Versione testata: PC
Prendete dei fogli usati e strappateli in modo da avere delle fettucce di piccole dimensioni, immergeteli in una bacinella piana poco profonda lasciando che la carta assorba l'acqua, quindi dopo aver fatto riposare a lungo setacciate e cercate di appianare al meglio l'umido pastone che avrete ottenuto. Lasciate asciugare, quindi prendete dei pastelli e disegnate quello che volete.
Riciclare è utile e divertente (?) come appena dimostrato, che si tratti di una semplice raccolta differenziata casalinga o di lavorare il cloruro di polivinile per produrre le tubature per lo scolo dei liquidi. Nei videogiochi il discorso è simile, con le idee precedentemente espresse, il codice e gli assets che spesso vengono ripresi, elaborati e quindi utilizzati di nuovo. L'ultimo contenuto scaricabile per Dragon Age: Origins, Ritorno a Ostagar, segue questo percorso di riciclo, peccato che non riesca a ottenere un risultato degno di nota.
A volte ritornano
Il pacchetto viene venduto a 400 Microsoft Points o all'equivalente di cinque dollari in punti BioWare, per gli utenti PC e la stessa cifra su PlayStation 3, e aggiunge una quest inedita ottenibile attraverso un nuovo indicatore posto sulla mappa, rendendosi disponibile in qualsiasi momento dopo la fine del prologo. Nulla di nuovo sulle modalità d'assegnazione quindi, con il giocatore chiamato a tornare una seconda volta a Ostagar, luogo della battaglia campale da cui hanno inizio le vicende raccontate nel corso dell'avventura, per una missione di recupero che vedrà i Custodi Grigi alla ricerca di alcuni documenti appartenuti a re Cailan, apparentemente di vitale importanza per il delicato equilibrio della battaglia contro La Prole.
Un'altra situazione critica da sbrogliare, insomma, andando una seconda volta in una Ostagar per l'occasione ammantata da una fitte coltre di neve, con il giocatore intento a ripercorrere molti ambienti già visti durante il proprio percorso d'allenamento, rivivendone le suggestioni grazie ad alcuni filmati a mo' di flashback. L'idea in sé e per sé non è affatto malvagia visto che in qualche modo si sentiva il bisogno di tornare su un luogo così significativo nell'economia dell'esperienza e il ritrovamento di oggetti importanti, come le armi di Dunchan e l'armatura di Cailan, non dispiace, purtroppo le buone premesse si risolvono nell'opera di pulizia degli ambienti, con qualche nuovo avversario che fa la sua comparsa ma una piattezza nel level design giustificabile se fosse una normale quest, non certamente nel caso di un contenuto aggiuntivo a pagamento dal quale si dovrebbe pretendere l'esposizione di qualche nuova idea, se non una vera sperimentazione. L'ora scarsa di gameplay scorre quindi senza scossoni e sempre uguale a sé stessa, con uno sciamano intento a evocare nemici su nemici e posto nelle vesti di mini-boss finale che non si capisce da dove esca e cosa voglia, un pesante senso di deja-vù ma soprattutto l'abbastanza clamorosa incapacità - per gli standard del gioco e di BioWare - di narrare in modo convincente quella che poteva essere una storia interessante su eventi già sedimentati nella testa del giocatore.
Conclusioni
Non c'erano attese astronomiche per questo DLC - si guarda tutti a marzo per Awakening, l'espansione vera e propria - però spiace constatare ancora una volta come BioWare riesca a ottenere risultati impossibili per quasi tutti gli altri fino all'arrivo dei giochi nei negozi, per poi perdersi nel rilascio dei contenuti in forma digitale. Ritorno a Ostagar è corto e insipido, incapace di aggiungere nulla alla mitologia dello splendido universo di gioco o al suo ottimo gameplay. Consigliato unicamente a chi in un angolo, tremante con le ginocchia al petto in crisi d'astinenza.
PRO
- Uno'ora scarsa di Dragon Age: Origins in più
CONTRO
- Ambienti riciclati
- Spunto interessante sfruttato male
- Lineare e privo di idee