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Runaway: A Twist of Fate, recensione

L'ex secchione Brian e la pupa Gina tornano a scorrazzare sui nostri schermi per chiudere la trilogia iniziata nel 2001.

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   07/04/2010

Versione testata: PC

Il nome degli spagnoli Péndulo Studios dirà sicuramente qualcosa agli amanti delle avventure grafiche, sia a quelli più avanti con l'età che a quelli più giovani, visto che il gruppo fondato nel 1994 ha ottenuto proprio negli anni '90 il suo primo successo Hollywood Monsters, seguito poi da quella che sicuramente è la loro fatica più conosciuta, dal titolo Runaway: A Road Adventure, che proprio l'anno prossimo compirà dieci anni di vita.

Runaway: A Twist of Fate, recensione

Il successo del primo Runaway ne ha poi determinato la creazione di due nuovi capitoli: alla prima avventura di Brian e Gina abbiamo visto fare seguito nel 2006 Runaway 2: The Dream of the Turtle, accolto però con meno entusiasmo rispetto al primo gioco della serie, pur mantenendo comunque alto l'interesse di chi aveva gradito A Road Adventure. Quattro anni dopo ci ritroviamo con Runaway: A Twist of Fate a chiudere definitivamente la trilogia della storia di Brian e Gina, in un'avventura grafica dallo stampo classico punta e clicca intenzionata a dire ancora la sua in un genere dato sempre per spacciato ma mai definitivamente naufragato nel mercato videoludico odierno.

Addio Brian?

Runaway 3 inizia esattamente dove il secondo capitolo della serie finiva, con Brian accusato di omicidio e rinchiuso nell'ospedale psichiatrico Happy Dale per aver dichiarato durante il processo di non ricordare nulla di quanto gli si chiedeva durante gli interrogatori. Nello stesso ospedale però Brian finisce per essere coinvolto in un incidente e muore, ed è qui che inizia esattamente Runaway: A Twist of Fate: in un cimitero durante il funerale del protagonista del gioco, che ben presto si rivelerà essere un ovvio falso complottato per fuggire dai cattivoni di turno con l'aiuto di Gina, unica persona presente alla finta cerimonia.

Runaway: A Twist of Fate, recensione

Da qui in avanti dovrete scoprirvi la storia da voi visto che noi abbiamo già detto troppo e non riveleremo altro: vi basti sapere che la trama si mantiene su livelli abbastanza alti, offrendo al giocatore sempre un motivo per andare avanti anche grazie a una serie di colpi di scena molto ben congegnati, in mezzo ai quali ritroviamo anche personaggi storici della serie Runaway. Le scelte operate dai Péndulo dimostrano come si possa mantenere vivo l'interesse del giocatore senza inventarsi chissà cosa, ma semplicemente dando un tocco di imprevedibilità non solo alla storia in sé, ma anche al modo in cui questa viene raccontata, senza per questo perdere la linearità di quanto viene narrato.

Non sarà un'avventura

Runaway 3 si colloca alla perfezione all'interno dei canoni più classici del proprio genere, dove il sistema di controllo punta e clicca riguarda essenzialmente poche scorciatoie da tastiera (aiuto, inventario, salvataggi) più i due bottoni del mouse: col destro si scorrono le varie azioni effettuabili su un oggetto o una persona con cui interagire, mentre col sinistro si compie l'azione.

Runaway: A Twist of Fate, recensione

Pur non godendo di originali novità nelle sue meccaniche di gioco, Runaway 3 punta con successo al miglioramento dei punti meno apprezzati nei capitoli precedenti, partendo dalla possibilità di evidenziare con la semplice pressione di un tasto gli hotspot presenti su schermo, eliminando così alla radice il fastidiosissimo problema del pixel hunting presente nei primi due capitoli: cosa che non possiamo che gradire e apprezzare. Il sistema di aiuti progressivi al quale rivolgersi nel caso in cui si debba rimanere bloccati completa il quadro, offrendo sempre un modo per evitare la frustrazione di doversi arrovellare per ore dietro a un enigma, anche se gli amanti delle avventure grafiche di dieci-venti anni fa potrebbero storcere il naso: questo è il prezzo del progresso. Un'altra gradita novità è costituita per la prima volta dalla presenza di un altro personaggio principale giocabile diverso da Brian: si tratta della stessa Gina, nei panni della quale ci troviamo proprio inizialmente nel primo dei sei capitoli che compongono Runaway: A Twist of Fate, durante il quale per l'appunto si celebra il funerale di Brian. L'alternanza tra i due protagonisti fa sì che ci si leghi di più alla bella presenza di Gina, dando allo stesso tempo un tocco di varietà che di sicuro non dispiace.

Vivere in un cartone animato

Runaway: A Twist of Fate, recensione

Lo stile grafico di Runaway 3 mantiene inalterato quello scelto dagli sviluppatori per i primi due capitoli della serie ed è contraddistinto da un tratto colorato e cartoonoso nel quale il buon Brian muoveva i suoi primi passi travolto dalla prorompente Gina, panni definitivamente abbandonati nel corso dell'avventura per diventare il degno compagno della donna. Dal punto di vista strettamente tecnico, i circa dieci anni passati dal primo capitolo a oggi hanno reso necessaria una bella risciacquata al design di personaggi e ambienti, che ora si presentano in 2,5D grazie all'utilizzo del cel shading per le figure in movimento: il risultato è piacevole e comunque legato al passato della serie, che così non è stato snaturato ma anzi raggiunge il livello massimo di maturità grazie a un ottimo uso dei colori. Di primo livello anche tutto quanto riguarda il comparto sonoro, che può vantare un rispettabilissimo doppiaggio in inglese (con sottotitoli in italiano) più la voce della solita Vera Dominguez a comporre parte della colonna sonora del gioco, di per sé sempre presente e indovinata per raccontare al meglio i vari attimi che compongono la storia.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (48)
8.3
Il tuo voto

Runaway 3 conclude degnamente la trilogia dedicata a una delle avventure grafiche più amate degli ultimi tempi, riprendendosi dall'esperienza di un secondo capitolo che in definitiva rimane quello più sottotono dei tre. Le scelte operate dai chicos di Péndulo Studios si dimostrano prevalentemente indovinate, riuscendo allo stesso tempo a mettere al passo coi tempi una serie nata nel 2001 e a lasciarne intatto il fascino da avventura grafica vecchio stile. Non si scoraggi chi non ha avuto modo di provare i primi due Runaway, visto che la trama è stata studiata per essere vissuta anche come singola storia, anche se per apprezzare tutto aver giocato i capitoli precedenti è d'obbligo. Concludendo, Runaway 3 è un ottimo investimento per chi è ancora alla ricerca di un'avventura grafica di quelle tanto amate, in un genere purtroppo non più popolato come una volta.

PRO

  • Trama molto interessante
  • Frustrazione quasi a zero
  • Grafica piena di stile

CONTRO

  • Scene d'intermezzo a volte troppo lunghe
  • O si ama o si odia

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q9450 (2.6 GHz)
  • Memoria: 6 GB di RAM
  • Scheda video: Radeon HD4870 X2 2 GB
  • Sistema operativo: Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore: Celeron 1,7GHz / Duron 1,6GHz
  • Sistema Operativo: Windows XP / Vista / 7
  • RAM: 512MB (XP) / 1GB (Vista/7)
  • Spazio su hard disk 8GB
  • Scheda video 256 MB compatibile DirectX 9