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Cronache di un pianeta perduto

Dopo un crescendo di aspettative alimentate da prove e dimostrazioni decisamente allettanti, arriviamo al test della versione definitiva di Lost Planet 2

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   06/05/2010

Versione testata: Xbox 360

Lost Planet 2 è un titolo dalla valenza notevole nelle strategie di Capcom, cosa già ampiamente illustrata e disquisita nelle svariate anteprime dedicate al gioco in questione: rappresenta l'evoluzione sostanziale di un titolo che a sua volta fece da testa di ponte, per il publisher di Osaka, verso quella che allora era considerata "next-gen", trasformatosi qui in uno zibaldone di idee che, partendo dall'apertura verso le suggestioni occidentali, portano al tentativo di creazione dello sparatutto "totale". Uno shooter con visuale in terza persona in grado di coniugare una valida struttura a livelli progressivi farciti di classici scontri con boss, presenza di multiplayer cooperativo e competitivo, utilizzo di armi diversificate e robottoni da combattimento il tutto supportato da un comparto tecnico avanzato in grado di spettacolarizzare l'azione al massimo.

Cronache di un pianeta perduto

Vent'anni fa, giocando a Contra o Bionic Commando, l'immagine dello sparatutto del futuro sarebbe forse apparsa assai simile a questa, nel caso in cui si avesse avuto abbastanza lungimiranza da prevedere uno sviluppo tridimensionale della tecnologia grafica. L'impatto con il gioco è notevole, anche grazie alla caratterizzazione particolare impartita da Capcom: d'altra parte, l'utilizzo del motore proprietario MT Framework 2.0 ha prevenuto il rischio di eccessive similitudini o impressioni derivative del comparto grafico, smarcandosi dall'imperante Unreal Engine e permettendo agli sviluppatori di lavorare con una maggiore libertà creativa. La quantità di contenuti e modalità di gioco, che appaiono evidenti fin dall'immissione nella prima schermata - che rappresenta una sorta di hub di collegamento tra le varie opzioni - mette subito in chiaro la natura ibrida e sfaccettata del prodotto, fortemente impregnato di multiplayer. L'impressione, però, è che Capcom sia riuscita perfettamente nell'intento di evolvere esponenzialmente gli aspetti positivi del primo capitolo (grafica, presenza del multiplayer in cooperativa, scontri con i boss, varietà di situazioni) ma abbia lasciato quasi invariati gli elementi meno convincenti, in particolare per quanto riguarda il sistema di controllo e l'intelligenza artificiale.

Fuoco e ghiaccio

L'incipit della campagna condensa in pochi minuti gli aspetti essenziali del gioco. Si parte con uno scenario familiare per chi ha provato il primo capitolo, con le solite distese innevate e gli altrettanto noti attacchi degli alieni Akrid e dei pirati, ma le novità non tardano a mostrarsi. Tanto per cominciare, non siamo soli ma all'interno di un team composto di quattro elementi al massimo, siano questi giocatori umani o compagni controllati dalla CPU, e ci rendiamo conto subito come l'azione in cooperativa rappresenti il nuovo perno del gameplay. Dopo un po' di metri effettuati arrancando tra la neve alta e le rocce, con lo spostamento coadiuvato dall'utilizzo del solito rampino, veniamo messi al corrente anche dell'altra novità essenziale di questo secondo capitolo, ovvero la presenza di ambientazioni differenti.

Cronache di un pianeta perduto

Nel giro di pochi minuti ci troviamo immersi in una giungla lussureggiante, tra corsi d'acqua tempestosi e una pioggia battente sul ricco fogliame, a testimonianza dei cambiamenti effettuati sull'ecosistema del pianeta E.D.N. III dal processo di terraformazione e dall'utilizzo intensivo dell'energia geo-termica, fulcro degli scontri tra le varie fazioni presenti nella storia nonché delle modifiche subite dagli Akrid, la "popolazione" aliena indigena. La storia si snoda attraverso varie sotto-trame che raccontano diversi punti di vista, dando una visione corale degli eventi che caratterizzano la vita sul pianeta e l'incessante guerra che lo dilania attraverso 5 diversi protagonisti tratti dalle varie fazioni in gioco (che in qualche modo si ritroveranno insieme nel sesto e ultimo episodio), per un totale di circa 8-10 ore di gioco. I vari episodi, che raccontano ognuno la storia di un personaggio diverso, risultano ovviamente molto staccati uno dall'altro e sono a loro volta suddivisi in capitoli e missioni piuttosto brevi e spesso incolori dal punto di vista narrativo. Ne risulta una struttura spezzettata che, se da una parte favorisce la varietà di situazioni, dall'altra rende la campagna estremamente frammentata, andando a ledere l'uniformità narrativa della storia. D'altra parte anche questa sembra una scelta deliberata da parte di Capcom che, puntando sull'esperienza di gioco multiplayer, ha piegato a questa la conformazione della campagna andando a sacrificare gli elementi narrativi per aumentare il ritmo dell'azione e facilitare la fruizione di gruppo.

Party game

L'anima multiplayer di Lost Planet 2 risulta evidente già dalla schermata iniziale. Andando a selezionare la Campagna si rimane in un primo momento spaesati notando che, invece di un avvio classico a quella che si presuppone sia la modalità studiata per una fruizione in singolo, ci troviamo di fronte alla possibilità di "avviare una partita" selezionando subito il tipo di connessione per il multiplayer (è possibile giocare in cooperativa offline attraverso lo split-screen per due giocatori) e la quantità di compagni di squadra controllabili eventualmente dall'intelligenza artificiale. E' un chiaro segnale di come tutto il gioco sia stato studiato per essere goduto in multiplayer, ed è in effetti al fianco di compagni umani che questo nuovo prodotto Capcom offre il meglio di sé.

Cronache di un pianeta perduto

Il supporto per quattro giocatori contemporaneamente in azione ha imposto una modifica alla struttura dei livelli e al gameplay, con un ritmo maggiormente serrato, una superiore libertà di movimento data da mappe più ampie e ramificate con diversi obiettivi da perseguire contemporaneamente e la necessità di elaborare strategie di squadra per avere la meglio nelle situazioni più concitate o negli scontri con i boss, ancora più giganteschi e impegnativi rispetto a quanto visto nel primo capitolo. Sono tutti elementi che tendono a perdersi nel caso in cui si giochi con l'intelligenza artificiale. Situazioni ricorrenti, ad esempio, sono rappresentate dalla necessità di difendere alcuni punti di interesse dagli attacchi dei nemici, magari mantenendo attivi dei trasmettitori per una certa quantità di tempo o resistere ad assalti progressivi di alieni o pirati in attesa del supporto, o ancora gli epici scontri con gli akrid di classe "G" che richiedono attacchi coordinati contro i punti deboli. In questi casi il gioco di squadra diventa essenziale e la possibilità di confrontarsi e organizzarsi tra più giocatori rende il tutto estremamente più godibile. Ogni progresso effettuato, sia nel multiplayer competitivo che nella campagna (in cooperativa o meno), comporta un accumulo di punti e una progressione in termini di esperienza e livello dei vari personaggi utilizzabili, un elemento che gli sviluppatori hanno fortemente voluto in modo da rendere "utile" in un'ottica multigiocatore ogni singola sessione a Lost Planet 2. Sul piano della personalizzazione dei combattenti sono stati fatti ulteriori passi avanti che aggiungono un certo spessore strategico al gameplay e spingono verso un'interpretazione "di gruppo" del gioco: è ora possibile puntare su diverse caratteristiche per il proprio protagonista, configurando le armi preferite per gli attacchi a distanza, a corto raggio o per il supporto, ad esempio, e la scelta di due abilità speciali (recupero, velocità, attacco o simili) da associarvi aumenta la possibilità di specializzazione del giocatore e la coesione della squadra, nel caso in cui si decida di affrontare il gioco con un gruppo fisso di amici. Sono presenti, come nel primo capitolo, anche diverse modalità multiplayer competitive (per un massimo di 16 giocatori) strutturate secondo le tipiche varianti del deathmatch "tutti contro tutti" o a squadre e quelle più strategiche che richiedono la conquista e il controllo di punti di interesse, sebbene in questi casi l'essenza piuttosto frenetica del gioco non raggiunga punte di tatticismo a cui altri prodotti simili ci hanno abituato (Gears of War, per fare un esempio).

Tra pirati e alieni

Per quanto riguarda il fulcro dell'azione, la dinamica shooter è rimasta la stessa del primo capitolo, con il medesimo, imperfetto, sistema di controllo. E' questo uno degli elementi meno positivi che non ha incontrato l'evoluzione sostanziale dimostrata in quasi tutti gli altri ambiti di Lost Planet 2: seppure senza grosse lacune evidenti, il sistema di mira coadiuvato con lo spostamento del personaggio (elementi indipendenti e legati ai due stick analogici, come da tradizione) mancano di quella immediata intuitività che in uno sparatutto sarebbe auspicabile. Da questo punto di vista, anche l'uso del salto e del rampino non trova sempre una degna applicazione nel gioco, al di là del suo utilizzo come elemento diversivo durante gli scontri a fuoco (essendo assente un sistema di copertura a parte l'utilizzo degli scudi) e a volte tende a rendere più confusionaria l'azione, visto che il level design in generale è stato "appiattito" agevolando in tal modo l'azione multiplayer. L'altro elemento derivato direttamente dal primo capitolo è la presenza dei Vital Suit, ovvero degli esoscheletri da combattimento che il giocatore può controllare in battaglia, aumentando notevolmente la potenza di fuoco e la resistenza agli attacchi.

Cronache di un pianeta perduto

Interessante in questo caso la possibilità di smontare le armi dei VS e utilizzarle spostandosi a piedi oppure cambiarle tra le diverse tipologie disseminate per i livelli. La meccanica da sparatutto in terza persona prevede inoltre la possibilità di trasportare armi di diversa tipologia intercambiabili (pesanti, medie e leggere) e granate assortite, oltre ad una caratteristica particolare data dall'utilizzo dell'"armonizzatore". Questo strumento consente di auto-ricaricare la propria energia vitale spendendo i punti che si accumulano in battaglia, nonché di "spararli" direttamente ai compagni di squadra in modo che anch'essi possano sfruttarli per curarsi.

Obiettivi Xbox 360

Gli obiettivi di Lost Planet 2 sono equamente divisi tra quelli ottenibili nel corso della campagna e quelli dedicati al multiplayer competitivo, tra obiettivi legati alla progressione per i livelli e quelli che si sbloccano raggiungendo determinati requisiti in termini di performance di gioco. Da notare anche che Lost Planet 2 contiene un sistema tutto suo di obiettivi sbloccabili indipendenti da Xbox Live, sullo stile degli achievement inseriti da Valve nei suoi giochi più recenti.

Battaglie epiche

La grafica, oltre alla nuova attenzione per il multiplayer, sembra essere l'elemento maggiormente distintivo di Lost Planet 2, che si conferma un prodotto in grado di mostrare bene al mondo di cosa sia capace il motore grafico proprietario di Capcom in un contesto più ampio rispetto agli ottimi risultati già ottenuti con Resident Evil 5. Già il primo capitolo della serie si distingueva come uno dei primi approcci più convincenti, provenienti dal fronte nipponico, alle (all'epoca) nuove tecnologie della "next gen", sebbene la soluzione di un'ambientazione interamente ghiacciata semplificasse alquanto la rappresentazione del mondo. Questo secondo capitolo non fa compromessi: distese innevate, foreste, ambientazioni metropolitane, interni ed esterni, pioggia, notte e sole si susseguono in una continua variazione di ambienti e scelte cromatiche, sorprendendo il giocatore e caratterizzando il pianeta sia per quanto riguarda gli elementi tecnologici e artificiali, ovviamente impostati secondo un gusto futuristico-fantascientifico, sia nei contesti naturali e selvaggi. Un riflesso di questa dicotomia si trova negli stessi nemici che ci troviamo ad affrontare, tra umani di varie fazioni supportati da varie soluzioni tecnologiche e akrid di nuove tipologie, di cui alcuni (in particolare i terribili "classe G") protagonisti di momenti veramente epici. Gli scontri con i boss rappresentano in certi casi dei momenti memorabili, con nemici dalle dimensioni terrificanti e caratterizzati da un livello di difficoltà che rende necessario un impegno costante. Nonostante la presenza di svariati checkpoint e il respawn continuo non renda mai la sfida eccessivamente proibitiva, contro alcuni boss il gioco di squadra diventa fondamentale per cercare di abbassare la maledetta barra dell'energia del nemico. Per quanto riguarda il comparto audio, la colonna sonora orchestrale e i soliti, concitati dialoghi (non troppo diffusi a dire il vero) svolgono dignitosamente il loro ruolo nel rendere quanto più cinematografica possibile l'azione.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.3
Lettori (210)
8.2
Il tuo voto

Dopo Resident Evil 5, Capcom conferma la sua vocazione per il multiplayer. Da buon seguito, Lost Planet 2 apporta evoluzioni sostanziali al comparto tecnico e al gameplay (non al sistema di controllo, purtroppo, rimasto rigido come nel primo capitolo), ma soprattutto ribadisce quella che pare essere la visione dominante in Capcom per il futuro degli action game: l'esperienza multi-giocatore, che anche in questo caso rappresenta il modo migliore per godere appieno del gioco. Il conseguente risvolto è che la modalità in singolo risulta un po' sacrificata dalla nuova struttura, trascinando con sé un sostrato narrativo che non riesce a risultare interessante. Di Lost Planet 2, quindi, emerge la natura di sparatutto estremo, che trova la sua vera ragion d'essere nella fruizione di gruppo, raggiungendo vette memorabili in particolare durante gli scontri con i boss di dimensioni enormi.

PRO

  • Ottima grafica
  • Varietà di scenari e modalità di gioco
  • Memorabili gli scontri con i boss
  • Divertente in multiplayer

CONTRO

  • Single player sacrificato
  • Storia sfaccettata, ma poco coinvolgente
  • Sviluppo dei livelli un po' vacuo