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King Crusher, la recensione

King Crusher è un bizzarro misto tra puzzle, strategico, RPG, roguelike e altro che misteriosamente funziona.

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   17/01/2019

Non è facile restare aggiornati con le tendenza del mercato mobile, perché è un panorama estremamente variabile e dinamico anche se ha trovato ormai da tempo alcuni capisaldi in determinate soluzioni ludiche. È evidente che molte delle soluzioni che si sono rivelate ideali sulle piattaforme mobile sono derivate da commistioni di caratteristiche e generi diversi, standardizzati altrove ma rivitalizzati qui da ibridazioni spesso anche azzardate, proprio come nel caso di King Crusher, oggetto di questa recensione. In altre situazioni non sarebbe facile proporre un gioco che mischia elementi del puzzle, dello strategico, dell'RPG, del roguelike e del "gioco del 15" con una spruzzata di immancabile gacha, ma in questo panorama è possibile e questo gioco del team Anakama lo dimostra. Viene definito più semplicemente "sliding puzzle RPG" ma la categoria non è proprio facilmente interpretabile finché non si prova con mano: si tratta di controllare un gruppo di avventurieri, divisi in varie classi, nel corso di avventure che si svolgono essenzialmente come una successione di combattimenti da intraprendere su una griglia 3x3.

King Crusher Mix1


I nemici si trovano sul bordo superiore della griglia e i combattenti vanno dunque disposti a seconda del loro stile di attacco: guerrieri, barbari e soldati a corto raggio dovranno attaccare dalla prima linea mentre arcieri, maghi, chierici e altro potranno stare più riparati, attaccando dalle caselle più distanti. Tuttavia, dobbiamo essere pronti a spostare in ogni momento tutti i membri del party per evitare gli attacchi dei nemici, facendoli scorrere da una casella all'altra in uno stile che ricorda da vicino i puzzle basati sulla traslazione delle caselle. Forse un video potrebbe facilitare la comprensione di questo bizzarro gameplay, ma è più semplice procedere direttamente al download e provarlo in prima persona, perché in verità il breve e sbrigativo tutorial funziona perfettamente per calarci nelle meccaniche di base, che ovviamente si complicano via via che i livelli si fanno più difficili e il bestiario di nemici più variegato. In sostanza, lo scontro richiede il continuo spostamento delle proprie unità sulla griglia per schivare gli attacchi nemici, prevedibili osservando attentamente gli indizi che compaiono sullo schermo, ma contemporaneamente considerando anche la disposizione efficace dei membri del party in modo da infliggere il maggior numero di danni ai nemici e magari utilizzare in maniera sensata le magie curative.

Spingitori di cavalieri

Spiegato, più o meno, quello che succede nel vivo dell'azione, bisogna considerare anche tutto quello che gravita intorno al combattimento. Le quest si sviluppano in sequenze di livelli, che solitamente propongono scontri concatenati uno dietro l'altro ma possono offrire anche situazioni diverse e alquanto afferenti alla tradizione classica dell'RPG. È possibile incappare in bivi nel percorso e trovarsi di fronte a delle scelte da intraprendere con le probabilità determinate dal lancio di un dado, in episodi che sembrano ideati da un dungeon master decisamente burlone. Tutto ha l'aria di una sorta di parodia del gioco di ruolo fantasy, ma è chiaro come le dinamiche più profonde di King Crusher siano comunque un omaggio sincero agli RPG classici. Le specializzazioni dei protagonisti sono numerose e ognuna ha delle caratteristiche specifiche da imparare e da incastrare al meglio con gli altri personaggi, inoltre la possibilità di acquistare o conquistare oggetti ed armi consente di modificare ulteriormente le statistiche e le abilità dei vari combattenti.

King Crusher Mix2


A tutto questo si aggiunge l'ormai immancabile dinamica gacha, che tuttavia assume qui un certo spessore, vista l'evidente differenza di potenza che caratterizza gli eroi evocati nelle diverse categorie (bronzo, argento e oro) determinate dalla spesa necessaria per effettuare la "pesca". Il prezzo viene pagato nella valuta in-game che si conquista combattendo nel corso del gioco, anche se è possibile scegliere la via più facile ma più dispendiosa, pagando con denaro reale. In definitiva, le micro-transazioni non sono troppo invadenti viste le buone ricompense che si ottengono anche solo giocando, sebbene le percentuali di ottenimento delle evocazioni di livello più alto siano alquanto proibitive, con l'utilizzo del solo denaro in-game. Piuttosto, si rilevano dei notevoli sbalzi di difficoltà nei livelli più avanzati, complice anche l'elemento roguelike che non consente di recuperare i combattenti caduti nel corso delle quest. La conseguenza di questi è il solito grinding a cui siamo costretti per aumentare il livello dei vari personaggi e che può risultare facilmente monotono, sebbene la struttura del gioco favorisca la ripetizione continua dei combattimenti senza rendere il tutto troppo frustrante.

Conclusioni

Versione testata Android, iPad 1.0.6
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
8.3
Lettori (5)
8.8
Il tuo voto

King Crusher riesce a mischiare elementi disparati in un insieme che risulta sorprendentemente organico e, cosa per nulla semplice, anche dotato di un notevole carisma. La meccanica di base è molto semplice ma costringe a mantenere sempre alta l'attenzione, stimolando il ragionamento come un puzzle ma anche la risposta veloce come un action, mentre la gestione dei personaggi apporta la tipica profondità dell'RPG, che ritorna evidente anche nelle opzioni di scelta sul cammino da intraprendere. In definitiva, un gioco sicuramente da sperimentare, complice anche il download gratuito, in grado di catturare fin da subito anche se solo alcuni supereranno gli ostacoli costituiti dal grinding successivo.

PRO

  • Ottimo misto di elementi e generi diversi
  • Umoristico al punto giusto
  • Buon equilibrio tra immediatezza e profondità gestionale

CONTRO

  • Può diventare ripetitivo alla lunga
  • Il grinding si affaccia inevitabile nei livelli avanzati
  • Stile pixelloso ormai un po' anonimo