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Crime Boss: Rockay City, la recensione dell'heist game con le stelle del cinema

Michael Madsen, Chuck Norris e Michael Rooker sono alcuni degli attori presenti nel nuovo gioco di rapine di Ingame Studios: la recensione di Crime Boss: Rockay City.

Crime Boss: Rockay City, la recensione dell'heist game con le stelle del cinema
RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   28/03/2023

Il concetto alla base di Crime Boss: Rockay City è indubbiamente affascinante: prendere alcune fra le più iconiche stelle del cinema action degli anni '80 e '90, donare loro una nuova giovinezza grazie alle moderne tecnologie e trasformarle nei protagonisti di un gioco di rapine praticamente identico a Payday, ma con l'aggiunta di una sovrastruttura strategica e gestionale.

Il tema è di certo attuale e le intelligenze artificiali non mancheranno di metterci bocca da qui ai prossimi anni, dunque sul piano dei presupposti scenografici, diciamo così, il titolo d'esordio di Ingame Studios si pone probabilmente come un primo passo nella direzione di un revival che in qualche modo monetizzerà ancora una volta sulla nostalgia dei quarantenni.

Sotto questa patina glamour e sbrilluccicosa, tuttavia, c'è effettivamente un progetto che ha qualcosa di concreto da dire? Vi spifferiamo tutto nella recensione di Crime Boss: Rockay City.

Storia: guerra tra bande in salsa hollywoodiana

Crime Boss: Rockay City, il Travis Baker di Michael Madsen durante una sequenza di intermezzo
Crime Boss: Rockay City, il Travis Baker di Michael Madsen durante una sequenza di intermezzo

La storia di Crime Boss: Rockay City è quella di un impero criminale che perde i propri punti di riferimento, dando vita a una spietata guerra fra bande per il controllo del territorio. Il protagonista è in questo caso Travis Baker (Michael Madsen), un criminale determinato a diventare il nuovo boss di Rockay City che scoprirà presto quanto questa impresa sia tutt'altro che semplice.

Pur potendo contare sui preziosi suggerimenti di Nasara (Damion Poitier) e Casey (Kim Basinger), nonché sulle soffiate di Gloves (Danny Glover) e sulle truppe armate coordinate da Touchdown (Michael Rooker), Baker dovrà infatti contendersi i quartieri della città con altri quattro capobanda (fra cui Dollar Dragon, interpretato da Danny Trejo, e Hielo, interpretato da Vanilla Ice), nonché guardarsi le spalle dall'inarrestabile Sceriffo Norris (Chuck Norris).

L'impiego di tutte queste star avrà certamente inciso parecchio sul budget del gioco, ma a nostro avviso non produce un adeguato ritorno sul piano narrativo: le sequenze di intermezzo in cui i vari personaggi interagiscono fra di loro risultano piuttosto statiche e poco coinvolgenti, con la sola eccezione di quelle con Chuck Norris, che scherzano sullo stereotipo del poliziotto infallibile e possono contare sulla presenza di una "spalla comica".

Nulla da dire sulle singole interpretazioni, sia chiaro: con l'eccezione anche qui di Norris, che appare fin troppo apatico nelle sue battute, l'intero cast ha fatto un gran bel lavoro, Madsen con il suo stile così peculiare e Rooker che spicca senza dubbio grazie al suo convincente ritratto del sicario esaltato e a dir poco rozzo. Semplicemente, l'idea delle scene di intermezzo intrise di starpower che conferiscono valore a un prodotto di per sé manchevole ci sembra un po' antiquata ed è forse meno brillante di quanto non pensassero gli autori.

Struttura: crimine organizzato, non heist game

Crime Boss: Rockay City, la mappa con i territori della città che dovremo conquistare
Crime Boss: Rockay City, la mappa con i territori della città che dovremo conquistare

La schermata di avvio di Crime Boss: Rockay City consente di accedere a tre differenti modalità, al netto del tutorial: La Guerra di Baker, ovverosia la campagna che funge da fulcro per l'intera esperienza e racconta il percorso del protagonista nel suo tentativo di prendere il controllo della città; Crime Time, una sorta di "partita veloce" in cui è possibile prendere parte a missioni brevi e casuali; e infine Leggende Urbane, una raccolta di sei mini campagne a base prettamente cooperativa.

La campagna comincia letteralmente dalla fine: Baker e lo Sceriffo Norris si affrontano in un duello spietato sui tetti di un edificio, ma il nostro ha la peggio: a quel punto la sua vita si "riavvolge" in una sorta di sliding door che non ha una funzione prettamente narrativa, bensì va a sottolineare un approccio roguelite in cui la morte del protagonista implica l'ineluttabile game over e l'obbligo di ricominciare tutto da capo.

Crime Boss: Rockay City, la gestione della squadra
Crime Boss: Rockay City, la gestione della squadra

I produttori di Crime Boss: Rockay City ci tengono a sottolineare che il loro gioco non è un semplice heist game, bensì un gioco di crimine organizzato, e dal punto di vista strutturale ciò si traduce in una componente strategica e gestionale in cui bisogna tenere d'occhio le proprie finanze, assoldare uomini per poi potenziarli ed equipaggiarli, vendere refurtiva sul mercato nero, stringere accordi, chiedere eventuali prestiti, acquistare oggetti di lusso, ma soprattutto conquistare tutti i territori per vincere.

Dopodiché, quando si passa all'azione vera e propria spunta l'anima heist del gioco, che alterna colpi in pieno stile Payday (con tanto di trapani, borsoni, sistemi di sicurezza, veicoli per la fuga e polizia) a scontri armati con le bande rivali per la conquista di nuove zone o la difesa di quelle sotto il nostro controllo. Laddove Baker dovesse finire ucciso in una di queste missioni, l'elemento della morte permanente decreterà il game over, ma con una concessione: nel ricominciare la campagna potremo conservare tutti i potenziamenti e il livello di esperienza fin lì ottenuti.

Gameplay: come Payday, ma dodici anni dopo

Crime Boss: Rockay City, uno scontro a fuoco in notturna
Crime Boss: Rockay City, uno scontro a fuoco in notturna

Come accennato, in termini di gameplay Crime Boss: Rockay City risulta palesemente ispirato a Payday: The Heist, ma al contempo privo della complessità che caratterizzava i colpi più avanzati della serie targata Overkill Software, nonché viziato da grosse limitazioni per quanto concerne l'intelligenza artificiale, sia dei propri compagni di squadra che dei nemici. Procediamo con ordine, però.

La mappa di riferimento di Rockay City mostra le zone sotto il controllo della banda di Baker e quelle gestite dai suoi rivali, con una progressione "alla giornata" che limita il numero di azioni che è possibile eseguire sulla base della disponibilità di uomini e denaro. Sono dunque due le attività con cui potremo cimentarci: gli scontri a fuoco per la conquista o la difesa del territorio, che sono fondamentalmente dei deathmatch a squadre all'interno di un piccolo scenario, e le missioni vere e proprie.

Crime Boss: Rockay City, difendiamo la posizione mentre un trapano apre la camera blindata di una banca
Crime Boss: Rockay City, difendiamo la posizione mentre un trapano apre la camera blindata di una banca

Queste ultime servono per finanziare il nostro impero criminale e mettono in scena una decina scarsa di situazioni differenti che vengono riproposte ciclicamente: la rapina di un centro commerciale, di una gioielleria o di una banca, l'assalto a un furgone blindato, il recupero di materiali preziosi da un magazzino sorvegliato o l'eliminazione di luogotenenti rivali rintanati in un cantiere, in una rimessa o nei pressi di una spiaggia. Dopodiché compaiono incarichi speciali che scandiscono la progressione della campagna, come il recupero di una valigetta, la rapina su di un treno o su di una nave ormeggiata.

Ci sono generalmente vari modi per affrontare i colpi, ad esempio è possibile optare per un approccio stealth andando a distruggere o disattivare i sistemi di sicurezza, intimare alle guardie di mettersi a terra, legarle o condurle al riparo da sguardi indiscreti, scassinare serrature e aprire porte sul retro perché i nostri compagni possano accedere all'edificio di turno senza far scattare gli allarmi; oppure sbattersene di tutto, procedere a pistole spiegate, eliminare chiunque ci intralci ma prepararsi a resistere all'assalto della polizia.

Crime Boss: Rockay City, il rozzo e folle Touchdown di Michael Rooker
Crime Boss: Rockay City, il rozzo e folle Touchdown di Michael Rooker

Si tratta di dinamiche, è il caso di ribadirlo, identiche a quelle della serie Payday, con anche le forze dell'ordine che dapprima provano a fermarci con le pattuglie di quartiere, per poi chiamare in causa la SWAT e man mano le unità corazzate o finanche degli agenti speciali dotati di una resistenza sostanzialmente superiore alla media; il tutto mentre magari stiamo aspettando che il trapano (che può incepparsi se proviamo ad accelerarne le funzioni in maniera incauta) apra la cassaforte con il bottino più prezioso per poi raccogliere tutto, riempire i borsoni e raggiungere il furgone che ci aspetta per fuggire.

Anche il gunplay ci è sembrato fondamentalmente uguale a quello della serie di Starbreeze, con meccanismi ben diversi rispetto al classico Call of Duty, caricatori brevi e munizioni limitate, tanta oscillazione del mirino, una certa difficoltà nel mettere a segno colpi alla testa (anche a causa di hitbox non sempre precise) e nemici sempre piuttosto coriacei, specie quando il grado di allerta (e dunque la difficoltà) aumenta in seguito a una condotta prevalentemente caciarona.

Crime Boss: Rockay City, una resa dei conti vecchio stile per una delle missioni extra della campagna
Crime Boss: Rockay City, una resa dei conti vecchio stile per una delle missioni extra della campagna

Dicevamo della complessità: il gioco non si sofferma sulla pianificazione dei colpi né mette in campo situazioni stratificate, è tutto piuttosto lineare e semplificato ma al contempo la tendenza alla ripetizione diventa clamorosa dopo qualche ora, all'ennesima rapina in gioielleria o in banca sempre uguale. Inoltre l'intelligenza artificiale, o la mancanza di essa, pesa tanto: sia nell'impossibilità di impartire ordini ai compagni e nei loro comportamenti a volte viziati da imperfezioni, sia nelle routine che gestiscono le unità nemiche, incapaci di percepire la nostra presenza anche se gli corriamo alle spalle per un colpo di fucile a bruciapelo.

Ovviamente la situazione cambia in cooperativa, laddove ci si riesca a organizzare con tre amici: in tale frangente l'esperienza di Crime Boss: Rockay City può restituire qualche soddisfazione per un lavoro portato a termine in maniera pulita e finanche qualche risata di fronte ai bug che spesso accompagnano le fasi più concitate dell'azione, con l'auspicio che il supporto post-lancio vada a smussare questi spigoli e soprattutto ad aggiungere sostanza al pacchetto.

Realizzazione tecnica: dalle stelle alle...

Crime Boss: Rockay City, la grafica in-game appare piuttosto datata
Crime Boss: Rockay City, la grafica in-game appare piuttosto datata

Dicevamo in apertura del clamoroso cast di attori ingaggiato per le sequenze di intermezzo del gioco, che non coinvolgono più di tanto ma a cui si può rinfacciare ben poco sul piano prettamente tecnico, visto che fanno uso di modelli poligonali estremamente dettagliati e in grado di rappresentare i vari attori nel loro periodo di grazia, per l'ennesima volta con l'eccezione di Chuck Norris che appare un po' posticcio, diciamo così.

Quando però si passa alla grafica vera e propria, lo scenario cambia e tutti quei dettagli e quelle tonalità di colore alla moda, che sembrano uscite da una composizione di Midjourney, lasciano il posto ad asset estremamente generici e datati, animazioni appena discrete, scenari con qualche acuto (e un buon uso della screen space reflection a impreziosirli), ma piuttosto limitati sul piano dell'estensione, e infine un'ottimizzazione deludente.

Crime Boss: Rockay City, Travis a colloquio con i suoi due consiglieri
Crime Boss: Rockay City, Travis a colloquio con i suoi due consiglieri

Se infatti nelle prime missioni Crime Boss: Rockay City concede i 60 fps anche a 2160p e con tutte le regolazioni su Ultra utilizzando una RTX 3070, a patto di tenere il DLSS sul preset "bilanciato", non appena l'azione si fa più affollata e caotica diventa necessario scendere di corsa a 1440p: una risoluzione che alla fine si pone come la dimensione naturale per la GPU appartenente all'ormai estinta fascia media di NVIDIA, ma che in questo caso non viene giustificata dalla complessità grafica del gioco.

Sul fronte dell'audio il titolo di Ingame Studios svolge invece un buon lavoro, anche qui grazie agli investimenti per interpreti e diritti: la colonna sonora fa uso di pochi ma preziosi brani su licenza, integrando per il resto con musiche magari anonime ma funzionali, mentre i dialoghi dei vari Madsen, Rooker e Glover (in inglese, ma con sottotitoli in italiano) la fanno da padrone, caratterizzando in maniera forte l'esperienza.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 13500
  • Scheda video: NVIDIA RTX 3070
  • Memoria: 32 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 11

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i7 4790, AMD Ryzen 5 1600
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1650, AMD RX 570
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Storage: 90 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i5 10600K, AMD Ryzen 5 3600XT
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1070, AMD RX Vega 56
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Storage: 90 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10 64 bit

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Epic Games Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (10)
6.8
Il tuo voto

Crime Boss: Rockay City è un heist game palesemente ispirato a Payday, ma con una sovrastruttura strategica e gestionale in grado di aggiungere un pizzico di spessore all'esperienza, anche per via del brivido dell'approccio roguelite e della morte permanente. Certo, ai colpi manca la complessità del classico targato Overkill, la varietà delle situazioni lascia molto a desiderare e in single player si sente parecchio il peso di un'intelligenza artificiale davvero basilare, ma il prezzo molto contenuto (su Epic Games Store c'è anche un'offerta di lancio), la promessa di aggiornamenti e tutte quelle stelle del cinema anni '80 e '90 potrebbero rendervi l'avventura di Travis Baker più affascinante di quanto non sia in realtà.

PRO

  • La formula alla Payday ha ancora il suo fascino
  • Cast clamoroso per i nostalgici
  • Sovrastruttura strategica tradizionale ma accattivante

CONTRO

  • Intelligenza artificiale limitata e limitante
  • Poche situazioni in assoluto, tende a essere ripetitivo
  • Graficamente datato