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Gunfire Reborn, la recensione di uno shooter roguelite promettente

Dopo aver convinto un po' tutti su Steam, Gunfire Reborn approda anche su console uscendo prima su Xbox Game Pass: vediamo com'è in questa recensione.

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   27/10/2022

Uscito in mezzo a un periodo decisamente pieno di giochi di rilievo, anche per quanto riguarda il catalogo di Xbox Game Pass, è facile che questo titolo possa passare inosservato, per questo ci interessa parlarne nella recensione di Gunfire Reborn. Il gioco di Duoyi Games è presente da quasi un anno su Steam dove ha già raccolto ampi consensi, come dimostrano le recensioni generalmente molto positive degli utenti, ma arriva soltanto ora su console e in particolare su Xbox Series X|S e Xbox One, con un lancio direttamente all'interno del catalogo di Game Pass. Ed è un'aggiunta di rilievo, nonostante possa non sembrarlo a prima vista, che merita di essere provata e approfondita per quanto sia arrivata in un periodo in cui l'attenzione è rivolta ad altre uscite di grosso calibro.

Si tratta di uno sparatutto in prima persona con una struttura roguelike (o meglio "rogue-lite") che ha per protagonisti vari animali antropomorfi dotati di caratteristiche e abilità diverse, impegnati nell'esplorazione di dungeon composti da livelli progressivi.

Detto così, pare semplicemente un altro dei tanti esperimenti più o meno indie visti andare in questa direzione da qualche anno a questa parte, e in effetti non si può dire che Gunfire Reborn si discosti più di tanto da quanto visto fare da molti altri titoli, ma è l'ottima esecuzione e il modo in cui i vari elementi si compongono perfettamente tra loro a caratterizzare questa esperienza e farla risaltare in maniera notevole rispetto al mare di altre proposte simili, e non è cosa da poco.

Diciamo la verità: è difficile farsi conquistare a prima vista da immagini e video di Gunfire Reborn, e la genericità del nome non aiuta nemmeno in questo senso, ma nonostante si faccia fatica a trovarvi qualche elemento originale, il lavoro effettuato sul bilanciamento e la rifinitura delle meccaniche lo rendono una scelta altamente consigliata a chiunque non disdegni la meccanica del loop in stile roguelike.

Animali combattenti e miti orientali

Gunfire Reborn, alcuni degli eroi giocabili
Gunfire Reborn, alcuni degli eroi giocabili

Non c'è proprio una grande attenzione per la storia in Gunfire Reborn, eppure il mondo messo in scena ha qualcosa di magico, ispirandosi alla mitologia cinese e alle leggende del continente asiatico, come si conviene alle origini del team Duoyi Games. Ci sono sei eroi rappresentati da animali antropomorfi che, per un motivo o un altro, devono esplorare quattro aree composte da diversi livelli progressivi, costruiti in maniera procedurale e con un boss alla fine di ogni zona. Questo è quanto e non c'è molto da aggiungere sul fronte narrativo, ma è quello che succede esplorando questi livelli ciò che ci interessa esaminare, perché basta una corsa singola nella tomba di Longling (il primo mondo esplorabile) per cadere in un gorgo da cui è difficile uscire.

I quattro mondi si presentano caratterizzati da ambientazioni molto diverse tra loro, ma ognuno di questi è a sua volta suddiviso in 4 o 5 livelli a difficoltà crescente, costruiti in maniera random ma seguendo degli elementi reiterati in base agli scenari, arrivando fino all'arena contenente il boss, solitamente abbastanza impegnativo da richiedere varie run successive per raggiungere il giusto livello di esperienza e abilità richiesto per batterlo.

La grafica di Gunfire Reborn è semplice, ma di impatto
La grafica di Gunfire Reborn è semplice, ma di impatto

Ogni livello propone varie ondate di nemici da abbattere, caratterizzati da diverse tipologie specifiche per ogni mondo d'appartenenza, ma tutti più o meno ispirati al folklore e alle tradizioni cinesi, sebbene rappresentati in maniera decisamente cartoonesca. Anche la selezione del personaggio segue una logica progressiva: all'inizio ce n'è uno solo disponibile da subito, mentre gli altri si possono ottenere raggiungendo livelli di esperienza più avanzati oppure spendendo ingenti somme di Essenza dell'Anima, fortunatamente senza micro-transazioni con denaro reale.

Ogni eroe modifica in maniera sensibile il gameplay, visto che gli stili di combattimento sono piuttosto diversificati, al di là dell'uso comune delle armi da fuoco, cosa che può ulteriormente variare con le differente scelte che si possono fare nell'evoluzione di ognuno, attraverso gli skill tree.

Progressione costante e non

Gunfire Reborn, un momento di scontro a fuoco nel deserto
Gunfire Reborn, un momento di scontro a fuoco nel deserto

Come abbiamo detto in altri casi, ci sono essenzialmente due pilastri da considerare quando si ha a che fare con giochi di questo tipo: la meccanica di combattimento e quella della progressione dei personaggi, e Gunfire Reborn riesce perfettamente in entrambi gli ambiti. L'avanzamento è quello tipico del rogue-lite, con parte dei progressi che viene trasferita da una partita all'altra a fronte della perdita di tutti i power-up e le armi raccolte nel corso della partita, una volta raggiunto il game over che ci costringe a riavviare l'esplorazione dall'inizio. I livelli sono pieni di loot di vario tipo, tra elementi rilasciati dai nemici abbattuti e casse da aprire, oltre a sezioni bonus che propongono sfide aggiuntive per ricompense rare, ma tutti questi elementi - con gli eventuali potenziamenti acquistati - restano a disposizione solo durante la run in corso, salvo lo sblocco di abilità particolari che consentano di trasferire alcune di queste caratteristiche, mentre la progressione permanente riguarda soprattutto i talenti.

Il sistema dei talenti si basa su 5 skill tree paralleli, più uno lineare e legato allo specifico eroe utilizzato, mentre gli altri sono genericamente applicati a tutti i personaggi.

Gunfire Reborn: gli skilltree dei talenti
Gunfire Reborn: gli skilltree dei talenti

Con l'essenza dell'anima conquistata durante i vari tentativi è possibile sbloccare le nuove abilità collocate sui vari alberi, tutte passive e volte a incrementare l'efficacia nell'uso delle armi, delle abilità speciali e delle capacità di sopravvivenza ed esplorazione. Questi elementi si accumulano e rimangono di partita in partita, rappresentando dunque gli elementi base della progressione nel gioco e innescando la classica dinamica del genere che ci vede diventare sempre più potenti e capaci a ogni tentativo.

È un sistema piuttosto profondo: gli skill tree sono molto lineari e non consentono grande personalizzazione, ma la quantità di elementi da sbloccare e soprattutto la varietà nelle caratteristiche di base dei personaggi da conquistare rendono l'evoluzione di questi molto interessante.

Meccanica shooter e basi del gameplay

Gunfire Reborn: il primo boss
Gunfire Reborn: il primo boss

La meccanica base del gameplay è quella classica degli sparatutto in prima persona basati sull'azione veloce e una giusta combinazione tra l'uso di armi diverse e abilità di supporto, con salti e strafe a garantire qualche manovra evasiva. L'azione funziona bene e diverte, soprattutto grazie all'ottima sensazione che restituiscono le armi, nel cosiddetto "gunplay": nonostante la caratterizzazione cartoonesca e ben poco realistica, gli sviluppatori sono riusciti a costruire una dinamica shooter ben funzionante, caratterizzata da una buona risposta delle armi, con movimenti, effetti e rinculo credibili al di là della fantasiosità dell'arsenale. Di base si rileva un'assistenza alla mira fin troppo accentuata, ma è comunque possibile disattivarla per trovare la migliore impostazione per ogni gusto.

Le armi seguono dei modelli principali (pistole, fucili a corto o lungo raggio, armi a energia elementale, balestre, pugnali e altro, oltre a esplosivi) ma hanno caratteristiche che variano anche su base random, con l'applicazione di poteri aggiuntivi che le rendono uniche e tutte potenziabili pagando il giusto prezzo all'"artigiano" che è possibile trovare in giro per i dungeon. Ne possono essere trasportare tre al massimo, di cui una è fissa (la pistola iniziale), dunque è importante imparare a conoscerle e utilizzare quelle giuste per ogni situazione.

Per andare avanti in Gunfire Reborn è indispensabile alternare l'uso delle armi alle abilità speciali, soprattutto usando alcuni dei personaggi più avanzati che puntano molto su questo aspetto. Queste funzionano come una sorta di attacco alternativo con effetti diversi a seconda dell'eroe scelto e possono essere potenziate sia attraverso i talenti fissi, sia attivando le pergamene raccolte durante le run.

Gunfire Reborn: la Tomba di Longling è la prima ambientazione del gioco
Gunfire Reborn: la Tomba di Longling è la prima ambientazione del gioco

Oltre a questo, un altro aspetto caratteristico del gioco è l'uso dei poteri elementali fulmine, fuoco e corrosione, che possono essere associati all'abilità speciale o alle armi stesse: la cosa particolare è che questi poteri possono essere combinati fra loro, determinando effetti diversi e aggiuntivi rispetto a quelli base e applicando un ulteriore elemento tattico al combattimento.

A tutto questo si aggiunge ovviamente il multiplayer cooperativo, elemento di grande importanza. Il gioco può essere tranquillamente vissuto in single player senza che l'esperienza sia minata da una struttura che prevede necessariamente l'intervento di altri giocatori, ma nelle fasi più avanzate e caotiche è chiaro come le mappe e le situazioni siano studiate per comprendere un numero maggiore di combattenti in azione, cosa che ovviamente incrementa anche il divertimento.

Un mondo piacevole ma poco interessante

Gunfire Reborn: i nemici potrebbero essere ispirati all'esercito di terracotta dell'imperatore Qin
Gunfire Reborn: i nemici potrebbero essere ispirati all'esercito di terracotta dell'imperatore Qin

La caratterizzazione cartoonesca, fatta di cel-shading e animali antropomorfi, riesce piuttosto bene a dare un'identità peculiare a Gunfire Reborn, ma il mondo di gioco non risulta mai particolarmente interessante e approfondito. La narrazione non è chiaramente un elemento di forza in questo titolo, e nemmeno necessario per poterlo godere appieno, ma sicuramente un maggiore interesse sui retroscena dei personaggi e sulla particolare costruzione dell'ambientazione, avrebbe reso tutto più interessante. Tanto più che i rimandi alla mitologia cinese rappresentano un'ottima base di partenza per costruire una lore interessante, ma questi rimangono sostanzialmente limitati a un indirizzo artistico generale, più che caratteristiche sfruttate per un world building approfondito. È un peccato perché un maggiore carisma avrebbe sicuramente giovato, così come ha funzionato benissimo per Hades, per fare un esempio illustre.

Stilisticamente, la scelta adottata per la grafica riflette anche la necessità di far funzionare il gioco con performance ottimali su qualsiasi piattaforma, oltre ad avere a che fare anche con le dimensioni piuttosto contenute della produzione. Un altro effetto positivo di questa semplicità generale nella rappresentazione è la notevole pulizia e chiarezza dell'azione: si ha sempre una visione precisa di quello che accade sullo schermo anche nei momenti di maggiore caos, con una perfetta visibilità sui colpi degli avversari e su quelli che riusciamo a mettere a segno. Nella build testata, il gioco ha anche un counter dei frame al secondo in un angolo dello schermo e questo mostra sempre numeri notevoli, anche se difficilmente confermabili: si arriva anche a 200 FPS e in azione rimane sempre almeno sopra i 100, ma c'è da dire che varia in continuazione, anche se questo non risulta particolarmente percepibile.

Conclusioni

Versione testata Xbox Series X
Digital Delivery Steam, Xbox Store
Prezzo 16,79 €
Multiplayer.it
8.2
Lettori (9)
8.0
Il tuo voto

Gunfire Reborn non inventa nulla, ma raffina e bilancia al meglio il misto di elementi che compongono la struttura ibrida dello sparatutto roguelite trovando un equilibrio praticamente perfetto tra dinamica shooter divertente e progressione profonda ma intuitiva. Ci vuole poco a farsi risucchiare nel suo meccanismo e una volta accaduto è difficile uscirne, cadendo vittime del classico sortilegio di "ancora una partita e smetto". Ovviamente la struttura è inevitabilmente ripetitiva e la mancanza di mordente in termini di storia e ambientazione potrebbe farsi sentire, una volta che l'attrattiva per il gameplay puro e semplice comincia a calare, ma questo avviene solo dopo sessioni di notevole durata e la voglia di tornare ad eliminare orde di nemici riemerge facilmente a distanza di poco tempo.

PRO

  • Subito divertente e coinvolgente come meccanica shooter
  • Progressione piuttosto standard ma irresistibile
  • Grande varietà di personaggi e armi utilizzabili

CONTRO

  • Ambientazioni e situazioni di gioco non sono molte e ovviamente si ripetono
  • Nulla di particolarmente originale
  • Storia e "lore" un po' troppo abbozzati, anche se sono elementi secondari