Willow Creek è una remota cittadina inglese, destinazione ideale per turisti in cerca di emozioni e racconti sul suo passato sanguinioso. Se pensate di andarci anche voi per stanare Lucifero, dobbiamo avvertirvi che stiamo parlando di un videogioco, il primo Black Mirror - nei boschi inglesi trovereste solo Tagliaferri e Pierpaolo che compiono riti per la ricrescita del capello. Nel mondo della finzione invece, dopo dodici anni, dietro alla maschera della quotidianità del villaggio anglosassone si agitano ancora gli spettri del passato. E sarà Darren a doverli svelare, un ragazzetto di Boston che sta trascorrendo le vacanze a Biddeford, nel Maine, ospite di sua madre e assunto per i mesi estivi da un fotografo locale. I guai per lui cominciano il giorno che si presenta alla porta del negozio una bella ragazza di nome Angelina. Da quel momento il nostro eroe non potrà più sottrarsi al suo destino.
Queste sono le premesse di Black Mirror 2, un'avventura con una base narrativa consistente ma troppo dilatata. Ogni volta che il cuore galoppa dopo un colpo di scena (e ce ne sono tanti) il gioco rallenta e perde il ritmo. È come un cucchiaio di cioccolata spalmato su una fetta di pane lunga un chilometro. Quando finalmente arriverete faccia a faccia con l'orrore, i ricordi del tempo speso nel Maine saranno lontani. I personaggi secondari sono per lo più stereotipi dei rispettivi ruoli, ma sono inseriti bene nel corso della vicenda e almeno istigano all'azione. Purtroppo sono anche pedanti, pronti a discutere di qualunque dettaglio, con scambi di battute che dovevano essere ridotti per alleggerire i dialoghi.
Se solo la vita fosse così facile
Black Mirror II non risparmia frecciate corrosive su temi di attualità, dalla guerra in Iraq all'ipocrisia bacchettona della borghesia americana (occidentale?). Se solo Darren non avesse sempre lo stesso registro, sia che si rivolga al capo della polizia sia che debba convincere un maniaco a non ucciderlo, la sua ironia sarebbe più credibile. Ma non c'è solo la storia. Il gioco abbonda di enigmi, gradevoli e intriganti nelle meccaniche. Alcuni prevedono un'interazione diversa dalla classica manipolazione di oggetti, come nel caso in cui un attrezzo da scasso si debba adattare a una serratura. Purtroppo il gioco ci offre sempre suggerimenti non richiesti. Viene voglia di dire "ok, grazie per l'aiuto, ma se mi lasciavi un minuto di tempo ci arrivavo da solo".
Sono aiuti che sminuiscono l'impegno del giocatore, e il rischio di passare dal videogioco al video e basta, è reale. Questo succede perché hanno voluto fare un gioco semplice per chiunque, intenzione lodevole ma sfuggita di mano agli sviluppatori. Per aiutare i meno esperti bastavano le nuove opzioni, come i due livelli di difficoltà, il diario che si aggiorna con gli obiettivi, e un pulsante per accedere ai suggerimenti. Anche gli hot-spot, identificabili con un tasto, quando non servono più scompaiono dallo schermo. Un elemento che invece non si vedeva da un decennio nelle avventure è la morte del protagonista, anche se il salvataggio automatico che precede i momenti critici aiuta a uscire presto dall'impasse.
Anche la mente vuole la sua parte
Gli sviluppatori di Cranberry Production si sono concentrati sull'impatto visivo, migliorando la grafica vista ai tempi del primo Black Mirror. La tavolozza dei colori si arricchisce di gialli e arancioni nell'assolata cittadina del Maine per poi virare verso tinte cupe e spente per il viallggio di Willow Creek, interprentando alla perfezioni i cambiamenti di umore del gioco. Ci sono anche effetti come la pioggia e il volo degli uccelli che impreziosicono le belle schermate di gioco, tra l'altro molto numerose. Peccato per le animazioni delle persone, legnose e accennate, che avviliscono le prestazioni dei deppiatori, i quali non brillano per la bellezza del timbro vocale, ma per lo meno s'impegnano nell'interpretazione.
La traduzione italiana invece è accurata e ben eseguita. Anche le musiche hanno un andamento drammatico con picchi d'intensità paurosi, sebbene seguano uno spartito che non tiene conto di quanto accade in quel momento sullo schermo. Comunque ogni tanto siamo stati fortunati, e una nota di piano acuta ha trafitto istanti di orrore, facendoci provare un brivido di angoscia. Si capisce che gli sviluppatori hanno la stoffa per creare belle avventure, e il finale lascia intendere che ci sarà un terzo episodio dopo Black Mirror 2. Ci auguriamo perciò che oltre alla veste grafica, s'impegnino anche a fare un uso migliore di tutto il buon materiale narrativo di cui dispongono, lasciando al giocatore l'onere di risolvere da solo i tanti puzzle che costellano la via.
Conclusioni
Forse gli sviluppatori sono stati presi in contropiede dal successo del primo Black Mirror. Sullo slancio dell'entusiasmo hanno migliorato l'aspetto visivo trascurando la narrazione. Quello che manca è il ritmo. La storia trattiene il respiro, si concede un colpo di scena, e poi torna in apnea. Gli enigmi sono tanti e stimolanti, ma il gioco offre troppi suggerimenti, nonostante ci siano già delle opzioni per aiutare i meno esperti. Black Mirror 2 è ricco di contenuti, eppure, la gestione sbilanciata del suo potenziale toglie al giocatore il gusto d'impegnarsi. Potreste guardare una bella serie televisiva americana senza notare la differenza.
PRO
- Denso di enigmi...
- Una bella storia...
- Darren è acuto...
CONTRO
- ...e di aiuti per risolverli
- ...raccontata male
- ...e da prendere a schiaffi
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
- RAM: 2 GB
- Scheda video: GeForce 8800 GT
- Sistema operativo: Windows Vista
Requisiti minimi
- Sistema Operativo: Windows XP / Vista / 7
- Processore: AMD / Intel 1,4 GHz
- RAM: 1 GB
- Scheda video: ATI Radeon 9800 / NVidia GeForce 6800
- DirectX: Versione 9.0 o superiore
- Scheda audio: compatibile con DirectX 8