I Daylight sono una software house di Singapore con all'attivo una serie di titoli misconosciuti in Europa, ma che con la più famosa serie Holy Potatoes! sono già arrivati alla quarta installazione. Del resto se le melanzane sono già protagoniste di una saga di videogame, perché mai i tuberi più amati da grandi e piccini non dovrebbero avere la propria? In questo episodio aiuteremo i nostri amici Ren e Rexa nella loro nuova attività investigativa, in un gestionale concettualmente semplice e apparentemente scanzonato, ma al contempo immediato e appassionante.
Un gestionale semplice e ironico
La partita inizia con una mappa piuttosto limitata, tanto da far pensare che si tratti di un titolo sviluppato per i piccoli schermi dei dispositivi mobile (ma così non è). Alcune costruzioni sono già presenti e altre se ne potranno aggiungere; le principali sono comunque la caserma e la centrale operativa. Nella prima si assoldano le spie e nella seconda le si addestra per inviarle in missione. Alcune di queste sono opzionali, e il loro completamento fornisce denaro per potenziare il resto delle strutture o altri utili upgrade; altre sono obbligatorie e vanno portate a termine entro il tempo stabilito, pena la fine prematura del gioco. Il fatto che i contratti siano a scadenza rappresenta uno degli aspetti più stimolanti di A Spy Story, perché mantiene viva l'attenzione anche durante dei periodi che altrimenti sarebbero morti.
Con buone probabilità i compiti non saranno immediatamente alla portata delle spie, che quindi andranno allenate in apposite strutture (come palestre, librerie, negozi di moda) per migliorare le proprie statistiche. Ciascuna è contraddistinta da quattro abilità: forza, carisma, intelligenza e furtività, ma difficilmente riusciremo a trovare la patata perfetta (siete pregati di evitare doppi sensi), per cui si preferirà avere degli specialisti con un paio di caratteristiche molto forti e le rimanenti più deboli. Queste possono essere modificate con l'ausilio di gadget da ricercare dapprima decriptando dei preziosissimi floppy disk e poi sviluppandoli negli appositi laboratori. Strumenti come la maglia con i finti addominali o le zampe di gatto di peluche possono fare la differenza e risultano quindi molto importanti nell'economia delle missioni; tuttavia possono danneggiarsi durante e sarà quindi necessario ricostruirli.
Missioni in incognito
Una volta pronti per entrare in azione si apre un'apposita schermata, in cui bisogna selezionare la spia che risulta più adatta allo scopo e poi indicarne il comportamento durante gli ostacoli che si troveranno per la strada, che possono essere di tipo "tecnico" (porte chiuse, mura da scalare, ecc) o "fisico" (persone comuni o guardie che potrebbero insospettirsi della presenza dell'agente, animali domestici e via discorrendo). Solitamente per ogni incarico ci possono essere due o tre percorsi selezionabili, che potrebbero risultare più idonei a una spia piuttosto che a un'altra. Gli intralci possiedono un livello di resistenza alle quattro abilità che non sempre è noto, per cui in alcuni casi si è costretti ad affidarsi alla statistica con il valore più elevato, con il rischio di compromettere la missione: tuttavia a seconda delle combinazioni scelte il gioco ci avverte della percentuale di fallimento, che parte dal livello basso a quello estremamente elevato passando per medio e alto.
Una volta premuto il pulsante start un banner visualizza l'avanzamento del contratto: se le tattiche scelte non dovessero risultare adeguate si illumina la sirena della polizia e, se il massimo livello viene raggiunto, la missione viene abortita (in alcuni casi si perde definitivamente il contratto, in altri, come nelle quest principali, è possibile tentarlo nuovamente). Il giudizio, che è tanto più elevato quanto più anonimo è stato il comportamento della spia, viene valutato proprio come in Metal Gear Solid (anche Ren ha un braccio meccanico come Snake!), con voti che spaziano dalla S (il più elevato, a cui corrispondono ricompense migliori) alla D.
Un titolo immediato ma non banale
Spiegato in questo modo, A Spy Story potrebbe apparire piuttosto semplice, ma i designer sono intervenuti con una serie di trucchetti che lo rendono più impegnativo di quanto possa apparire. Ad esempio alcuni compiti richiedono determinati tipi di gadget che in quel momento potrebbero non essere nemmeno ricercabili dal giocatore: bisognerà quindi attrezzarsi per costruire gli appositi edifici e sviluppare le relative tecnologie mentre il conto alla rovescia che fa scadere il contratto prosegue inesorabilmente.
Ma anche posizionare gli edifici non è del tutto scontato perché, come detto, le mappe sono limitate e "preconfezionate" e quindi bisognerà ridisegnare l'arredo urbano man mano che si rendono disponibili nuove strutture, demolendo quelle esistenti e assicurandosi che siano accessibili dalla strada. Graficamente il titolo di Daylight rispecchia i precedenti stilemi della casa, con un character design molto ispirato sia per quanto riguarda la storia, scritta sulla falsariga di un episodio di Big Bang Theory (innumerevoli le citazioni a film e altri videogame), sia per le "patate-spie" che rimandano a personaggi famosi come Ronald Duck e il suo inconfondibile ciuffo biondo, o Maruto, con la tutina arancione e i baffi. Altrettanto gradevole l'accompagnamento musicale con tanto di jingle alla Batman (qui rinominato in Madman) quando si completa con successo una missione e numerose sciccherie sempre al punto giusto; manca comunque il parlato e i testi sono solo in inglese. In generale il tono ironico e scanzonato che permea l'intera produzione è un valore aggiunto non indifferente. La longevità è buona, sia in relazione al genere che in raffronto ai precedenti episodi. Certo non attendetevi sessioni bibliche, ma noi a livello medio abbiamo impiegato circa otto ore per arrivare al quarto stage. Anche a Spy Story soffre delle stesse debolezze dei suoi predecessori: dopo aver preso le misure alla voce entrate/uscite durante i primi turni, il prosieguo è diventato più semplice perché il fattore economico, che in fondo è quello da cui deriva il maggior tasso di sfida, è diventato meno impegnativo. Va comunque dato merito ai programmatori di aver saputo introdurre numerose variabili anche con l'avanzare della storia, sicché il grado di felicità delle spie (che le rende più o meno efficaci in missione) è comparso solamente verso la fine del secondo stage, quando ormai eravamo persuasi che il titolo non avesse più molto da proporre.
Conclusioni
Holy Potatoes! A Spy Story?! è un gestionale simpatico e divertente, in grado di tenere impegnato con spensieratezza per qualche ora persino il classico hardcore gamer. L'impostazione ricorda molto quella dei giochi mobile, ma il lavoro alle spalle di questo progetto è di ottimo spessore e lo si percepisce durante le partite che hanno il solo neo di diventare leggermente più semplici nelle fasi finali.
PRO
- Ottimo character design
- Semplice ma molto coinvolgente
- La storia riesce a strappare più di qualche sorriso
CONTRO
- Nel finale forse è un po' facile
- Avremmo preferito delle mappe un po' più grandi e una maggiore profondità delle missioni