Realizzata da Black Forest Games e prodotta da THQ Nordic, Fade to Silence è una ricca avventura survival che si prefigge di mescolare in un unicum vari elementi ludici per offrire agli appassionati un contesto di gioco vario e stimolante. A giudicare dalle premesse, il nuovo titolo partorito dalla compagine tedesca sembrerebbe mettere davvero tanta carne al fuoco. Sarà effettivamente così? Vediamo di scoprirlo con la nostra recensione dell'edizione PlayStation 4.
Esplorazione e crafting in un mondo altamente corrotto
Il mondo di Fade to Silence è dominato da una misteriosa forza oscura e distruttrice che sta letteralmente piagando tutti i territori sotto la sua influenza. In men che non si dica ci ritroviamo catapultati nei panni di Ash, un sopravvissuto soggiogato da uno spettro che sembra volerlo mettere alla prova. Dopo aver fatto capolino dalla grotta in cui l'uomo è tornato per l'ennesima volta in vita, il primo impatto con il mondo circostante è brutale: del villaggio in cui viveva insieme alla figlioletta Allie non è rimasto più nulla, poiché nel frattempo la corruzione ha riportato sotto il suo controllo pianure, foreste e crinali circostanti, gettando per l'ennesima volta il mondo nel caos. Paradossalmente Ash è anche l'unica speranza di ambire a un futuro migliore, essendo in qualche modo legato all'entità malvagia che affligge il mondo di gioco. Questa sua qualità gli permette di intervenire per purificare i territori corrotti scacciando la temibile minaccia, ed è proprio da queste basi che scaturisce l'articolato impianto survival dell'opera.
Prima di procedere oltre urge una piccola premessa. Fade to Silence prevede la selezione di due livelli di difficoltà: optando per la modalità Esplorazione si può avere accesso a vite infinite e risorse illimitate, ma l'esperienza autentica si ottiene solo selezionando la variante Sopravvivenza. In questo secondo caso il giocatore dovrà fare i conti con un numero limitato di vite e la minaccia - a dire il vero non così remota - della morte permanente. A dimostrazione che è proprio quest'ultimo l'approccio con cui godere appieno delle caratteristiche offerte dal gioco, solo la modalità più complessa permette di sbloccare i Trofei. Peraltro gli sviluppatori hanno cercato di rendere stimolante la ripartenza dal principio implementando il cosiddetto Circolo del Tormento, una funzionalità che aiuta a ridurre le avversità fronteggiate nel corso della partita. Questi potenziamenti possono essere attivati solo qualora la corruzione abbia sopraffatto Ash riportandolo allo stadio primordiale. In questi frangenti si otterrà l'accesso a un albero delle abilità che darà modo di attivare alcuni vantaggi, come ad esempio un numero più elevato di Fiamme della Speranza da gestire per cercare rimanere più a lungo in partita, l'opportunità di godere di una consistente scorta di legname già stivata nell'inventario ancora prima di muovere i primi passi per la mappa, e così via.
Inizialmente si dispone a malapena di un rifugio e tutto il resto bisogna guadagnarselo un passo alla volta con il sudore della fronte e tanto, ma tanto olio di gomito. Il singolare inverno post apocalittico in cui ci spinge Fade to Silence rende indispensabile provvedere innanzitutto all'accensione di un fuoco onde evitare di morire assiderati. Tra gli indicatori da tenere monitorati c'è però anche quello che indica il livello di nutrizione del personaggio. Nelle fasi più avanzate diventerà però indispensabile tenere d'occhio anche una terza voce che segnala l'imminente attacco del villaggio ad opera delle forze nemiche. Insomma, per avere successo in Fade to Silence si rende necessario provvedere prima di tutto al proprio sostentamento, raccogliere risorse a più non posso e infine prodigarsi per edificare un luogo più sicuro dove rifugiarsi quando la situazione si fa improvvisamente più ardua da padroneggiare; ad esempio quando per le pianure innevate iniziano a imperversare vere e proprie tormente in grado di far crollare le temperature fino a -90 gradi, oppure quando capita di finire nel mirino dell'ammasso di rottami sotto il controllo della corruzione, che si sposta nei cieli lasciando cadere a terra carcasse di automobili e altri oggetti alquanto pericolosi per l'incolumità del giocatore. In definitiva Fade to Silence impone di ragionare in modo molto pragmatico, di procedere a piccoli passi, lasciando prevalere la concretezza rispetto agli inevitabili rischi che la progressione ci sbatte in faccia. Sì, perché sebbene a prima vista il titolo realizzato da Black Forest Games possa sembrare molto punitivo e alquanto articolato da gestire - anche in virtù di una vasta gamma di variabili da dover considerare - gli elementi per rendere un po' più sicura la propria permanenza nel gioco ci sono eccome. Per dirla in altre parole, Fade to Silence è un gioco duro ma è anche un gioco giusto, dove una corretta pianificazione strategica viene puntualmente premiata da una maggiore stabilità della partita stessa.
Componente gestionale: un villaggio da preservare a costo della vita
In Fade to Silence la sopravvivenza passa pure dalla costruzione e gestione di una piccola comunità autosufficiente. Si parte dalle normali capanne per arrivare a strutture via via più complesse come l'opificio, la fucina o il centro medico. Non mancano nemmeno strumenti come mura di cinta, mortai e balestre, utili a migliorare le proprie capacità di difesa. Ciascuna di queste unità richiede l'impiego di un determinato quantitativo di risorse recuperabili attraverso l'esplorazione, e possibilmente la presenza di alleati in grado di sfruttarne appieno le potenzialità. Nel corso della partita capita infatti di imbattersi in altri sopravvissuti e li si può invitare a trasferirsi nel proprio villaggio per contribuire alla causa. Ognuno di essi gode di talenti specifici, perciò bisogna cercare di creare un team dotato di competenze variegate per ottimizzare le tempistiche e la produzione dei materiali. I territori selvaggi garantiscono un'ampia gamma di opportunità per cacciare, raccogliere legname ed estrarre metalli, ma questi punti nevralgici hanno vita abbastanza breve, inducendo il giocatore a spingersi sempre più lontano dal suo rifugio, con tutti i rischi che questo comporta. In questo senso svolge un ruolo molto importante la slitta, che può essere fabbricata dopo aver addomesticato almeno una coppia di lupi. In questo modo è possibile iniziare a muoversi per l'area di gioco con maggiore celerità, avendo il vantaggio di immagazzinare quantità più consistenti di risorse ad ogni nuovo viaggio intrapreso tra i ghiacci.
Come detto, Ash è legato a doppio filo alla corruzione, e perciò è l'unico individuo che può tentare di estirparla dal mondo di gioco. Proprio in virtù di questa sua prerogativa la mappa è costellata di aree da bonificare; per avere successo bisogna tenere presente i pericoli derivati dalla presenza di temibili creature, come pure l'usura fisica a cui viene inevitabilmente sottoposto il protagonista. Sebbene sul piano della sopravvivenza e della gestione delle risorse Fade to Silence faccia bene il suo dovere, il titolo di Black Forest Games presta suo malgrado il fianco a diverse pecche. A partire dalla consistenza del sistema di combattimento, che prova a seguire lo stile dei soulslike con magri risultati. Ash è in grado di equipaggiare una sola arma da mischia utilizzabile con un attacco semplice o un colpo caricato, mentre in fase difensiva può affidarsi alla normale parata o alla schivata. In alternativa ha a disposizione l'arco, utile sia per la caccia che per gli scontri dalla media e lunga distanza. Per quanto si intraveda la volontà di rendere il gioco stimolante anche da questo punto di vista, il combat system di Fade to Silence si è dimostrato eccessivamente legnoso e non particolarmente stimolante da utilizzare, complice la scarsa varietà dei nemici e l'impossibilità di attivare ulteriori combinazioni di colpi che possano in qualche modo rendere l'approccio un po' più variegato. Tra le note dolenti di Fade to Silence non si può fare a meno di citare anche il comparto grafico, davvero molto arretrato se rapportato a quelli che sono gli standard delle produzioni contemporanee. Troviamo peraltro che si sarebbe potuto fare di meglio anche per quanto riguarda la qualità dei (pochi) dialoghi tra i personaggi, data la presenza di un sistema a risposte multiple e un criterio di crescita della fiducia solo abbozzati. Abbiamo invece trovato apprezzabile la scelta di introdurre il supporto di una modalità cooperativa online per due giocatori, che in un prodotto dotato di questa struttura calza davvero a pennello.
Conclusioni
La nostra impressione iniziale ha trovato conferme: Fade to Silence mette davvero molta carne al fuoco, e prevedibilmente finisce per farlo con risultati altalenanti. Volendo azzardare un parallelismo con le caratteristiche intrinseche del gioco, è come stringere tra le mani del buon materiale ma ancora molto grezzo, che avrebbe richiesto più cura nella lavorazione per esprimersi al meglio del suo potenziale. Parliamo di un prodotto per certi versi interessante da giocare, ma allo stesso tempo piagato da oggettive carenze che si palesano nel momento in cui si viene chiamati a valutare la qualità del sistema di combattimento, la struttura della mappa di gioco e la consistenza delle missioni da portare a termine. A ciò si aggiunge una realizzazione tecnica davvero arretrata per un titolo che viene proposto sul mercato nel 2019. Eppure, pur con tutti i difetti appena elencati, Fade to Silence riesce lo stesso a tenere per larghi tratti il giocatore incollato alla partita, in virtù di meccaniche di sopravvivenza e gestione della base che funzionano a dovere.
PRO
- Dinamiche survival molto ricche
- Costruzione/difesa della base
- Raccolta risorse e crafting
CONTRO
- Combat system legnoso
- Graficamente brutto da vedere
- Missioni poco incisive