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Greak: Memories of Azur, la recensione di un'avventura fiabesca ricca di idee

L'avventura di tre fratelli in un mondo fiabesco, questo è Greak: Memories of Azur, titolo prodotto da Team17 di cui state per leggere la recensione

RECENSIONE di Simone Pettine   —   13/08/2021
Greak: Memories of Azur
Greak: Memories of Azur
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Un vecchio proverbio dice che l'unione fa la forza: certo, dipende da chi si unisce, ma quasi sempre è così. Anche nei videogiochi ovviamente: da The Lost Vikings al più recente Trine, sono tanti i titoli che hanno fatto della cooperazione tra più eroi il proprio asse portante.

La recensione di Greak: Memories of Azur, da questo punto di vista, non può che ricordare come la formula funzioni ancora benissimo, anche quando a controllare i protagonisti è un singolo giocatore. Non per forza, infatti, occorre la cooperativa in locale o online e infatti Greak: Memories of Azur è stato pensato da Team17 come un'avventura in solitaria.

Ed è una di quelle di cui vi ricorderete anche in futuro, in virtù di diverse caratteristiche che la rendono un piccolo gioiellino.

Trama: tre fratelli, un’unica missione

La trama di Greak: Memories of Azur è affascinante quanto i suoi luoghi
La trama di Greak: Memories of Azur è affascinante quanto i suoi luoghi

La narrazione fiabesca di Greak: Memories of Azur era intuibile sin dal trailer di annuncio, e viene più volte ribadita da filmati in stile anime che inframmezzano, ma senza alcun contrasto o fastidio, le sessioni di gioco. La trama è quindi una componente fondamentale del titolo sviluppato da Navegante Entertainment benché, va sottolineato, non brilli in quanto ad originalità. Il continente che ospita anche le terre di Azur un tempo era prospero, pacifico, pieno di vita: ma poi è saltata fuori la piaga, una malattia che corrode tutto e tutti. Con essa sono arrivati anche i nemici dei pacifici Courine, ovvero gli Urlag.

L'equilibrio del mondo è ormai definitivamente compromesso: con gli Urlag che avanzano e conquistano sempre nuovi territori, ai Courine non resta altro che abbandonare le proprie terre e cercare fortuna altrove. Le vicende del loro popolo si intrecciano alla missione particolari di tre fratelli, Greak (che dà il nome anche al gioco stesso), Adara e Raydel. Separati da alcune vicissitudini belliche, i tre fratelli devono dapprima ritrovarsi, poi aiutare il gruppo dei superstiti ad abbandonare Azur grazie ad una brillante invenzione: un dirigibile gigante. Le prime tre ore di gioco sono dedicate al recupero dei due fratelli dispersi ad opera di Greak, poi tutti procedono assieme nel compimento della propria storia.

Greak: Memories of Azur, due dei tre fratelli in azione
Greak: Memories of Azur, due dei tre fratelli in azione

Naturalmente, mano a mano che si procede, vengono svelati molti segreti relativi al mondo di Azur e al popolo dei Courine: la gestione degli elementi narrativi non è però sempre ben dosata. In alcuni momenti vengono dette tante cose (anche troppe) su popoli, terre e storia; in altri sembra che sia fondamentale trovare determinati oggetti e collezionabili per ricostruire ciò che è stato lasciato in sospeso. Tutto ciò garantisce comunque l'esplorazione progressiva di un mondo credibile, fiabesco e ben caratterizzato, al pari dei personaggi che lo abitano.

Gameplay: le tante anime dei Courine

Più generi si incontrano nel gameplay di Greak: Memories of Azur
Più generi si incontrano nel gameplay di Greak: Memories of Azur

Formalmente Greak: Memories of Azur viene presentato come un titolo single player a scorrimento orizzontale: definizione troppo semplicistica, che non rende conto della presenza di vari stili di gioco nel gameplay, i quali funzionano sempre in sinergia. Da questo punto di vista infatti, la produzione cerca di essere tante cose insieme: un action game, perché si combatte spesso; un metroidvania, perché si deve tornare in molti ambienti già visti, dove prima alcuni punti risultavano inaccessibili; un RPG, perché tutto sommato i personaggi apprendono nuove mosse di combattimento, gestiscono un inventario, e via dicendo; un platform, perché le sessioni dense di piattaforme sono tante; e infine un puzzle game con enigmi ambientali, alcuni dei quali molto ben congegnati.

Tutti questi elementi coesistono nello stesso momento: e ciò, unitamente alla narrazione e alla direzione artistica, dovrebbe accontentare un po' tutti i giocatori; bisogna però tenere conto che il livello di difficoltà non è particolarmente ostico ma neppure eccessivamente semplificato. Bisogna salvare spesso, perché si muore, e quando succede si perdono anche tutti i progressi fatti fino a quel momento, dialoghi con gli NPC inclusi. Questo significa che dovreste pensarci due volte prima di consegnare Greak: Memories of Azur ad un bambino, dato che potrebbe tranquillamente rimanere bloccato dopo pochi minuti, soprattutto se non è in grado di leggere le indicazioni a schermo, a volte dirette, altre volte celate nei dialoghi dei personaggi presenti. A questo proposito, vale la pena ricordare che tutti i testi a schermo sono in lingua italiana, e che gli esseri viventi (fatta eccezione per la voce narrante, che usa l'inglese) non parlano se non tramite balloon.

L’importanza del gioco di squadra

Greak: Memories of Azur, si può nuotare, ma a vostro rischio e pericolo
Greak: Memories of Azur, si può nuotare, ma a vostro rischio e pericolo

Benché pensato per un giocatore singolo, Greak: Memories of Azur ricorda in ogni momento l'importanza del gioco di squadra. Difatti senza imparare bene cosa può fare ogni singolo membro della famiglia di Greak, non andrete troppo lontano. A parte il protagonista, che va bene un po' in ogni situazione perché molto versatile, dalla metà del titolo in poi avrete bisogno del supporto fondamentale e irrinunciabile della sorella Adara e del più anziano Raydel per avanzare. Ad un certo punto gli enigmi ambientali richiederanno il loro utilizzo simultaneo, così come gli scontri con i boss (che sono tanto complessi quanto appaganti).

Se Greak è abile con la spada, veloce e in grado di eseguire il salto sulle pareti, gli altri due fratelli non se la cavano male. La sorella minore, Adara, è dotata di poteri oracolari - telecinetici. Può levitare per alcuni secondi in aria, in direzione orizzontale o verticale, e lanciare proiettili energetici. Raydel invece è il veterano, il soldato della situazione: quindi non solo si rivela perfetto per il combattimento corpo a corpo, ma può utilizzare lo scudo a disposizione per arrestare raggi e pericoli di determinati ambienti.

Ogni personaggio è legato ad un tasto della croce direzionale del DualSense, ma è anche possibile chiedere a quello più vicino di raggiungervi (R2) oppure potreste spostare tutto il party assieme tenendo premuto L2 durante il movimento. Il problema è che questo funziona bene se le distanze sono brevi e prive di ostacoli: già in caso di salti tra piattaforme è all'ordine del giorno perdersi qualcuno per strada.

Greak: Memories of Azur, attenzione agli attacchi nemici!
Greak: Memories of Azur, attenzione agli attacchi nemici!

Fastidiosissima è poi la meccanica che impone il game over in seguito alla morte di qualsivoglia membro del gruppo, anche di uno che non stavate controllando in quel determinato momento. Può accadere infatti che il giocatore scelga di lasciare Adara da parte, per esplorare un po' il dungeon o l'ambiente circostante con il più versatile Greak; ma se i nemici si rigenerano (e lo fanno, spesso anche senza una logica precisa) possono attaccare Adara, che si difenderà da sola con il controllo della non sempre performante intelligenza artificiale. Senza entrare eccessivamente nello specifico, perché sono tante le situazioni che potremmo citare, il gioco di quadra di Greak: Memories of Azur è anche il suo principale problema: funziona quasi sempre, ma comunque esige una particolare attenzione, e quando scopre il fianco rende l'avventura frustrante.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
8.2
Lettori (9)
6.7
Il tuo voto

Greak: Memories of Azur è un'avventura deliziosa, la quale attinge a piene mani da tanti stili di gioco e generi differenti. C'è un po' di metroidvania, molto platform, quasi sempre azione, e non mancano enigmi ambientali, dai più semplici e intuitivi ad altri discretamente complessi. L'elemento originale della produzione consiste nell'utilizzo di una squadra di tre personaggi principali, ognuno dotato di poteri specifici: il giocatore deve tenere conto di tutti e tre nello stesso momento per poter avanzare nei dungeon e sconfiggere il boss di turno. A tutto ciò si unisce una direzione artistica deliziosa, tempi di caricamento inesistenti su PlayStation 5, e un utilizzo non perfetto ma funzionale del DualSense. Greak: Memories of Azur è quel gioco al quale il vostro cuore, entusiasta, vorrebbe subito assegnare un 9; ma è la mente che deve insindacabilmente intuirne e rilevarne anche i difetti. I quali, comunque, non gli impediscono di portare a casa un otto pieno, e anche qualcosa in più.

PRO

  • Artisticamente delizioso
  • Alcuni enigmi ambientali sono interessanti
  • Mondo di gioco ispirato e affascinante

CONTRO

  • Molto breve
  • Controllo simultaneo di tre personaggi a volte frustrante
  • Sfrutta il DualSense, ma senza sforzarsi troppo