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Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, la recensione del ritorno di un mito

Il padre dei picchiaduro a scorrimento è tornato... e ha ancora tanta voglia di menare le mani: ecco la recensione di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons.

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, la recensione del ritorno di un mito
RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   27/07/2023

Lanciato nelle sale giochi nel 1987, Double Dragon può senz'altro essere considerato il padre dei picchiaduro a scorrimento. Prima del classico targato Technos Japan c'è stato infatti chi ha provato a utilizzare la stessa formula action progressiva e finanche riferimenti narrativi simili, restando però confinato nelle due dimensioni.

La possibilità di muoversi in profondità all'interno degli scenari ha letteralmente aggiunto spessore al gameplay, e il resto è storia: il grande successo del coin-op ha determinato la nascita di tantissime produzioni appartenenti al medesimo filone, da Golden Axe a Final Fight, con Capcom in particolare che si è fatta brillante interprete di quel tipo di meccaniche.

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, Marian attacca dalla distanza con la pistola
Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, Marian attacca dalla distanza con la pistola

Il recente rilancio dei picchiaduro a scorrimento non poteva dunque escludere proprio i fratelli Billy e Jimmy Lee, che ritroviamo in questa reinterpretazione post-apocalittica firmata Secret Base insieme a un gran numero di comprimari giocabili, tutti impegnati a ripulire ciò che resta di New York dalle bande di predoni e criminali che hanno preso il controllo della città.

Quella voluta da Arc System Works, attuale proprietaria del brand, è un'esperienza degna di nota o un semplice contentino per nostalgici? Trovate la risposta nella nostra recensione di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons.

Storia e struttura: interessanti novità e un pizzico di roguelike

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, la selezione dello stage
Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, la selezione dello stage

Naturalmente la storia alla base di Double Dragon: Rise of the Dragons non è che un banale espediente per fare in modo che i protagonisti del gioco scendano in strada a combattere, e da questo punto di vista l'ambientazione post-apocalittica non cambia più di tanto le cose. Vengono tuttavia rivoluzionati i ruoli: la bella Marian non è più la fidanzata da salvare, bensì un agente di polizia come lo zio Matin, anch'esso arruolabile durante la campagna.

A questi quattro personaggi se ne aggiungono nove sbloccabili: l'enorme Abobo, il letale Chin Taimei coi suoi bastoni e altri ancora, in particolare alcuni boss. Per ottenerli bisogna però spendere i preziosi gettoni ottenuti durante le proprie spedizioni, una delle intuizioni che consentono alla struttura del gioco di superare alla grande gli originali limiti dei picchiaduro a scorrimento.

Essendo nati con le sale giochi in mente, questi prodotti sono infatti spesso caratterizzati da una durata piuttosto limitata, ma i ragazzi di Secret Base hanno messo in pratica alcune idee davvero interessanti per ovviare alla storica mancanza, richiamando meccanismi roguelike per quanto concerne la gestione dei "continua" e il salvataggio dei progressi, che vanno letteralmente guadagnati.

Durante la partita è infatti possibile scegliere quale zona visitare fra quattro distretti, ognuno presidiato da un diverso gruppo di criminali e da un boss finale. Ebbene, l'ordine in cui scegliamo di affrontare gli stage andrà a influenzare la loro complessità e lunghezza, spronandoci così a rigiocare la campagna più volte, dopo averla completata, per poter vedere tutto ciò che il gioco ha da offrire. E sì, ci sono anche delle sorprese e dei finali alternativi.

Gameplay: la rinascita del doppio drago

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, una sequenza di combattimento
Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, una sequenza di combattimento

Lo stile quasi chibi di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons ci aveva fatto storcere il naso quando lo abbiamo visto per la prima volta, per ragioni puramente pratiche: quando il tuo personaggio ha le braccia corte, i colpi che sferra possiedono di conseguenza un allungo molto limitato, e così per colpire gli avversari bisogna per forza di cose andargli pericolosamente vicino.

Si tratta di un approccio di cui abbiamo parlato sia nella recensione di Scott Pilgrim Vs. The World - The Game Complete Edition sia, più di recente, nella recensione di Fight'N Rage, che rende le cose più difficili ma che, quando ben inquadrato, assume un valore preciso nell'ambito di un gameplay che si rivela essere più strategico di quanto non si pensi.

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, le immancabili mosse speciali
Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, le immancabili mosse speciali

Nei primi minuti tutto ciò non appare evidente, ma col passare delle ore le scelte compiute dal team di sviluppo acquistano un senso, confermando l'attenzione concessa ai vari aspetti dell'esperienza per ottenere un compromesso che fosse il più possibile vario, divertente, ostico e duraturo. E chi proprio desidera qualcosa di più accessibile può ottenerlo, attivando i "continua" infiniti e modificando le opzioni relative al bilanciamento della difficoltà.

Chiaramente è ciò che accade sullo schermo a raccontare il resto della storia, e che storia: un vortice di mazzate nelle gengive che la metà basta, di impatti resi molto bene e di una sensazione di picchiare davvero, magari anche a mezz'aria in un'inaspettata concessione al juggling che banalizza inevitabilmente alcune sequenze, ma vuoi mettere la soddisfazione?

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, colpi dalla distanza e dall'alto per una combinazione micidiale
Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, colpi dalla distanza e dall'alto per una combinazione micidiale

Combo di base, attacchi volanti, prese gestite in una maniera diversa (c'è un pulsante apposta, ma bisogna cogliere l'avversario alla sprovvista), devastanti colpi in corsa, personaggi davvero differenziati e le immancabili special, tutte spettacolari, che tuttavia non ci salveranno se qualcuno ci sta prendendo a sberle: in quel caso è il tag a venirci in aiuto, perché nel gioco non è uno solo bensì sono due i personaggi da gestire.

Le criticità della formula messa a punto da Secret Base risultano invero evidenti: la cooperativa solo per due e solo in locale, peccato mortale, ma anche una certa mancanza di elasticità nella gestione dei progressi, perché se abbiamo cominciato una partita in solitaria non potremo aggiungere il secondo giocatore in corsa, e viceversa. Peccato: il drop-in / drop-out è un concetto da tenere in debita considerazione.

Realizzazione tecnica: fra alti e bassi

Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, effettuare il 'tag' consente al secondo personaggio di recuperare
Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, effettuare il "tag" consente al secondo personaggio di recuperare

Dicevamo dello stile quasi chibi che dal punto di vista pratico dà qualche problema, ma sul piano del design c'è poco di cui lamentarsi visto che i personaggi di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragon sono espressione chiara di una pixel art discretamente matura e convincente, senza concessioni al generico se non negli scenari.

Ecco, purtroppo le ambientazioni non tengono sempre botta, alcune soluzioni risultano semplicistiche e si perde dunque l'occasione di portare sullo schermo qualcosa di suggestivo; ma a metterci una pezza ci pensano le musiche, che reinterpretano i brani della colonna sonora originale in maniera accattivante e non mancheranno di conquistarvi.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 13500
  • Scheda video: NVIDIA RTX 4070
  • Memoria: 32 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 11

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i5 9300H
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1050
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Storage: 3 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i5 8400
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1080 Ti
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Storage: 3 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 10, Windows 11

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (13)
8.0
Il tuo voto

Eravamo abbastanza scettici e invece Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons di cose da dire ne ha parecchie, e su diversi argomenti: come si valorizzano gli impatti in un picchiaduro, come si gestisce una struttura destinata a non esaurirsi nel giro di un paio d'ore, come si aggiunge spessore a un gameplay così classico e inflazionato. Per alcuni versi è assurdo che un gioco disegnato con così tanta attenzione mostri il fianco a un paio di mancanze tanto palesi, al punto da portarci a pensare che siano volute. E quindi niente, se vi piacciono i picchiaduro a scorrimento dovrete proprio spendere questi 24,99€.

PRO

  • Gameplay solido, corposo e con diverse idee interessanti
  • Struttura molto ben gestita, tanta rigiocabilità
  • Carina la reinterpretazione dei personaggi in pixel art

CONTRO

  • Cooperativa solo in locale e con qualche vincolo di troppo
  • Gli scenari non danno sempre il massimo, anzi
  • Il juggle banalizza alcune fasi di gioco