarsi nei pericolosi dungeon: l'Ironclad, una sorta di soldato che ha venduto l'anima al diavolo per ottenere incredibili poteri, e la Silent, a metà tra l'assassina e la cacciatrice. Gli sviluppatori hanno promesso di aggiungerne altri più avanti, quando avverrà la pubblicazione ufficiale. Questo è molto interessante, perché già gli unici due personaggi disponibili mostrano come l'approccio alle partite possa cambiare radicalmente, dal momento che ognuno di loro possiede carte peculiari, uno stile specifico, e dei bonus ad inizio partita differenti. Un rapido esempio: l'Ironclad, alla fine di ogni scontro, ripristinerà automaticamente 6 Punti Vita grazie all'abilità Sangue Ardente. Niente male, dal momento che più si va avanti più i nemici si fanno agguerriti, e che nelle fasi finali di ogni dungeon ogni singolo punto vita può fare la differenza. Ma la Silent è molto più pericolosa durante gli scontri, perché con Anello della Serpe pesca automaticamente due carte in più all'inizio di ogni mano, a permetterà strategie più complesse. In Slay The Spire si procede per piccole aree di gioco statiche, all'interno delle quali avrà luogo un combattimento a turni, tutto rigorosamente disegnato in 2D: personaggi, ambienti e animazioni. Le aree proseguono secondo un ordine verticale e una pratica legenda sul lato destro dello schermo ci dà un'idea di cosa dovremo aspettarci dalla successiva.

Slay the Spire, recensione

Dopo ogni scontro, potremo scegliere uno dei tre percorsi proposti dal bivio, a seconda della nostre esigenze. Se saremo deboli forse la scelta migliore sarà quella di riposarsi invece che ingaggiare un nuovo combattimento, o comunque a parità di scontri alcune icone segnalano la presenza di nemici più deboli rispetto ad altri. Non tutte le aree, comunque, portano alla battaglia. Di tanto in tanto compaiono mercanti che possono venderci nuovi oggetti, zone di sosta in cui dovremo scegliere tra il riposarci o il forgiare versioni potenziate delle carte che già possediamo, e persino situazioni bonus che ricordano da vicino le primissime avventure grafiche con PC, quelle con soli testi a schermo. Per esempio, un narratore ci avviserà che abbiamo trovato un prezioso manufatto. Cosa dobbiamo fare? Raccoglierlo? Lasciarlo lì? Ogni azione avrà delle conseguenze, che attribuiranno al nostro personaggio dei bonus o dei malus in combattimento. Solitamente vengono suggeriti dal testo a schermo, accanto all'azione proposta. Però sarebbe stato meglio far lavorare la nostra immaginazione, invece di sapere in anticipo cosa sta per accadere: si perde un po' quel gusto del rischio che tanto si sposa bene con i roguelike.

Le regole del gioco

Slay The Spire riesce in molti casi ad essere davvero infame, proponendo uno di seguito all'altro troppi nemici, o comunque avversari eccessivamente potenti per le nostre risorse. A volte tocca maledire la nostra avventatezza: dovevamo riposarci invece di cercare di nuovo lo scontro. Altre volte si maledice volentieri il team di sviluppo, con una mano di carte sfortunata o comunque inutile nella situazione del momento. Perché in fondo, dungeon da esplorare e la morte sempre dietro l'angolo a parte, sono le carte il cuore della produzione. Il sistema di gioco è stato studiato in modo molto intelligente e ci è sembrato per il momento ben bilanciato, più dell'esplorazione dei dungeon. Gli scontri tra il protagonista e i mostriciattoli sparsi ovunque avviene infatti a turni, e i turni sono scanditi dal modo in cui giocheremo le nostre carte, letteralmente.

Slay the Spire, recensione

Allo stesso modo di Hearthstone, ogni carta ha un costo per essere giocata, e noi abbiamo solo tre punti a disposizione per ogni turno. Dovremo quindi dire all'Ironclad o alla Silent che cosa devono fare: attaccare, difendersi o attivare qualche abilità speciale. Se per le offensive il procedimento appare subito chiaro, non è lo stesso per il sistema di difesa (chiamato Blocco). Le carte blocco donano al nostro eroe dei punti armatura, contrassegnati con uno scudo a schermo. Sono un punteggio bonus: per ricevere dei danni, il nemico dovrà prima eliminare tutti quei punti bonus. Ma le carte, solitamente, ci danno una protezione di cinque, otto punti la volta. Alcuni boss possono infliggere più di trenta danni in un colpo solo, e qui il sistema di bilanciamento degli scontri un po' si incrina. Nel complesso, comunque, il sistema di gioco riesce sempre a tenere sul chi va là, ma raramente esagera proponendo situazioni insormontabili. Quando si presentano, è buona regola sfruttare fino in fondo le abilità specifiche del nostro personaggio, oppure degli oggetti bonus che abbiamo trovato in giro esplorando i dungeon (e che in caso di morte sono persi per sempre). A parte i consumabili che agiscono immediatamente durante lo scontro, ma una sola volta, con un po' di fortuna potremo anche mettere la mano sulle reliquie, che invece consentono di usufruire di bonus permanenti, e che ci faranno iniziare lo scontro in netto vantaggio. Va da sé che i mazzi sono interamente personalizzabili, potenziabili e alterabili. Inoltre gli sviluppatori si sono sbizzarriti con i collezionabili e con la varietà di situazioni: sono presenti duecento carte, cinquanta tipi diversi di nemici, più di cento oggetti, e siamo ancora soltanto nell'early access. Le potenzialità per avere tra le mani un titolo interessante (ed economico: costa appena quindici euro) ci sono tutte. Le animazioni invece andrebbero completamente riviste, perché sono imbarazzanti, al pari del design e dell'ispirazione di quasi tutti i nemici, fatta eccezione per i boss.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
  • Processore: Amd Ryzen 5 1600 - 3.2 GHz
  • Scheda video: EVGA GeForce GTX 1070 con 8 GB
  • Memoria: 16 GB di RAM

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP, Vista, 7, 8/8.1, 10
  • Processore: 2.0 Ghz
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Scheda video: 256mb Video Memory, capable of OpenGL 2.0+ support
  • Memoria: 1 GB di spazio disponibile

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (17)
8.7
Il tuo voto

Slay the Spire è un progetto coraggioso, che ha saputo unire due generi completamente diversi senza che si avverta alcuno scricchiolio nelle sue fondamenta. Non è perfetto, soprattutto dal punto di vista grafico e tecnico, ma fa il suo dovere. Cosa più importante, il sistema di gioco basato sulle carte è solido, strategico, intrigante, e le meccaniche roguelike donano un sapore di freschezza a tutto il resto, rivelandosi raramente frustranti. Aggiungiamoci quella mezza tonnellata di oggetti e collezionabili; aggiungiamoci anche che in futuro arriveranno nuovi personaggi. E aggiungiamoci pure che è stato tradotto in italiano, per quanto non sempre corretto.

PRO

  • Buona sinergia tra le carte
  • Interessanti le meccaniche roguelike
  • L'atmosfera è abbastanza intrigante

CONTRO

  • Andrebbe valutato un comparto online
  • Graficamente e stilisticamente lascia molto a desiderare
  • La traduzione è molto stentata