Linn: Path of the Orchards si presenta come un mix curioso e suggestivo, inevitabilmente contaminato sotto il profilo estetico da titoli come Monument Valley, ma al tempo stesso forte di meccaniche action platform parecchio vicine alla tradizione di Crescent Moon Games. La trama del gioco, che ci mette nei panni di una guardiana della natura impegnata nella raccolta di un certo numero di misteriosi frammenti, non funge che da pretesto per presentare una struttura di tipo tradizionale, che basa sul completamento dei livelli e sul punteggio ottenuto lo sblocco dei nuovi scenari, nell'ambito di una campagna composta da quattro mondi differenti per un totale di cinquantasei livelli.
A cambiare da una zona all'altra non sono soltanto le deliziose tonalità pastello dello sfondo, ma anche la complessità degli enigmi, la presenza di nuovi dispositivi e di situazioni difficili da risolvere al primo colpo, specie laddove si punti alla raccolta di tutti gli oggetti, inclusi quelli extra. Il gameplay si presenta nella forma di un action platform bidimensionale con tutti i crismi: la protagonista può effettuare salto, doppio salto e scatto a mezz'aria, ma anche tornare rapidamente a terra nel caso ce ne fosse bisogno. Le piattaforme su cui ci si muove sono infatti soggette a spostamenti continui, principalmente rotazioni che cambiano l'assetto di ogni stage, palesando il concreto rischio di precipitare dopo aver preso male le misure o sbagliato le tempistiche dei balzi.
Puzzle ed estetica
Il nostro obiettivo in Linn: Path of the Orchards è raccogliere il maggior numero possibile di frammenti in ogni livello e raggiungere l'uscita. Riuscire nell'impresa diventa man mano più difficile, visto che le piattaforme aumentano la velocità di rotazione, cambiano il senso della stessa, costruiscono strutture inedite per pochi istanti salvo poi smontarle e tornare alla configurazione di partenza, il tutto mentre magari ci troviamo a mezz'aria. C'è dunque tanta azione piattaformica, ma anche un impianto palesemente "trial & error" che ci sprona a sperimentare ogni stage alla ricerca della strategia perfetta: non a caso, al termine del livello, il gioco conta non solo i frammenti raccolti ma anche il numero di movimenti che abbiamo effettuato per arrivare all'uscita.
Esiste insomma una soluzione perfetta a ogni problema, il punto è individuarla e metterla in pratica facendo i conti con un sistema di controllo touch che in alcuni frangenti si rivela un po' meno reattivo di quanto fosse lecito attendersi, specie nell'attivazione degli scatti, e che dunque può creare difficoltà ulteriori e morti immeritate, fortunatamente nell'ottica di un approccio tutt'altro che punitivo. Tuttavia è anche vero che una volta presa familiarità con la filosofia del titolo di Crescent Moon Games si gioca che è un piacere, provando a superare i propri limiti e a rendersi protagonisti di manovre apparentemente impossibili, sospesi nel vuoto in attesa che sotto i nostri piedi torni a palesarsi una superficie calpestabile.
L'unico problema è che proprio questo flusso una volta stabilito produce una progressione molto rapida, che finisce per portarci a completare tutti i livelli di fila, nel giro di pochissimo tempo, fermandoci solo laddove servano ulteriori frammenti per poter sbloccare nuovi scenari e ci sia dunque il bisogno di tornare indietro a ritentare determinate missioni. Aspetti convincenti ma imperfetti, in definitiva, che però possono contare su di un comparto tecnico di gran pregio, artisticamente validissimo, che sfrutta colori tenui e soluzioni stilizzate per rappresentare un mondo meraviglioso, in maniera molto simile a quanto visto nel già citato Monument Valley. Ad accompagnare le nostre evoluzioni troviamo inoltre un'ottima colonna sonora, coinvolgente e in grado di creare una certa atmosfera.
Conclusioni
Linn: Path of the Orchards è senza dubbio un titolo molto particolare, che si presenta nella forma di un action puzzle a base platform esteticamente suggestivo, con i suoi colori pastello e le forme essenziali, forte di una grande atmosfera e di meccaniche che non tralasciano in alcun modo l'abilità del giocatore, anzi lo spronano a inventarsi manovre apparentemente impossibili per raccogliere il maggior numero possibile di frammenti e poter dunque proseguire la marcia nell'ambito di una campagna che, tuttavia, non tiene impegnati per molto tempo e anzi si consuma in fretta. Se siete alla ricerca di qualcosa che visivamente somigli a Monument Valley ma sappia stimolare i vostri riflessi, il nuovo gioco di Crescent Moon Games fa decisamente per voi.
PRO
- Artisticamente affascinante
- Meccaniche action platform impegnative
- Campagna discretamente ricca...
CONTRO
- ...ma si completa in fretta
- Qualche incertezza nei controlli