Con la recensione dell'Intel Core i5-12600K ci troviamo a valutare la CPU entry level della dodicesima generazione di processori Intel, inevitabilmente meno potente dei fratelli maggiori, anche nel caso del gaming, ma al contempo meno costoso e quindi più adatto alla classica configurazione pensata per giocare, studiare e dare sfogo alla creatività pur non avendo la necessità di una potenza di calcolo di un Intel Core i9-12900K, pensato per i creatori di contenuti più esigenti.
Non è il caso, comunque, di sottovalutare le capacità di calcolo di questo processore. Se alla base ci sono gli ormai classici 6 core e 12 thread delle soluzioni di fascia media, ad affiancarli troviamo anche 4 core ad alta efficienza che portano il numero complessivo di thread a 16. Gli stessi quindi del modello di punta della generazione precedente, l'11900K, ai quali vanno aggiunti le novità dell'architettura Alder Lake che rappresenta un nuovo punto di partenza per i processori Intel.
Caratteristiche hardware
Alla base dell'Intel Core i5-12600K ci sono 6 P-core Golden Cove con Hyper-Threading che promettono prestazioni del 19% superiori ai core della generazione precedente. Notevole se si considera che la frequenza in Turbo Boost identica a quella dei core dell'Intel Core i5-11600K, con 4.9 GHz di picco e 4.5 GHz all-core, e quella di base sia inferiore di 200 MHz, partendo da 3.7 GHz. Ma di mezzo c'è una nuova architettura che oltre a rinnovare interconnessione, cache e gestione del carico, porta in dote 4 E-core Gracemont aggiuntivi, chiamati anche Efficient-core, che nonostante siano raggruppati in un cluster e siano pensati per consumi contenuti, vantano una potenza superiore dell'1% ai più veloci core della decima generazione di processori Intel. Non male considerando un clock base di 2.8 GHz e un clock di punta dichiarato di 3.6 GHz, benché all'atto pratico lavorino a 3.7 GHz.
Il calo dei core rispetto all'Intel Core i9-12900K comporta anche il calo della Cache L3, che ammonta a 20 MB, e della Cache L2, che si ferma a 9.5 MB, ma il corredo non cambia. Tutte le CPU Alder Lake supportano in modo nativo fino a 128 GB di memorie DDR4 a 3200 MHz o DDR5 a 4800 MHz, sfruttano un collegamento DMI x8 e dispongono di 20 linee PCIe 5.0, di cui 16 a disposizione del sistema. Ed è la stessa anche la GPU integrata Intel UHD Graphics 770 da 32 Execution Unit e 256 streaming processor, anche se in una variante che si ferma a 1450 MHz di clock massimo contro i 1550 MHz della GPU dell'Intel Core i9-12900K. Ma si tratta di differenze minime per una soluzione grafica modesta che guarda alla risoluzione 900p, con anche alcuni compromessi.
A mancare nel caso di questo modello è il Turbo Boost Max 3.0 per core ad alte prestazioni che, lo abbiamo detto, arrivano a un massimo di 4.9 GHz su due core. Parliamo quindi di 300 MHz in meno rispetto al top di gamma della serie per i core di punta e di 200 MHz in meno per quelli ad alta efficienza, ma parliamo anche di un tetto di 150 W per il PL2, ora chiamato Maximum Turbo Power, contro i 241 W del modello di punta. I consumi restano consistenti, ma si tratta chiaramente di processori pensati molto meglio dei precedenti e sono in grado di garantire miglioramenti netti in termini di temperature, potenza bruta e prestazioni single thread. Prima di parlare dei test però, facciamo un sunto dell'architettura, rimandandovi alla descrizione particolareggiata che trovate nella nostra recensione dell'Intel Core i9-12900K.
Scheda tecnica Intel Core i5-12600K
- Architettura: Alder Lake-S
- Processo produttivo: Intel 7 a 10 nanometri Enhanced Superfin
- Core: 6 P-core ad alte prestazioni con 12 thread, 4 core E-core ad alta efficienza (16 thread totali)
- Cache: L2 condivisa: 9.5 MB / L3 Smart Cache: 20 MB
- Frequenze P-core: base 3700 MHz, boost 4900 MHz
- Frequenze E-core: base 2800 MHz, boost 3600 MHz
- GPU integrata: Intel UHD 770 con architettura Xe
- RAM: fino a 128 GB dual channel / DDR4 3200 MHz - DDR5 4800 MHz
- Consumi: 125 W Processor Base Power / 150 W Maximum Turbo Power
- Prezzo: 289$ - 264$ variante KF senza grafica integrata
Architettura Alder Lake
L'utilizzo di core ibridi e l'aumento di unità di calcolo sono solo una parte delle novità dell'architettura Alder Lake, qui nella versione desktop Alder Lake-S. I nuovi processori Intel possono contare su una cache più ampia, latenze ridotte e un nuovo sistema di gestione del carico, chiamato Intel Thread Director, che è integrato direttamente nella CPU ed è pensato per gestire il lavoro dei core tenendo conto di temperature, priorità e consumi. Tutto questo comunicando direttamente con il sistema operativo per massimizzare le prestazioni e fare in modo che gli E-core sgravino i P-core dai calcoli in background per aumentare la reattività del sistema e le prestazioni nel multitasking con applicazioni come OBS, Handbrake e via dicendo.
Per far funzionare tutto senza colli di bottiglia, Intel ha rivisto completamente la comunicazione interna mettendo a disposizione del sistema tre interfacce di connessione dedicate che godono di algoritmi avanzati per la gestione del lavoro intelligente. D'altronde parliamo di CPU pensate per adattarsi anche al mobile in funzione di latenze, temperature e consumi. In prima fila c'è Compute Fabric che mette a disposizione 1000 GB/s di banda per il traffico tra la memoria e il complesso di core, eventuale GPU integrata e cache LLC. I/O Fabric si occupa invece del trasferimento dati con 64 GB/s di banda, ripartiti ovviamente a seconda delle richieste di sistema. Memory Fabric infine, è ovviamente legata alla memoria, con 204 GB/s di banda. A questo vanno poi aggiunti le nuove memorie DDR5 con un aumento di banda del 50%, l'interfaccia PCIe 5.0 che raddoppia la velocità rispetto alla precedente, un branch target buffer raddoppiato, un nuovo motore out-of-order per gestire al meglio le istruzioni singole e ovviamente il processo produttivo a 10 nanometri Enhanced SuperFin, chiamato Intel 7, che aiuta nelle temperature. In quest'ottica però, c'è anche la riduzione dello spessore del die e dello strato di materiale dissipante saldato che hanno permesso agli ingegneri Intel di aumentare sensibilmente lo spessore del dissipatore integrato.
Tra le novità delle memorie DDR5 troviamo rail per i voltaggi principali integrati direttamente nei moduli di memoria, supporto dual channel incorporato nel singolo modulo e il nuovo standard XMP 3.0 che aumenta lo spazio per i profili, che passano da 2 a 5, e i nomi che li identificano, ora più chiari. Guarda invece al futuro lo standard PCIe 5.0, al momento utile più che altro per aumentare la banda di sistema vista anche la mancanza di unità SSD PCIe 5.0 consumer. Non è un caso che la GIGABYTE Z690 AORUS PRO non includa opzioni a riguardo e si accontenti di un solo slot PCIe 5.0, che limita le possibilità di upgrade in relazione a schede di espansione con slot M.2 PCIe 5.0, ma garantisce comunque tutte le opzioni necessarie per una configurazione da gioco di fascia alta.
Pur non essendo un modello di lusso, la scheda madre GIGABYTE Z690 AORUS PRO incorpora un robusto VRM da 16+1+2 in funzione dell'overclock di processori pensato per aumentare i margini di aumento delle frequenze consentendo di gestire ogni singolo parametro, a partire dal clock di ogni core per arrivare al clock della cache e della memoria. Tutto in tempo reale da Windows grazie alla nuova versione dell'ottimo software Intel Extreme Tuning Utility. Inoltre la nuova AORUS, che nella versione DDR5 costa 40 dollari in più del modello DDR4, sfoggia un voluminoso ed elegante raffreddamento sul chipset, un grosso dissipatore anche sugli slot M.2 secondari e una connettività notevole tra uscita video DisplayPort, ben 4 slot M.2 PCIe 4.0 x4, uscita audio ottica, WiFi 6 dual band, Ethernet 2.5G, una valanga di porte USB e doppia porta Thunderbolt 4.
Scheda tecnica GIGABYTE Z690 AORUS PRO
- Chipset: Intel Z690
- Processori supportati: Intel 12th Gen Alder Lake su socket LGA1700
- VRM:
- Supporto RAM: 4x slot DDR5 per moduli DIMM fino a 32 GB (max totale 128 GB)
- Frequenze RAM: nativa 4800 MHz, OC 6200 MHz OC
- Slot PCIe: 1x PCIe 5.0 x16, 2x PCIe 3.0 x16
- Codec audio: Realtek ALC4080
- Supporto multi-GPU: AMD Quad-GPU CrossFire/ 2-Way AMD CrossFire
- Connettività di rete: Wi-Fi 6 AX200 2x2, Bluetooth 5.2, Ethernet Intel 2.5GbE
- Connettività video/audio: 1x DisplayPort 1.2 (max 4K 60 Hz), 5X audio da 3.5 mm
- Connettività USB backpanel: 2x USB Thunderbolt 4 Type-C, 6x USB 3.2 Gen 2 Type-A, 1x USB 3.2 Gen 2 Type-C, 2x USB 2.0 Type-A, 2 jack 3.5 mm, uscita ottica S/PDIF
- Connettività USB (header interno): 2x USB 3.2 Gen 2x2 (1 su header interno), 4x USB 3.2 Gen 2, 6x USB 3.2 Gen 1 (2 su header interno), 8x USB 2.0 (4 su header interno)
- Storage: 6X SATA 6Gb/s (supporto RAID 0, RAID 1, RAID 10), 4x M.2 PCIe 4.0 x4/x2 (il primario anche SATA)
- Dimensioni: formato ATX (30.5cm x 24.4cm)
- Prezzo: 329,99$
Prestazioni: benchmark sintetici e memorie
Come configurazione di prova abbiamo usato la NVIDIA GeForce RTX 3080 Ti Founders Edition, un dissipatore a liquido di fascia alta, 32 GB di memoria Kingston FURY Beast da 5200 MHz CL40 e la già menzionata GIGABYTE Z690 AORUS PRO, una scheda madre di fascia media che non si concede lussi ma non manca di Wi-Fi integrato, DisplayPort, un pizzico di illuminazione sul backpanel con la scritta RGB, svariate opzioni per l'overclock della memoria e soprattutto un VRM digitale da 16+1+2 fasi che è in grado di sostenere senza problemi anche l'Intel Core i9-12900K e lascia quindi spazio di manovra in abbondanza all'Intel Core i5-6700K.
Partiamo, comunque, dalle frequenze stock di un processore che, lo ricordiamo, appartiene alla fascia media ma ha lo stesso numero di thread dell'Intel Core i9-11900K, pur dichiarando un consumo decisamente più basso in Turbo Boost: pari a 150 W. Certo, 4 core sono ad alta efficienza, ma sono veloci all'incirca come quelli della decima generazione Intel e hanno un peso notevole sulle prestazioni, evidente dal punteggio 3DMark Time Spy a 13673. Non male considerando che l'Intel Core i9-11900K è arrivato a 12246 punti nei nostri test e si aggira intorno ai 12600 punti montato su schede di fascia alta, risultando comunque inferiore alla nuova opzione di fascia media Intel di 7.8 punti percentuali.
Stessa storia anche per gli altri test 3DMark e nel caso di CPU-Z che vede il nuovo modello di fascia media Intel vincere del 5.9% in multi-thread e imporsi anche in single thread, nonostante le frequenze più basse, con 768.8 punti e un vantaggio di ben 7.1 punti percentuali su quello che prima era il processore più veloce in single thread in circolazione. Il tutto a fronte di consumi sensibilmente inferiori e frequenze più basse che evidenziano il gran lavoro sull'architettura che ha ripercussioni anche nell'encoding nudo e crudo con il 12% di prestazioni in più in Handbrake che corrispondono a 187 FPS di media convertendo il nostro abituale video 1080p da 4 GB.
Inevitabile quindi un divario netto rispetto all'Intel Core i5-11600K, per una CPU che grazie ai core di supporto arriva a superare il suo diretto predecessore anche del 46%, garantendo miglioramenti anche superiori in multitasking e, di conseguenza, una reattività del sistema decisamente superiore. Non dimentichiamoci poi delle memorie DDR5 che secondo i test Intel garantiscono vantaggi, almeno in alcuni campi, anche fino al 6%. Purtroppo non abbiamo potuto confrontare con mano le nuove memorie con quelle della generazione scorsa, avendo tra le mani il modello DDR5 della GIGABYTE Z690 AORUS PRO che è disponibile anche in versione DDR4, ma abbiamo potuto confrontare le Kingston FURY Beast DDR5 5200 MHz CL40 con le Kingston FURY Beast DDR5 4800 MHz CL38, rilevando un buon vantaggio in favore delle prime nonostante la latenza superiore.
Parliamo infatti di punteggi superiori del 7.5% in PCMark 10, del 3.4% circa in 3DMark Time Spy, del 3.5% in 3DMark Fire Strike Ultra e dell'1.3% circa in 3DMark Time Spy Extreme, a chiara evidenza di come la nuova architettura Intel torni a valorizzare maggiormente il ruolo delle memorie. Nei giochi siamo nell'ordine di incrementi dell'1%, ma tanto ci è bastato per puntare sui moduli da 5200 MHz passando ai benchmark dedicati al gaming.
Prestazioni: giochi e overclock
In gioco l'Intel Core i5-12600K ci ha sorpreso in positivo ancora una volta, escludendo i problemi con Denuvo che purtroppo ci hanno impedito di provare Assassin's Creed Valhalla. In alcuni casi il vantaggio dell'Intel Core i9-12900K è evidente, ma sono molti i punteggi in cui il divario è minimo. Anzi, nel caso di Gears 5 c'è addirittura un piccolo incremento prestazionale, forse legato a qualche variabile indipendente dal gioco, ma comunque indicativo per un processore che nel gaming è molto vicino a CPU di fascia ben superiore, sia Intel che della concorrenza. Detto questo, le differenze con il top di gamma della serie Alder Lake ci sono e si sono fatte sentire con Watch Dogs: Legion e The Division 2.
Il divario maggiore nel caso dei titoli della nostra batteria è l'8.8% in meno in 1080p con The Division 2, ma il risultato più significativo riguarda i 97 FPS in Watch Dogs: Legion, in 1080p ma con risoluzione ridotta dal DLSS. In questo caso la differenza tra le due CPU è dell'8.5%, ovviamente in favore di quella di fascia più alta, ma quello che colpisce è il fatto che il punteggio in 1080p ottenuto dall'Intel Core i5-12600K sia superiore di un solo frame per secondo rispetto a quello 1440p. Ed è una prova tangibile del freno imposto dalla CPU alla GPU, almeno in alcuni giochi, che risulta comunque evidente anche nel caso dell'Intel Core i9-12900K. Passando al 1440p la differenza tra le due CPU scende a circa il 3% in 1440p, almeno nel caso di Watch Dogs a rimarcare come il punteggio massimo sia dovuto a un collo di bottiglia, ma resta marcata con The Division 2 con un 7.2% che mantiene un vantaggio tangibile anche in 4K, con un 4% di frame in più che ci ha spinto a tentare la via dell'overclock. Abbiamo infatti sguinzagliato i core dell'Intel Core i5-12600K ricorrendo alle opzioni avanzate del software Intel Extreme Tuning Utility, e li abbiamo trovati perfettamente stabili, senza bisogno di toccare i voltaggi, con un boost di 5.0 GHz su due core, una velocità di punta di 4.9 GHz su tutti i P-Core e una velocità di punta di 3.8 GHz su tutti e 4 gli E-core. Così facendo abbiamo visto il punteggio CPU-Z alzarsi di ben 9.5 punti percentuali in multi-thread, con 7776.7 punti, e passare da 768.2 a 792.0 punti in single thread con un guadagno del 3.1% che, ironia della sorte, ha portato il Core i5-12600K ad appena al 3.1% di distanza dall'intel Core i9-12900K. La potenza multithread è ovviamente imparagonabile, ma l'aumento prestazionale garantito dall'overclock è netto e nell'uso reale corrisponde a un salto di ben 8.6 punti percentuali della velocità di encoding di Handbrake, con 203.2 FPS. Il tutto con temperature più che gestibili che, paradossalmente, si sono abbassate spingendo tutti i P-core a 5 GHz, con gli E-core sempre a 3.8 Ghz, nonostante un guadagno in CPU-Z di 0.5 punti percentuali in multithread e di 1.3 punti percentuali in single thread, con 802.6 punti che sono appena l'1.8% in meno del punteggio stock dell'Intel Core i9-12900K.
Ciononostante abbiamo ottenuto incrementi inferiori all'1% o addirittura nulli in Dirt 5. Non che la cosa ci abbia sorpreso, vista la differenza in stock spesso minima rispetto all'Intel Core i9-12900K che evidenzia come i miglioramenti siano dovuti più all'architettura che alle frequenze, ma nel caso di The Division 2 avremmo scommesso su incrementi più consistenti. Qualcosa in più, però, lo abbiamo guadagnato in Watch Dogs in 1080p, con l'aumento di frequenza che riduce, seppur di una frazione, il freno imposto dalla CPU, permettendo di arrivare a 101 FPS con un guadagno di 4.1 punti percentuali rispetto alle frequenze stock.
Temperature e consumi
Combinato con un dissipatore aftermarket dalle prestazioni equivalenti a una buona ventola, l'Intel Core i5-12600K ci ha messo di fronte a temperature ottime, con 22 gradi in idle, meno di 50 gradi anche nei giochi che sfruttano molto la CPU a fronte di un consumo di circa 110W e 54 gradi con l'impegnativa conversione di Handbrake che ci ha messo di fronte a picchi di 124 W.
Non bassi per un modello di fascia media ma, l'abbiamo detto, parliamo di un processore più potente dei top di gamma da 8 core della generazione precedente e che garantisce temperature molto contenute grazie anche al nuovo IHS, ai transistor con processo produttivo Intel 7 e all'architettura. Tutti elementi che abbiamo messo alla prova spingendo subito le frequenze in overclock verso i 5.0 GHz.
Con due P-core a 5.0 GHz, 4 P-core a 4.9 GHz e i 4 E-core a 3.8 le temperature si sono alzate sensibilmente, arrivando a 59 gradi in CPU-Z e 68 gradi in Handbrake, ma parliamo comunque di livelli ottimi considerando il guadagno in termini di megahertz rispetto alla frequenza all-core standard di 4.5 GHz dell'Intel Core i5-12600K e l'incremento nei consumi, arrivati a 188 W nel caso di Handbrake. Ma siamo riusciti ad abbassarli semplicemente impostando la frequenza generale e lasciando la CPU libera di regolarsi: una cosa che ci ha portato a ridurre le temperature di 3 gradi e i consumi di oltre 10 W, ottenendo comunque un incremento prestazionale.
Conclusioni
Multiplayer.it
9.3
In quanto opzione entry level, l'Intel Core i5-12600K è il modello più debole dei primi tre processori Alder Lake scesi in campo, ma non è certo da sottovalutare. Tutt'altro. Parliamo infatti di un processore che garantisce prestazioni superiori a quelle di un Intel Core i9-11900K, top di gamma Intel della generazione precedente, e del corrispettivo AMD Ryzen, con un prezzo nettamente inferiore, pari a 289$. E bisogna prendere in considerazione anche l'elevata longevità grazie al supporto delle ultime tecnologie, il divario contenuto nel gaming ad alte risoluzioni rispetto al ben più costoso top di gamma, una temperatura di appena 62 gradi sotto sforzo e margini di overclock notevoli. Sia chiaro, non è certo di un processore a basso consumo, ma vanta un miglioramento netto nel rapporto tra prestazioni e watt rispetto alla serie precedente, nonostante l'aggiunta di ben 4 core, e si guadagna senza dubbio il ruolo di nuovo modello di riferimento per le configurazioni da gaming mainstream.
PRO
- Più potente di un un Intel Core i9-11900K
- Ottimo rapporto tra prezzo e potenza complessiva
- Margini di overclock notevoli
- Prestazioni single thread elevatissime
CONTRO
- PCIe 5.0 ancora non sfruttato
- I consumi restano consistenti