44

Cobra Kai 4, la recensione senza spoiler della quarta stagione della serie Netflix di Karate Kid

La recensione senza spoiler della 4a stagione di Cobra Kai, la serie di Netflix che continua a espandere e a raccontare le vite dei personaggi di Karate Kid.

RECENSIONE di Luca Forte   —   31/12/2021

Giunta ormai alla quarta stagione, la serie TV di Cobra Kai non dovrebbe più essere una sorpresa. Nata come omaggio della celebre trilogia di Karate Kid, senza dubbio una delle opere POP più amate degli anni '80, la serie nata su YouTube e poi trasferitasi su Netflix è stata sin dalla prima stagione una bella sorpresa, non solo per coloro che hanno vissuto l'epopea di Daniel LaRusso e del maestro Miyagi.

Sempre sospesa tra il fanservice più selvaggio e un'intelligente rielaborazione in chiave moderna dello spirito originale dell'opera, nella recensione della quarta stagione di Cobra Kai vi raccontiamo di come la produzione, ancora una volta, sia riuscita nell'impresa di mescolare vecchie storie con nuovi protagonisti, arrivando a parlare e a unire due generazioni differenti. Tutto questo senza prendersi troppo sul serio: d'altra parte stiamo sempre parlando di Karate Kid.

Mescolare le carte

In Cobra Kai i buoni diventano cattivi e viceversa, in un susseguirsi di colpi di scena
In Cobra Kai i buoni diventano cattivi e viceversa, in un susseguirsi di colpi di scena

Quello che abbiamo sempre apprezzato di Cobra Kai è anche l'elemento che - a nostro avviso - rende la serie televisiva una spanna superiore ai film originali. A differenza degli anni '80 dove c'erano buoni e cattivi, in Cobra Kai gli schieramenti non sono mai così netti, anzi sono molto fluidi.

Daniel LaRusso lo abbiamo sempre visto come il buono, l'erede della filosofia pacifista del dojo Miyagi-Do. In realtà, il 2 volte campione dell'All Valley Karate Tournament si fa spesso prendere dall'ira, dalle gelosie, dall'irrazionalità. Lo stesso vale per la sua nemesi, Johnny Lawrence: è vero che Cobra Kai è la storia della sua "redenzione", ma si tratta, comunque, di un processo lento e comunque parziale, fatto di risse, sbronze e dispetti dell'asilo.

Allo stesso modo si comportano i giovani allievi dei due sensei: litigano, si rappacificano, fanno a botte e si redimono nel giro di poche puntate, in un vortice che forse non è il massimo della coerenza e che si ripete un po', ma sicuramente è sempre in grado di sorprendere.

In questa quarta stagione, oltretutto, c'è più spazio per personaggi secondari, oltre che per l'introduzione di nuovi volti che andranno ad arricchire gli intrecci delle prossime stagioni.

Senza dimenticare gli inevitabili ritorni di volti più o meno noti non solo dei film originali, ma anche delle precedenti stagioni, per un universo sempre più coeso e compatto, ma non per questo prevedibile.

Intergenerazionale

In Cobra Kai la definizione di sesso debole è decisamente superata
In Cobra Kai la definizione di sesso debole è decisamente superata

Un altro grande pregio di Cobra Kai è il suo essere intergenerazionale. È vero che è pensato principalmente per coloro che sono cresciuti con Karate Kid, ma riesce anche a parlare ai più giovani. I primi apprezzeranno le citazioni degli anni '80, le canzoni del tempo, gli spezzoni dei film originali e si immedesimeranno nei panni di Daniel e Johnny. Due adulti che, ognuno a modo suo, fanno fatica a interfacciarsi coi propri figli e coi giovani in generale, a capire i loro bisogni e a superare il proprio orgoglio per fare spazio alle nuove generazioni.

I nuovi spettatori, invece, troveranno una serie piuttosto inclusiva e rispettosa delle diversità, con da una parte un cast di donne sempre più forte e centrale, dall'altra una gestione di argomenti quali l'orientamento sessuale non solo naturale, ma anche brillante, capace di giocare sul contrasto tra il becero modo di parlare e di pensare di Lawrence e le esigenze di un pubblico più giovane e per certi versi esigente.

Karate Kids

Vecchi e nuovi personaggi si incontrano e scontrano in Cobra Kai, non scordando mai l'autoironia
Vecchi e nuovi personaggi si incontrano e scontrano in Cobra Kai, non scordando mai l'autoironia

Il karate, come sempre, è il filo rosso che unisce tutte queste storie. I protagonisti vivono in questo microcosmo nel quale le arti marziali sembrano essere il centro della società e l'unico modo che una persona ha per interfacciarsi col mondo.

Anche qui Cobra Kai continua a essere una spanna superiore ai film originali, principalmente per una maggiore predisposizione dei nuovi attori a questa disciplina rispetto al povero Ralph Macchio. Da questo punto di vista abbiamo apprezzato la scelta di far esibire sempre meno le vecchie glorie in scene d'azione. Anche perché se William Zabka e il redivivo Thomas Ian Griffith ancora possono mostrare qualcosa, il 75enne John Kreese (Martin Kove) col suo carisma cerca di mascherare in tutti i modi la sua età, che resta comunque evidente e lampante quando si muove. Le giovani leve, invece, riescono a mettere in scena coreografie di buon livello, una cosa che rende l'inevitabile resa dei conti finale un bello spettacolo, anche per quanto riguarda le arti marziali.

In fin dei conti questa quarta stagione di Cobra Kai conferma tutti gli ingredienti che hanno reso un successo questa serie TV: c'è l'eterna rivalità tra i due protagonisti, c'è il karate, ci sono i buoni sentimenti e c'è tanto fanservice. Il tutto è mescolato con colpi di scena, qualche dialogo brillante e quel pizzico d'ingenuità e di frivolezza anni '80 che piace sempre. In questa quarta stagione i detrattori troveranno pochi elementi per cambiare idea, ma a questo punto non sembra più essere un problema per una serie che sembra aver trovato la sua via maestra.

Conclusioni

Multiplayer.it

8.0

La quarta stagione di Cobra Kai conferma tutti gli elementi che l'hanno resa un vero e proprio fenomeno di costume. C'è un abbondante dose di fanservice, c'è il karate e ci sono vecchi e nuovi antagonismi da raccontare. Qualcuno potrebbe cominciare a trovare stancante il riproporsi di determinate dinamiche tra i protagonisti, ma la produzione è ancora in grado, attraverso tanti colpi di scena, l'introduzione di nuove storie e alcuni dialoghi brillanti, di sorprendere lo spettatore e tenerlo incollato allo schermo. In attesa del nuovo All Valley Karate Tournament.

PRO

  • Tanti colpi di scena
  • Alcuni dialoghi brillanti
  • Johnny Lawrence

CONTRO

  • Alcune dinamiche potrebbero cominciare a stufare