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Experience 112 - Recensione

Una ragazza si risveglia in una stanza, senza sapere cos'è successo. Noi la possiamo solo spiare dietro a un sistema di telecamere, in un gioco di rimandi e di misteri. Varrà la pena di mettersi ai comandi e salvare Lea dal suo destino?

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   24/03/2009

Experience 112 ha tutta l'aria di essere un gioco dove l'atmosfera conta, e per questo spegniamo le luci, avviandolo in silenzio. Il nostro mondo diventa lo sfondo di un desktop, che potrebbe appartenere a un'agenzia governativa americana; c'è un simbolo, ma facciamo solo in tempo a leggere "trust", "dedication" e "silence", perché da una finestra aperta osserviamo una giovane donna, con al collo un amuleto, che si sveglia all'interno di una cabina di una nave. Il suo nome è Lea Nichols, e noi la stiamo spiando da una telecamera. Tra noi e lei si avvia una comunicazione fatta di luci accese o spente e interventi sulle telecamere della nave. Non conosciamo la storia di questa donna e lei non sa chi siamo noi, né se può fidarsi. Per aiutarla nella sua ricerca e capire cos'è accaduto possiamo solo contare sulla possibilità di manipolare il sistema stesso delle comunicazioni video. La nave è infatti piena di telecamere a circuito chiuso. Per ora è tutto quello che sappiamo. Lea Nichols ci propone allora un accordo: dovremo infatti guidarla nella direzione verso la quale vogliamo attirare la sua attenzione, mentre lei in cambio ci svelerà sempre qualcosa di più sul tipo di esperimenti che si eseguivano a bordo, dandoci inoltre la possibilità di ampliare il nostro raggio di azione. Non ci resta quindi che muovere la telecamera verso l'alto e il basso con il mouse. D'ora in poi, sarà questo il nostro modo per dire "sì".

Experience 112 - Recensione
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Il codice della conversazione

Lea comincia finalmente a spiegarci i comandi del nostro terminale. Abbiamo a disposizione i file del personale, anche se per consultarli è necessario reperire le rispettive chiavi d'accesso. In attesa di riuscirci, passiamo da una telecamera all'altra, spiando Lea silenziosamente. Siamo un voyeur senza volto, che ancora non conosce la propria identità. Anche questo segreto sarà chiaro solo alla fine. Purtroppo, guardare di nascosto e anticipare i pericolo ci fa sentire più vicini a Lea, ma passano poche ore e ci rendiamo conto di quanto possa essere frustrante questa collaborazione. Capita di frequente che il nostro solo obiettivo sia quello di farle attraversare una lunga porzione della nave, aspettando che riparta dopo l'attivazione di un hotspot successivo. Meglio seguirla sulla mappa. Questo significa però che per lunghi minuti restiamo inerti a fissare un triangolo blu che si muove sulla scarna piantina computerizzata. Per giunta Lea è lentissima; molte volte non comprende neppure subito i nostri richiami, e urlare non serve, tanto non può sentirci. Per fortuna, almeno al principio il suo mistero ci cattura e sentiamo la tensione, temiamo la paura. Noi siamo all'interno di quella nave? Se è così potrebbe anche sorprenderci qualcosa alle spalle. Per questo sopportiamo la difficile collaborazione e stringiamo i denti. Lea agisce per conto suo, e trae tutte le conclusioni del caso; a noi tocca il compito di esaminare a fondo e-mail e documenti appartenenti ai membri dell'equipaggio. Quando non accendiamo e spegniamo le luci dobbiamo cercare password, codici per decifrare username criptati e informazioni confidenziali nei chat log del personale, che rivelano gelosie, tradimenti e piani di sabotaggio. Lea e il suo Experience 112 sono una storia che si racconta, che preme per essere narrata. Abbiamo comunque a disposizione alcuni strumenti specifici, come il termorilevatore, che ci ha concesso per esempio di individuare in una stanza il flacone di un preparato specifico, dopo aver innalzato la temperatura dell'ambiente opportunamente. C'è anche il visore notturno, lo zoom e un regolatore della nitidezza. In seguito scopriamo anche il perché possa servirci un rilevatore di ferormoni. Peccato che tutto si riduca a interventi sporadici. Vorremmo fare di più per lei. In alcuni casi fortunati controlliamo direttamente i macchinari presenti a bordo, come il piccolo robot telecomandato o il sintetizzatore di composti chimici. Questo ci tiene svegli, e la voglia di ritornare ad accendere le telecamere è tanta. Inoltre l'impegno che richiedono i problemi di Lea non è eccessivo, ma cresce ad ogni sua richiesta, e ci dà del filo da torcere. A un certo punto ci siamo dentro, vogliamo aiutarla a fuggire a tutti i costi.

Experience 112 - Recensione
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Un amore finito prima di cominciare

Adesso possiamo estrarre il dvd di Experience 112. Sappiamo tutto di com'è finita questa storia, e purtroppo il sentimento prevalente è la rabbia. Poteva essere un'esperienza totalizzante, di quelle che si ricordano a lungo. C'eravamo quasi, il coinvolgimento alto fin da subito, anche se quello che si vedeva dalle telecamere era scarno, poco rifinito e a tratti confuso. Ma Lea è lentissima, impacciata nelle decisioni nonostante la grazia dei suoi movimenti e soprattutto, è la protagonista di un'avventura piena di errori, imprecisioni e villanerie di codice. Siamo pazienti, aspettiamo mentre muove un passo alla volta lungo il ponte della nave, ma non possiamo perdere ore di gioco per uno stupido bug. O rincorrere la soluzione di un enigma che non arriva per colpa di un level design penalizzante. Inoltre, e qui risiede il problema più grosso, la storia è puerile e dozzinale. Lexis Numèrique poteva fare il grande colpo e invece, dopo averci offerto un concept che per il mondo dei videogiochi è una sferzata, lo abbandona a sé stesso. Tutto è naufragato come la nave dell'EDEHN, che però non affonda completamente, lasciandosi esplorare come un relitto di quello che era stato, o avrebbe potuto essere.

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Commento

Experience 112 ci lascia senza parole. Senza parole per l'amarezza di un concept che poteva diventare un'esperienza da non perdere, ma che invece si gioca tutto nella grossolanità tecnica. Purtroppo i crash e gli errori nei quali incappa puntualmente il gioco si traducono in frequenti riavvi, e in ore perse. Osservare la protagonista di un thriller a sfondo horror, nascosti dietro alle telecamere di una nave, senza conoscere la sua storia o la nostra identità, è non solo intrigante, ma diviene un costante richiamo a questo desktop virtuale per sapere come sta Lea, per poterla aiutare a fuggire e scoprire finalmente il nostro volto. Purtroppo qui crolla anche la storia, destinata a risolversi come un'insulsa favoletta. Peccato, Lexis Numèrique ce l'aveva quasi fatta, uscendo con un'idea che tagliava come una lama l'impostazione classica del mezzo, e saremmo stati noi i primi ad applaudirla. Così com'è, rimane un esperimento riuscito a metà, che regala solo gioie monche.

Pro

  • Concept geniale
  • Visuale multipla intrigante
Contro
  • Troppe imperfezioni
  • Controlli imprecisi
  • Trama ridicola

PC - Requisiti di Sistema


Requisiti Minimi

  • Processore: Intel 2 GHz
  • RAM: 1 GB
  • Scheda video: GeForce 6 o equivalente
  • Sistema operativo: Windows XP SP 2 o Windows Vista
  • DirectX: 9.0c
  • Hard Disk: 2 GB
  • Scheda audio: compatibile con le DirectX
Configurazione di Prova
  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GT
  • Sistema operativo: Windows Vista