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Diablo 2: Resurrected, la recensione di un grande classico tirato a lucido

La recensione di Diablo 2: Resurrected, un lavoro certosino da parte di Vicarious capace di rendere omaggio ad un vero classico, il re degli hack 'n' slash!

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   23/09/2021

Il ruolo di chi realizza remaster è solitamente piuttosto semplice: rendere appetibile un prodotto con qualche annetto sulle spalle così da coinvolgere un nuovo pubblico e, magari, riconquistare i vecchi appassionati sfruttando l'effetto nostalgia. Si tratta di un'operazione dai costi contenuti rispetto allo sviluppo di una nuova proprietà intellettuale, con vendite relativamente facili e giocatori contenti di poter riprendere in mano qualcosa che hanno amato in gioventù: è una soluzione insomma che sembra rendere tutti felici.

Per raggiungere questo obiettivo alcuni studi di sviluppo si limitano a realizzare copia e incolla piuttosto brutale, mentre altri, come Vicarious Vision, provano a fare diversi passi in più, appoggiandosi sì alle opere originali e riproponendo fedelmente le meccaniche di gioco, ma rinfrescando anche tutto il comparto tecnico in modo certosino. Si tratta più di un omaggio, che di una semplice copia. Volendo guardare con più romanticismo queste operazioni, potremmo dire che ciò che i fan desiderano ardentemente è poter rigiocare i titoli più amati esattamente come la memoria li ha preservati in tutti questi anni; un processo mentale che ha cancellato le animazioni legnose, la bassa risoluzione e ha avvolto tutto in una patina mistificatrice che li ha resi quasi perfetti, nonostante le mille magagne.

Con Diablo II: Resurrected lo studio di Activision Blizzard ha deciso così di sventolare i cambiamenti in faccia ai giocatori in modo brusco, per far capire, nel caso ce ne fosse davvero il bisogno, che in fin dei conti la memoria tende a essere troppo benevola, sottolineando contemporaneamente lo sforzo produttivo profuso per consentire di giocare nel 2021 in tutta comodità ad un titolo con più di vent'anni sulle spalle.

Nella recensione di Diablo 2: Resurrected scopriremo se vale la pena dunque tornare a salvare Sanctuary ancora una volta.

Diablo II è risorto ma senza morire

In Diablo 2: Resurrected tutte e sette le classi sono disponibili, per la gioia degli appassionati!
In Diablo 2: Resurrected tutte e sette le classi sono disponibili, per la gioia degli appassionati!

L'aspetto curioso di questa remaster è che, come prima cosa, sovverte completamente il concetto per cui un titolo viene rivisitato solo dopo molti anni, ovvero quando non lo sta giocando più nessuno. L'originale Diablo II, invece, risorge in questa versione senza mai essere morto: la sua community è ancora ricca di irriducibili che sono alla costante ricerca di build perfette. Diablo 2: Resurrected vuole allora rendersi disponibile per chi, come noi che scriviamo, non ha giocato in maniera così assidua il secondo capitolo per tutti questi anni, magari abbandonandolo in favore di Diablo III. Tornarci oggi, rappresenta così un bel tuffo nel passato, un'operazione nostalgia riuscitissima per chi ha davvero amato il titolo e che non può che provare un sussulto al cuore quando su schermo compaiono i vecchi loghi di una Blizzard fiammeggiante, scintille che accendono una passione sopita, ma mai cancellata del tutto.

Diablo II: Resurrected ti accoglie come se nulla fosse successo e, esattamente come vent'anni fa, tutto è al proprio posto. Ci si avventura per le terre di Sanctuary come se non fosse passato nemmeno un giorno dall'ultimo avvio, ricordandoci alla perfezione le missioni, le statistiche degli oggetti, quel maledetto Rakanishu nascosto tra le mistiche pietre per proteggere l'ingresso a Tristram e il possente Diablo che attende il nostro eroe per dare vita ad un combattimento leggendario. Le animazioni, gli incantesimi, la colonna sonora, tutto è tremendamente perfetto.

L'inventario di Diablo 2: Resurrected in tutta la sua bellezza
L'inventario di Diablo 2: Resurrected in tutta la sua bellezza

Se non fosse che con una semplice combinazione di tasti si può togliere il velo di magia e tornare alla versione Legacy, con la sua risoluzione improponibile ai giorni nostri e quegli sprite dai pixel giganteschi che proprio non riusciamo a capire come facessimo a ricordarli cosi sinuosi ed intriganti. La memoria insomma ha aggiornato i ricordi, come dicevamo nell'incipit e Vicarious è stata perfetta a realizzare una nuova versione in grado di prendere i nostri ricordi e riportarli a schermo fedelmente. Così gli incantesimi lasciano scie luminose accecanti e le torce illuminano gli oscuri dungeon alla perfezione, mentre torniamo velocemente alle risoluzioni più moderne per non intaccare troppo l'amore per l'originale Diablo II.

Diablo II: Resurrected è un Edgar abito, per fare una citazione colta, capace di mascherare sapientemente le vecchie magagne visive rispettando tutti i pilastri del gameplay che lo sorreggono. Prima di arrivare a parlare del gioco però dateci ancora qualche istante per farvi capire bene quanto l'impatto visivo ci abbia impressionato positivamente, con modelli 3D sublimi e con il nostro mutaforma druidico letteralmente reinventato nelle sue versioni da orso e lupo mannaro. Abbiamo perso minuti a farlo semplicemente camminare ammirando il lavoro sulla pelliccia, sulle movenze fluide, guardando addirittura i riflessi nelle pozzanghere mentre gli artigli si infilano nel fango. Ma tutte le sette classi presenti hanno ricevuto questo trattamento e se barbaro ed amazzone ne escono leggermente più ridimensionati, l'incantatrice ora fa brillare il gioco grazie alle sue idra infuocate ed ai suoi proiettili di ghiaccio.

Il signore del terrore è qui con noi

Ancora questo scomodissimo inventario, è l'unica parte che davvero odiamo di Diablo II
Ancora questo scomodissimo inventario, è l'unica parte che davvero odiamo di Diablo II

Parliamo di sette classi perché, ovviamente, con Resurrected è inclusa anche l'espansione di Diablo II - Lord of Destruction e tutte le patch di bilanciamento relative. Troverete quindi le rune tra i drop, le nuove ricette del cubo Horadrim, gli incantamenti da tenere nello zaino e tutti gli aggiustamenti avvenuti negli anni, senza altri ritocchi, sapendo già così quali saranno gli oggetti da cercare e quali boss run affrontare per equipaggiarvi al meglio.

Nel caso non aveste mai giocato a Diablo II, ma foste più giovani e vi foste avvicinati a Diablo III come capitolo iniziale, sappiate che qui i toni assumono tinte molto più oscure e che la corsa al livello di difficoltà sempre più alto viene scambiata verso il perfezionamento certosino del personaggio, con la possibilità ovviamente di scambiare equip con gli altri giocatori ed essere malmenati malissimo in PvP. Non mancano alcune modifiche al bilanciamento dovute ad alcune nuove animazioni e agli schermi wide screen, due elementi che potrebbero cambiare gli equilibri in campo, da valutare poi quando i server saranno pieni e le meccaniche del combattimento tra giocatori verranno sviscerate a dovere.

Potrete comunque buttarvi in partita anche disabilitando la nuova espansione per giocare al vecchio Diablo con drop semplificati, nel caso ci teneste a ripercorrere il passato in tutto il suo antico splendore. Oltre a quelli estetici sono stati fatti grossi cambiamenti anche per le cinematiche, realizzate ex novo, ma, anche in questo caso, ancora fedelissimi alle originali, doppiaggio in italiano compreso.

I cambiamenti grafici di Diablo II: Resurrected sono notevoli
I cambiamenti grafici di Diablo II: Resurrected sono notevoli

L'audio merita un capitolo a parte visto che oltre alla meravigliosa colonna sonora, Diablo II porta in grembo alcuni degli effetti più iconici del genere degli hack 'n' slash come il gorgoglio delle pozioni e quello dell'oro che ad ogni tintinnio apre un cassetto dei ricordi. Restando in tema di oro, molti dei nuovi ritocchi sono stati indirizzati verso una resa più pratica dell'inventario, pur lasciando quel maledetto zaino ristrettissimo che da sempre ci ha fatto dannare.

È più semplice confrontare gli oggetti, nel menu delle opzioni è possibile attivare la raccolta automatica dell'oro sia con il mouse-over (su PC) sia passandoci semplicemente accanto (su console) e ora avremo una cassa con slot in comune per tutti i nostri personaggi. Questo significa che, volendo, non avremo più bisogno di un mulo per trasferire gli oggetti da un personaggio all'altro. Presente anche una comoda riorganizzazione automatica dell'inventario e della cintura delle pozioni più tanti altri ritocchi per rendere Resurrected molto più di un semplice lavoro fatto per portare a casa lo stipendio. Ci troviamo per le mani insomma un'opera estremamente rispettosa dell'originale ma aggiornata ai canoni moderni e di questo non possiamo che esserne completamente felici.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Multiplayer.it
8.0
Lettori (50)
8.3
Il tuo voto

Diablo II torna su PC e console con un lavoro di rimasterizzazione davvero eccellente. Ci sono piccole sbavature dettate dalle nuove animazioni e dalle risoluzioni dei monitor più grandi, ma sono piccolezze di fronte di cotanta bellezza artistica e di un tale rispetto verso l'opera originale. Insomma, se tutte le remastered fossero così saremmo molto più propensi ad avere un mercato invaso anche da questo tipo di produzioni. Oltre ai miglioramenti grafici non si può certamente dimenticare la possibilità di giocare in cross gen tra le piattaforme (ma non in cross play) e anche di un cross progression che ci fa letteralmente impazzire, Nintendo Switch inclusa. Tanto di cappello insomma a Vicarious Vision che ha saputo rendere giustamente omaggio al re degli hack 'n' slash da vent'anni a questa parte.

PRO

  • Lavoro visivo incredibile
  • Sonoro eccellente
  • Estremamente fedele all'originale

CONTRO

  • L'inventario su console resta scomodo
  • Alcune animazioni delle abilità non propriamente perfette