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Pop-Up Pilgrims: la recensione

Il Cloud God deve di nuovo salvare i suoi pellegrini, questa volta con l'aiuto di PlayStation VR

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   13/04/2018
Pop-up Pilgrims
Pop-up Pilgrims
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Il nome di Dakko Dakko sarà noto soprattutto a chi ha posseduto una delle console portatili PlayStation. Su PlayStation Portable e PlayStation Vita è infatti stato avvistato qualche anno fa Floating Cloud God Saves the Pilgrims, gioco all'interno del quale un buffo dio viaggiante su una nuvola doveva tenere in vita i propri pellegrini, eliminando i loro nemici. Sempre da Dakko Dakko dopo Floating Cloud God è in realtà arrivato sul mercato anche Scram Kitty and his Buddy on Rails, ma è proprio il dio fluttuante a ritrovare in queste settimane una seconda giovinezza grazie a Pop-Up Pilgrims, gioco uscito in esclusiva per PlayStation VR. L'obiettivo è ancora una volta quello di salvare i pellegrini nei panni del Cloud God, adottando però un approccio diverso rispetto a quello precedente, che ricorda nelle sue meccaniche gli intramontabili Lemmings. Se avete a casa un visore e siete curiosi di saperne di più, non dovete fare altro che continuare a leggere.

Pop-Up Pilgrims: la recensione

Trofei PlayStation 4

Pop-Up Pilgrims propone un totale di venticinque Trofei. Quello di platino può essere ottenuto come al solito collezionando tutti gli altri, ma nel caso di questo gioco vuol dire sostanzialmente raggiungere la fine in modo perfetto. I sei Trofei di bronzo possono essere ottenuti portando almeno un pellegrino a completare gli altrettanti mondi in cui i livelli di Pop-Up Pilgrims sono divisi, i dodici d'argento sono legati alla raccolta di alcuni collezionabili e alle pergamene del Floating God, mentre quelli d'oro si possono sbloccare completando i mondi senza subire perdite.

Usiamo la testa

Avete presente quei libri per bambini che una volta aperti compongono scenari tridimensionali? Si chiamano libri pop-up e dal loro nome viene quello di Pop-Up Pilgrims, gioco in 2.5D nel quale siamo chiamati a portare a destinazione i pellegrini facendoli viaggiare in sicurezza tra una piattaforma e l'altra. L'invasione del mondo da parte di un gruppo di demoni ha fatto sì che essi rubassero gli incantesimi sacri del Floating Cloud God, privandolo dei suoi poteri. Il dio resta però come guida dei suoi devoti, che partono così in missione accompagnati da chi indica loro la strada per la salvezza. Come accennato, Pop-Up Pilgrims funziona in modo simile a Lemmings, anche se rispetto a quest'ultimo è un po' meno punitivo per il giocatore: i pellegrini si muovono da soli sulle piattaforme che compongono i livelli, riconoscendone però i bordi senza tuffarsi di sotto. Tornano invece indietro, disegnando così un percorso ciclico che il giocatore deve però mettere in sicurezza per evitare problemi.

Pop-Up Pilgrims: la recensione

Per fare in modo che chi ha il visore in testa familiarizzi con le dinamiche di Pop-Up Pilgrims, i primi livelli sono ovviamente più semplici, per poi complicare le cose richiedendo così un maggiore tempismo. L'uso che viene fatto della realtà virtuale per le dinamiche di gioco riguarda soprattutto i movimenti della testa, tramite i quali è possibile scegliere un pellegrino da "controllare": non completamente, visto che egli continuerà a muoversi attraverso il percorso di cui sopra, ma grazie alla pressione del tasto R2 è possibile farlo saltare per passare da una piattaforma all'altra o effettuare cambi di direzione. Sotto questo profilo, il problema principale sta nel fatto che i pellegrini viaggiano il più delle volte tutti in gruppo, per cui a volte la selezione passa da uno all'altro senza che noi lo vogliamo: nel caso in cui si sia effettuato un salto, può quindi capitare che a compierlo non sia chi noi volevamo, con conseguenze che possono portare alla sua morte. Quest'ultima non è da prendere sottogamba, in primo luogo perché non portare alla fine del livello tutti i pellegrini impedisce di ottenere il punteggio massimo (è presente un sistema simile a quello tipico delle tre stelline su mobile), secondariamente perché gli accoliti morti non vengono ritrovati al livello successivo. Nel caso in cui si perdano troppi seguaci per strada, bisogna quindi tornare indietro e migliorare la prestazione nei livelli dove essi sono spirati per riuscire ad andare avanti attraverso la sessantina di livelli proposti da Pop-Up Pilgrims.

Tutto davanti agli occhi

L'uso della realtà virtuale che viene fatto da Pop-Up Pilgrims non comprende movimenti: chi indossa PlayStation VR resta infatti fermo nel proprio punto di vista di osservatore esterno, mantenendo tutta la scena di fronte a lui. Non essendoci nessuna dinamicità, non c'è quindi rischio di provare malesseri vari. L'unica peculiarità di Pop-Up Pilgrims in coppia con la realtà virtuale consiste nel già citato movimento della testa, con cui si seleziona il pellegrino a cui si vuole far compiere un'azione. Per il resto si agisce come in un gioco non-VR, in combinazione con la periferica di controllo che in questo caso è il DualShock 4. Dal punto di vista tecnico, Pop-Up Pilgrims si presenta con una grafica colorata e piacevole, con modelli ispirati alla tradizione orientale che sembrano un po' un miscuglio tra quella cinese e quella giapponese. Le animazioni dei vari personaggi sono abbastanza carine, rendendo quindi nel complesso questo gioco godibile in realtà virtuale al netto delle solite limitazioni imposte dall'uso di PlayStation VR. Discorso un po' diverso invece per la colonna sonora, che alla lunga finisce un po' per stancare, così come per alcuni effetti audio un po' particolari, come l'inquietante commento con cui il Floating God dovrebbe celebrare il completamento di ogni livello.

Pop-Up Pilgrims: la recensione

Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 16,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori
ND
Il tuo voto

Pop-Up Pilgrims non tocca particolari vette, ma non cade neanche in pericolosi burroni. A conti fatti è un gioco divertente, anche se un po' troppo ripetitivo: il nostro consiglio, nel caso in cui decidiate di acquistarlo, è quindi quello di vederlo più o meno come un gioco per cellulari, da assumere a piccole dosi per ingannare il tempo quando non ne avete tantissimo a disposizione per giocare.

PRO

  • Tanti livelli, per circa sei ore di gioco
  • Un colorato mix di culture orientali
  • Divertente se assunto a piccole dosi...

CONTRO

  • ...altrimenti la ripetitività è in agguato
  • Qualche problema coi controlli
  • La colonna sonora dopo un po' stanca