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Chains of Freedom, la recensione di un gioco tattico oscuro

La recensione di Chains of Freedom, uno strategico tattico che inizialmente coinvolge, per poi diventare troppo ripetitivo.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   04/05/2025
La copertina di Chains of Freedom con alcuni dei personaggi

Uno scienziato sparito da ritrovare. Delle strane piante aliene chiamate Eden. Un regime dittatoriale che si è dato l'incarico di mantenere l'ordine e la disciplina per non far soccombere la razza umana. Cosa può andare storto? Lo scoprirà a sue spese una squadra di pacificatori, inviata in una remota area dell'est Europa alla ricerca di tal Svetlov, che finirà per vivere un'avventura alla Gorky 17 dopo l'abbattimento dell'elicottero sul quale viaggiava. In effetti le premesse di Chains of Freedom, ultima fatica di Nordcurrent Games, studio di lungo corso specializzato in titoli mobile, sono abbastanza intriganti. Peccato che non vengano sviluppate al meglio.

Storia

In generale Chains of Freedom è uno strategico tattico con combattimenti a turni in cui si guidano i soldati di cui sopra dietro le linee nemiche. All'inizio dell'avventura si viene coinvolti da una storia misteriosa in cui non è chiaro chi siano i buoni e chi i cattivi. In fondo i nostri uomini sono l'espressione di un regime dittatoriale, chiamato Sovereignty, e da subito non si fanno problemi ad ammazzare gli abitanti di un villaggio rurale che non li vogliono in mezzo ai piedi.

Tutto appare tetro e letale, con il senso di pericolo aumentato dal controllo diretto dei personaggi in fase di esplorazione. In realtà qualche problema inizia a manifestarsi da subito, come la piattezza dei personaggi. La speranza è ovviamente quella che con il passare delle ore diventino più umani, nel senso che tirino fuori qualche tratto interessante. Non accade mai, tanto che a un certo punto bisogna convenire con sé stessi che non si sta provando la minima empatia per ciò che sta accadendo sullo schermo.

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Se vogliamo il problema è tanto più marcato quanto più ci si rende conto del peso enorme del lato narrativo sull'esperienza nel suo complesso, tra i molti dialoghi e i fumetti utilizzati per le sequenze d'intermezzo. I nostri eroi hanno sempre delle reazioni contenute di fronte agli stravolgimenti che si trovano ad affrontare e mostrano pochissimo della loro personalità. Sono dei manichini, funzionali a traghettare il giocatore verso la fine del gioco, senza mai dare troppo di loro.

Crescita dei personaggi

Qualcosa di simile avviene anche dal lato dei sistemi di gioco. All'inizio sembra di trovarsi di fronte a un titolo dalle enormi potenzialità: si esplorano delle aree più o meno grandi per fare rifornimento di armi e consumabili, s'incappa in nemici inattesi e si sfruttano i momenti pacifici per distribuire i biocristalli, che servono per migliorare i personaggi e sviluppare il proprio stile di gioco.

Chains of Freedom è pieno di momenti narrativi
Chains of Freedom è pieno di momenti narrativi

Ad esempio si possono far crescere le caratteristiche base o si possono ottenere delle abilità più interessanti, come quella che assegna dei punti azione freschi in caso di uccisione. Anche in questo caso, all'inizio il sistema sembra davvero ben fatto, per poi rivelarsi abbastanza debole con il proseguo del gioco, vuoi perché non ci sono grosse distinzioni tra i personaggi e vuoi perché il gioco inizia a calare d'interesse. Insomma, tutti possono diventare tutto, a parte che per alcuni oggetti chiave, e non ci sono vincoli di sorta per la crescita o l'impiego di nuove armi. Siamo sempre lì: la nostra squadra sembra essere fatta da manichini senza personalità che ci trasciniamo fino alla fine del gioco. Sarà un critica al militarismo?

Sistema di combattimento

Detto questo, quando s'incappa in qualche nemico bisogna combattere. In alcuni casi Chains of Freedom consente un approccio furtivo, ossia di superare gli avversari senza affrontarli o di muoversi per il campo di battaglia per posizionarsi meglio prima dello scontro. Purtroppo è il gioco che decide in quali combattimenti si può usare la furtività, che diventa così soltanto l'orpello di alcuni eventi, più che uno strumento nelle mani del giocatore. A ben pensarci questa è l'intera filosofia del gioco, che ci guida passo passo lasciandoci pochissima libertà di manovra, con le mappe stesse che sono molto lineari, anche quando sembrano più aperte.

Avanzando si trovano delle armi sempre più potenti
Avanzando si trovano delle armi sempre più potenti

Ma torniamo a noi. I combattimenti di Chains of Freedom possono rivelarsi davvero impegnativi (al livello di difficoltà massimo), il che potrebbe essere considerato anche un fattore positivo, se non fosse che alla lunga diventano molto ripetitivi. Il sistema in sé è mutuato dai vari XCOM e simili. Quindi i nostri uomini hanno i loro punti azione da spendere per muoversi e per agire (sparando o usando qualche abilità), ci sono coperture medie o complete dietro cui mettersi e i colpi hanno percentuali di successo variabili, con anche la possibilità di fare danni critici nel caso la fortuna ci assista. Come detto, all'inizio il tutto appare coinvolgente, tra alieni che ci costringono a difese disperate e villici che si fanno abbattere per difendere casa loro. Il problema, però, è sempre lo stesso: Chains of Freedom non riesce a sviluppare le sue ottime premesse in qualcosa di memorabile.

Tecnicamente Chains of Freedom è fatto molto bene
Tecnicamente Chains of Freedom è fatto molto bene

Diciamo che, in buona sostanza, gli scontri rimangono identici dall'inizio alla fine del gioco. A variare è l'intensità degli stessi, che viene accentuata dall'aumento di ondate di supporto nelle fasi avanzate, con un prolungamento a volte eccessivo del singolo evento. In effetti, con il passare delle ore il titolo di Nordcurrent sembra diventare una specie di prova di resistenza, con nemici sempre molto simili tra loro che usano le stesse tattiche e con la progressione piatta della squadra che non fa nulla per creare situazioni uniche.

Nella maggior parte dei casi, l'obiettivo da raggiungere è quello di eliminare tutto ciò che si muove prima che elimini noi. Il paradosso è che, vista la piattezza generale, presto si capisce come gestire praticamente tutti i combattimenti, verrebbe da dire anche quelli che non si sono ancora affrontati. Quando uno strategico diventa una mera questione di pazienza, qualcosa non ha funzionato.

Aspetto tecnico

Dal punto di vista tecnico Chains of Freedom fa il suo. L'inquadratura a volo d'uccello è funzionale sia al gameplay, sia a mascherare alcuni limiti produttivi. Le scelte fatte dagli sviluppatori sono davvero efficaci. Certo, si poteva fare qualcosa di più per la direzione artistica, ma non c'è molto da lamentarsi in generale, vista la ricchezza di dettagli e l'atmosfera creata dal sapiente uso delle luci e delle ombre, che vanno a creare trame intriganti, pur mantenendo sempre un'altissima leggibilità della mappa. La colonna sonora è meno incisiva, fatta com'è di poche tracce molto ripetitive che non aggiungono molto all'esperienza. Diciamo che è la musica giusta per un titolo che sembra aver fatto della mancanza di personalità la sua cifra stilistica.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 24,50 €
Multiplayer.it
5.5
Lettori (4)
8.4
Il tuo voto

Chains of Freedom ci è piaciuto molto nelle prime fasi, ma via via è diventato meno interessante, a causa di una progressione piatta e della ripetitività dei combattimenti, che si svolgono in modalità sempre molto simili tra loro. Fosse stato capace di mantenere alto l'interesse fino alla fine per il suo gameplay strategico, avremmo anche chiuso un occhio sulla blanda caratterizzazione dei personaggi e sulla storia non proprio eccezionale, ma non lo è stato, facendo emergere con sempre maggior forza tutti i suoi altri difetti. Non è tutto da buttare, ma non è nemmeno un gioco che ci sentiamo di consigliarvi a cuor leggero.

PRO

  • All'inizio coinvolge
  • Combattere non è male

CONTRO

  • Troppo ripetitivo dal medio gioco in poi
  • La progressione è piatta
  • Storia prevedibile, con personaggi molto stereotipati