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Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione

L'assassino di Ubisoft, appollaiato sul palazzo, ha avvistato la sua vittima in strada. Riuscirà a eliminarlo con eleganza o sbatterà la faccia su un carretto?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   25/04/2008

Prendiamola da lontano. Facendo un giro sui forum, gruppi di discussione, chat e quant’altro dedicati ad Assassin’s Creed appare evidente una scissione quasi completa dei giudizi: da una parte c’è chi lo odia profondamente trovandolo noioso e ripetitivo, dall’altra ci sono quelli che lo adorano e lo incensano senza mezzi termini. In mezzo ci sono, invece, quelli che lo hanno gradito discretamente ma, nonostante non si possano esprimere in termini troppo negativi, non riescono neanche a esaltarsi più di tanto. Quelli che fanno affermazioni perentorie tipo: “ci ho giocato venti minuti, mi ha annoiato e l’ho mollato” non consideriamoli neanche perché probabilmente hanno visto al massimo qualche filmato, dato che ci vuole più di un’ora per entrare pienamente nel gioco e cominciare a vedere quanto ha veramente da offrire.
Questa introduzione serve non tanto per addolcire gli animi o tergiversare, quanto per affermare che stiamo parlando di un gioco complesso che può essere guardato da più punti di vista, tutti validi anche se molto distanti tra loro e non automaticamente in contraddizione, soprattutto se posti tutti insieme su un quadro più generale. Ma andiamo con ordine che di cose da dire ce ne sono veramente molte.

Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione
Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione
Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione

Il bello di infilarsi dentro strani macchinari

Le avventure di Altair iniziano senza Altair. Tutto il gioco è giustificato e mosso da un’intuizione che non esitiamo a definire geniale: le diverse missioni non sono altro che ricordi “estratti” dalla testa di un assassino contemporaneo, da una misteriosa società di cui sapremo qualcosa di più giocando. In realtà lo spunto narrativo non è originalissimo, ma è l’implementazione che lascia intuire quanta attenzione sia stata posta nel giustificare ogni elemento visibile sullo schermo senza renderlo pesantemente alieno al contesto: nelle fasi che si svolgono nel presente non esiste un’interfaccia, se non delle scritte che appaiono di tanto in tanto e che si potevano pure evitare. Nelle fasi di gioco, che come già detto sono dei ricordi, l’interfaccia visibile sullo schermo è in realtà frutto del computer che sta “leggendo” i ricordi del nostro contemporaneo. Quello che può sembrare un elemento secondario è in realtà di primaria importanza per capire il livello di coinvolgimento prodotto, che in questo modo giustifica uno dei suoi elementi essenziali rendendolo di fatto strutturale alla verosimiglianza stessa di quanto viene narrato. Questo espediente tutto narrativo, permette di frenare l’inevitabile straniamento dovuto non tanto all’interfaccia in sé, quanto ai continui messaggi che appaiono sullo schermo per guidare le gesta del giocatore.

gli sviluppatori hanno creato un sistema di combattimento che permette di avvalersi di una singola mossa per vincere ogni scontro

Il bello di infilarsi dentro strani macchinari

Altair è un talentuoso e indisciplinato assassino che deve riconquistare la fiducia della sua setta persa dopo un fatto increscioso causato dalla sua spregiudicatezza. Da questo punto in poi dovremo rivivere le sue avventure che lo porteranno a compiere alcuni omicidi eccellenti nelle tre città riprodotte dagli sviluppatori (Damasco, Acri e Gerusalemme). Il nostro eroe può saltare, aggrapparsi alle sporgenze, nascondersi, mimetizzarsi tra gruppi di eruditi e combattere con varie armi (una spada corta, dei coltelli da lancio e i suoi pugni, oltre a un coltello nascosto con cui può uccidere in un colpo solo le sue vittime attaccandole furtivamente).

Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione
Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione
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Il contrasto inevitabile

Da mozzare il fiato

Quello in cui Assassin’s Creed eccelle e supera di gran lunga qualsiasi concorrente è non tanto nella spettacolarità, che comunque è ai massimi livelli, quanto nella capacità di rappresentare delle città vive e pulsanti, forse un po’ troppo popolate, ma che rendono bene l’idea dell’immagine che mille racconti ci hanno formato sulle grandi città orientali del medioevo. In effetti dal punto di vista della ricostruzione ambientale, fantastica ma verosimile, Assassin’s Creed non teme confronti. Così come non teme confronti nell’interazione tra il personaggio e l’ambiente circostante. Non stiamo parlando di cose da fare quanto delle risposte delle personaggio alla conformazione dell’area di gioco.

Altair reagisce in tempo reale alle sollecitazioni ambientali e produce sempre risposte coerenti senza offrire output assurdi e inverosimili

Da mozzare il fiato

Altair corre, salta sulle staccionate, scala palazzi, si aggrappa a piccole sporgenze, si lascia cadere, si appende a delle travi di legno e compie decine di altre azioni con una naturalezza mai sperimentata in un videogioco. In questo senso è giusto parlare di un’evoluzione di quanto già visto nella recente trilogia di Prince of Persia, pur con le dovute proporzioni perché quelli erano titoli estremamente più lineari nella composizione degli scenari, non troppo differenti, a livello strutturale, dal Prince of Persia originale. Qui, invece, Altair reagisce in tempo reale alle sollecitazioni ambientali e produce sempre risposte coerenti senza offrire output assurdi e inverosimili. Da questo punto di vista consideriamo abbastanza insensate le critiche fatte alle troppe automazioni, visto che non scorgiamo altri modi per realizzare qualcosa di simile ma più “manuale”.

Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione
Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione
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Accordi e disaccordi

Un’altra delle critiche mosse al gioco è quella della scarsa varietà. Ubisoft ha tentato di ovviare aggiungendo altre quattro prove: una in cui bisogna uccidere degli arcieri senza farsi vedere; un’altra in cui bisogna distruggere dei banchi al mercato; un’altra ancora in cui bisogna fare da scorta a un assassino e, infine, una corsa sui tetti. Si tratta di aggiunte interessanti ma che certo non stravolgono quanto già visto nelle versioni Xbox 360 e PlayStation 3. Diciamo comunque che l’aggiunta di novità fa sempre piacere, soprattutto se ben integrata nel gioco come in questo caso. La modifica più apprezzabile è invece quella che permette di viaggiare nelle varie città senza dover passare nell’area intermedia di collegamento. Ma questo solo dopo averle visitate almeno una volta (quindi dal blocco di memoria 4 in poi). Si tratta di una piccola modifica estremamente gradita, soprattutto da quelli che non vanno a caccia di bandiere. Per il resto tutto è rimasto identico: i punti panoramici ci sono, così come gli abitanti da salvare, le già citate bandiere da trovare e le varie missioni da svolgere per avere informazioni sull’obiettivo principale di ogni missione.
Dal punto di vista tecnico Assassin's Creed è veramente impressionante e il motore grafico è in grado di produrre alcuni degli scorci più belli mai visti nella storia dei videogiochi. Da questo punto di vista non si può che plaudire al lavoro svolto dagli sviluppatori, anche se tanta grazia costa assai in termini di prestazioni e se non avete un computer discretamente pompato, sarete costretti a decurtare parecchi dettagli. Sul computer usato per la prova (che trovate dettagliato nel box specifico) il gioco non ha dato problemi di fluidità, ma testato su un P4 3,4 GHz con 2 GB di RAM e una GeForce 7800 GT la situazione si è aggravata in modo drammatico costringendoci a impostare i dettagli al minimo.

Assassin's Creed Director's Cut Edition - Recensione
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Commento

È difficile attribuire un voto ad Assassin’s Creed, motivo per cui abbiamo deciso di confermare la votazione data alle versioni console nel valutare questa conversione PC. Da un lato si viene stregati dalla realizzazione impeccabile e dalla cura per i dettagli, dall’altro si rimane interdetti per alcune scelte di design che penalizzano enormemente il gioco (soprattutto la facilità dei combattimenti). Per il resto si tratta di un prodotto che merita sicuramente di essere giocato, pur con tutte le controversie che un’affermazione del genere potrebbero generare.

Pro

  • Vasto e spettacolare
  • Splendida la reazione di Altair all’ambiente circostante
  • Narrazione impeccabile
Contro
  • Richiede un PC abbastanza pompato per dare il meglio di sé
  • Il sistema stealth è inutile
  • I combattimenti si risolvono con una sola mossa

PC - Requisiti di Sistema


Requisiti Minimi

  • Processore: Intel Pentium D Dual Core 2.6 GHz / AMD Athlon 64 X2 3800+
  • RAM: 1 GB con Windows XP, 2 GB con Windows Vista
  • Scheda video: scheda 3D con 256 MB compatibile con le DirectX 10 o 9.0c e shader 3.0 o superiori
  • Sistema operativo: Windows XP /Vista
  • Hard Disk: 8 GB
Requisiti Consigliati
  • Processore: Intel Core Due 2.2 GHz / AMD Athlon 64 X2 4400+
  • RAM: 2 GB
  • Un Joypad simil PS3/Xbox 360
Configurazione di Prova
  • Processore: Intel Core Due Quad Q6600
  • RAM: 3 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GT
  • Sistema operativo: Windows Vista